L’uomo del peccato

C’è in ciascuno di noi l’eredità del peccato originale, che mantiene in vita la psicologia dell’uomo peccatore. Quella parte di noi incline a voltare le spalle, a scegliere, come luogo d’autenticità e di libertà, ciò che sta al di fuori della legge naturale (i dieci comandamenti) e la legge dell’amore cristiano (ama il prossimo tuo come te stesso), insegnato e praticato da Gesù fino alla morte di croce.

“Nessuno ha un amore più grande di colui che dà la vita per i suoi amici” (Gv.15,13). In concreto, “l’uomo del peccato” non si pone più di fronte a Dio. Anzi Dio non è un problema, come non è un problema l’anima, il destino eterno, l’aldilà, la chiesa, il Vangelo, il cristianesimo, i valori dello spirito, ecc. Infatti “l’uomo del peccato” pensa così: “Dio non esiste. Sono tutti corrotti, fanno cose abominevoli, nessuno fa il bene, neppure uno” (dal Sal.52).

La psicologia del peccatore si nutre degli errori e delle aberrazioni altrui per giustificare il proprio agire e la propria condotta, che, tutto sommato, trova conferma nel costume, nella cultura del tempo e dell’ambiente. Gesù afferma che non ci sono due verità: “Io sono la Verità”, né si può ritenere giusto dichiarare che ciascun uomo ha la sua verità, invece di dire che “la verità vi farà liberi….e chi fa la verità viene dalla luce”.

Poiché i testimoni “della loro o della propria verità” si dimostrano nel quotidiano gli uomini più violenti, più crudeli, più disumani, al punto da compiere crimini contro l’umanità e contro la dignità della persona in nome appunto della “loro verità”, occupano i primi posti tra i carnefici dell’uomo figlio di Dio. Gesù, dunque, sostiene giustamente che: “Chi commette il peccato è schiavo del peccato” (Gv.8,34).

Così commenta il salmo 55 l’agire disumano: “Perché ti vanti del male, o prepotente nella tua malizia? Ordisci insidie ogni giorno; la tua lingua è come lama affilata, artefice d’inganni. Tu preferisci il male al bene, la menzogna al parlare sincero. Ami ogni parola di rovina, o lingua d’impostura” (1,6).

Quanto di diabolico, di falso e di vandalico c’è oggi nell’informazione radiotelevisiva e giornalistica! Chi può credere al notiziario quotidiano senza dovere rigettare dalla coscienza l’ondata di perversione contro la verità oggettiva dei fatti? Qual è il fine ultimo di tutto ciò? Forse la salvezza eterna dell’uomo? Forse la costruzione di “un mondo nuovo” più libertario e democratico? Forse è questo lo stile con il quale s’insegna a contare i giorni per giungere alla sapienza del cuore?

“Ecco l’uomo che non ha posto in Dio la sua difesa, ma confidava nella sua gran ricchezza e si faceva forte dei suoi crimini. Perciò Dio ti demolirà per sempre” (dal Sal.51).

C’è stato chiesto: rinunci all’uomo del peccato? “Rinuncio” – abbiamo risposto nel giorno del nostro Battesimo. Da quel momento siamo stati rivestiti di Cristo e siamo diventati uomini della grazia, della verità e della santità. Tutto ciò non ci ha reso impeccabili, ma pur restando peccatori perché debole, certamente non siamo più condannati ad essere uomini del peccato perché rivestiti di Dio in Cristo Gesù.

Gesù, insegnaci a vegliare e ad aspettare il nostro giorno

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