La Parrocchia: Luogo dei Sacramenti

“Andate dunque, ammaestrate tutte le genti, battezzandole in nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto quello che vi ho comandato. Ed ecco: io sono con voi per sempre, sino alla fine del mondo” (Mt.28,19-20).

La chiesa e l’oratorio si possono considerare da tanti punti di vista: si possono guardare con occhi stupiti per la loro capacità di essere nel tempo e fuori dal tempo, di essere “diversi”dal mondo che cambia e il loro cambiamento cammina in senso contrario allo spirito del mondo. Essi sono considerati “comunità” anacronistiche a causa dei valori morali che propugnano e a causa della loro teologia che li fa essere realtà del mondo ma non nel mondo.

Se li consideriamo sotto il profilo sociologico, essi appaiono come realtà monolitiche nei loro contenuti evangelici, i loro mutamenti concernono il modo di viverli e di realizzarli, non certo l’essenza del cristianesimo che in esso vive intatto nella dottrina e nella morale.

La crisi di questi luoghi non esiste,non esisterà mai; o meglio,esiste ed esisterà sempre la crisi dei cristiani che fanno i luoghi e che possono attribuire loro le difficoltà.

Questi luoghi devono essere Cristo. I mezzi per realizzarlo, nel tempo e nella fisionomia dei cristiani, fanno parte della chiesa e dell’oratorio, i quali, appunto, risentono dei metodi pastorali di coloro che in essi operano.

Conviene,dunque,inquadrare “il capitale soprannaturale”di questi due luoghi per comprendere anche le problematiche che in essi portiamo noi cristiani.Essi sono luoghi della grazia e dei mezzi istituiti da Cristo stesso per comunicarla.Dall’Eucaristia lo sguardo passa al Battesimo in cui gli uomini,battezzati in Cristo e in lui morti e sepolti al peccato,risorgono rigenerati nella grazia pasquale.Ma sono anche luoghi di svago e di attività sportive,luoghi dove si incontrano le difficoltà del vivere come i rapporti interpersonali,la socialità per le persone sole,per quelle ammalate,per quelle che sono nella miseria,per quelle che non si sentono amate ecc..

Possiamo affermare:ciò che Cristo è per natura,i cristiani lo sono per grazia soprattutto per la grazia battesimale,la quale promuove l’edificazione del Cristo in loro fino all’età adulta,con i sacramenti della Cresima e dell’Ordine sacerdotale,destinati alle mansioni vocazionali dei singoli.

L’azione della grazia,gestita nella chiesa e nell’oratorio, non persegue un piano o una strategia umana.Nessuno può farla da padrone sulle coscienze.Rendiamoci conto che siamo “umili servitori” del Cristo verso i fratelli e sorelle ai quali siamo saldati dall’amore. Se ciò per debolezza non accade, la Chiesa stessa deve preoccuparsi di superare l’umano eretto a metro del divino. Nessuno deve sentirsi escluso dalla ricerca della grazia. Non possiamo dire la parola fine per nessuno.
Ma semmai promuovere gli incontri sia personali e comunitari per incontrare Dio in Cristo e nello Spirito Santo. Ricordiamo la Maddalena, il cieco di Gerico, Zaccheo, la folla, Giuda e Barabba, Pilato ed Erode, Pietro e gli altri, le pie donne e Nicodemo, il Centurione e la donna Cananea, la Madonna, Giacomo e Giovanni, il Sinedrio, la sinagoga, gli scribi e i farisei, il Calvario e la tomba scoperchiata.

Questi ed altri volti del Vangelo sono chiesa e oratorio di ieri,di oggi e di sempre.

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