La Parrocchia: Ciò che non bisogna mai dimenticare

“Dovete nascere dall’alto. Il vento soffia
dove vuole, ma non sai donde viene e donde va.
Così è per chiunque è nato dallo Spirito”(Gv.3,7-8).

Quando si parla di chiesa e oratorio nel loro insieme (cioè la Chiesa come popolo di Dio) sono tante le verità da non scordare. Purtroppo si tratta di verità di natura spirituale e morale, quindi non percepibili dagli occhi dei sensi, ma soltanto visibili agli occhi dello spirito di fede.

La chiesa e l’oratorio hanno una fisionomia soprannaturale che occorre conoscere, amare e praticare se qualcuno vuol farsi nuova creatura ed uscire dagli schemi proposti della società materialistica. Non si possono considerare esclusivamente “gruppi di contatto” col soprannaturale, ma gruppi che devono nascere dall’alto, come Cristo ha proclamato a Nicodemo: “Dovete nascere dall’alto”.

Preoccupiamoci, dunque, di riflettere insieme sulle verità essenziali della chiesa e dell’oratorio considerandoli dal versante soprannaturale come “luogo” di Dio Padre che, mediante Cristo risorto e lo Spirito Santo, dimora con noi uomini, parla con noi, condivide e fa comunione con la nostra travagliata avventura umana, con la nostra storia individuale e sociale, con le nostre speranze e, soprattutto, con la nostra debolezza, poiché la strada di Cristo è l’uomo (non certamente i formalismi, gli efficientismi, le esteriorità, l’egoismo, la superbia del potere e del mettersi in vista in una forma di religiosità che nasconde ben altri problemi). Attraverso il Figlio la Trinità comunica con l’intera umanità e il suo ambiente, essendo “Cristo centro del cosmo e della storia”.

La chiesa e l’oratorio sono la radice di Dio da cui inizia il suo Regno, piccolo finché si vuole, radice di un piccolo stelo d’erba, ma radice di Dio.

“Inoltre in verità vi dico: se due di voi sulla terra si uniranno per domandare qualsiasi cosa, sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. Perché là dove sono due o tre adunati nel nome mio, io sono in mezzo a loro” (Mt.18,19-20).

In sintesi la chiesa vera e l’oratorio vero (con tutte le loro attività liturgiche ed educative, interiori, e quelle giuridiche ed esteriori) nascono dall’alto. Incominciano ad essere quando l’amore che cementa i cristiani nel nome di Dio, acconsente anche a Dio di essere in mezzo a noi. Quando la chiesa e l’oratorio crescono vuol dire che è nato l’amore fraterno, perché essi nascono dalla carità per generare carità tra i fratelli della stessa fede, della stessa speranza, impegnati a realizzare con la grazia risorta di Cristo e l’azione dello Spirito Santo l’uomo nuovo, l’umanità redenta; pertanto essi sono luogo di conversione a Dio sul progetto di Cristo nella carità fraterna dell’esempio e della reciproca comprensione.

Non solo, dal cuore della comunità sgorga la vocazione alla perfezione attuata insieme come popolo di Dio, nel reciproco aiuto d’amore e di fiducia, sapendo che Cristo completa con la grazia e lo Spirito vivifica con i suoi carismi coloro che in nome di Dio scelgono di vivere secondo il Vangelo di Cristo. La chiesa e l’oratorio sono scuola dello spirito, palestra della volontà, comune donazione degli uni verso gli altri per adempiere alla legge di Cristo: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv.15,12). Così la chiesa e l’oratorio attuano la loro ascesi tendendo alla imitazione di Cristo: “Gesù propone loro un’altra parabola: Avviene del Regno dei cieli come di un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò la gramigna in mezzo al grano e se ne andò. Quando il grano crebbe e mise la spiga, apparve anche la gramigna. I servi del padrone vennero a dirgli: Signore, non era buon grano quello che seminasti nel tuo campo? Di dove viene dunque la gramigna? Rispose: E’ un nemico che ha fatto questo. I servi gli dicono: Allora vuoi che andiamo a strapparla? No, dice il padrone, altrimenti sradicando la gramigna sradichereste anche il grano. Lasciate che crescano insieme l’una e l’atra fino al tempo della mietitura; allora dirò ai mietitori: Raccogliete prima la gramigna e legatela in fasci per bruciarla, il grano invece riponetelo nel mio granaio”. (Mt.13,24-30).

Il dialogo comunitario nell’amore, nella carità e nella verità determina il contenuto dell’adunarsi insieme nel nome di Dio. Solo allora Dio è in mezzo a noi.

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