L’uomo scopre che gli assolutismi ideologici, culturali, politici, rendono impossibile l’emergenza del nuovo

Il fascino del Natale è diversamente spiegato e vissuto.Non conviene tracciare la topografia delle ottiche natalizie, ci sarebbe da smarrirsi. Anche questa circostanza è concepita secondo gli assolutismi del consumo borghese; perciò di lei si può stabilire il volume dei consumi, dei guadagni e dei gusti.Ma nulla di più.

L’epidermide natalizia può nascondere qualcosa. C’è la scarica della bontà a contaminare l’egoismo, anche se per molti si tratta di una bontà calcolata, di circostanza, di scambio. Vi è un elemento nuovo, difficilmente definibile sia nella natura sia nell’origine, che inclina all’apertura verso tutti e l’Altro.
Forse la contaminazione del Totalmente Altro, che si fa uomo in Gesù, trascina inconsciamente nel sentimento della comunicabilità fraterna anche i più restii all’incontro col prossimo.Si scopre una voglia interiore di stringere la mano all’avversario politico, ideologico, anche al nemico.Una specie di tregua che, nonostante l’assuefazione alla divisione verso il diverso esistenziale, occupa tutti gli uomini.

Si tratta di un’ipnotizzazione del soprannaturale molto condizionante, ma nello stesso tempo giusto, perché induce ad esperienze umane vere, ripetibili se il cuore lascia il posto alla grotta di Cristo.

Quando un corpo pesante si abbatte sulla superficie dell’acqua, si generano tanti cerchi concentrici che interessano in pratica tutta la superficie dell’acqua, benché sotto lo spessore rimanga soltanto scosso leggermente. L’introduzione nell’organismo storico dell’umanità di Cristo, uomo buono, atomo dell’amore di Dio, interessa gli umani, anzi, per un momento li avvolge nella comunione della bontà reciproca.

Poi, non avendo radici nel Cristo, cessa.Ma qualcosa di nuovo e di diverso è entrato nella storia.Un seme buono che non tarderà a germogliare, poi a fiorire, infine a portare frutti.

Questa distensione, da molti giudicata “di circostanza”, va esaminata perché offre come in uno specchio il volto della realtà.Chi divide gli uomini non è Dio, non è Cristo anche se profetizzato “segno di contraddizione” dal profeta Simeone, ma qualcosa che si professa tra gli uomini in maniera non conforme ai disegni di Dio.

Sono le ideologie e relativi interessi materiali ad imprigionare gli umani fino a disporli in trincea l’uno contro l’altro, perché si tratta d’allineamenti conflittuali, competitivi, assorbenti i confini diversi, se questi non sono difesi con violenza, con ferocia, con lotta di classe fra i possessori dei diversi fronti.
Vivere insieme presuppone la guerra reciproca.Sembra che dalle nostre parti non vi sia altra maniera di creare società che quella di combattersi, d’imbrogliarsi reciprocamente con ipocrisie e strategie di guadagni, d’ingannarsi con furbizia, di diffidare gli uni degli altri, di giocare l’onestà disonesta sul piano delle parole e dei fatti, allo scopo di emergere più forti nell’avere e nei profitti. Ideologie, culture, movimenti politici sindacali e ricreativi, organismi ed istituzioni sociali si configurano a tante trincee di guerra, da cui le classi sociali si colpiscono per avanzare le une sulle altre.

E’ la conquista del potere economico e politico a muovere le energie umane con articolate e studiate manovre di sapore machiavellico, di sedicente tenore pluralistico di lacerazione morale naturale e rivelata, che impedisce di condurre fino in fondo la lotta al potere di comando, di legislazione, d’esecuzione su chiunque n’ostacola la conquista.

In campo economico, ideologico culturale non ci sono amici, ma soltanto nemici.Anche chi appartiene alla tua classe sociale è mosso dal principio dell’arrivismo.Se gli conviene ti volta le spalle, ti lascia alla mercé della situazione, senza pietà, appellandosi al principio che “chi fa da sé fa per tre”.Oppure “oggi è andata bene a me, domani andrà bene a tutti”.

Le strade sono cosparse di trappole, di trabocchetti, di sorprese perché tu possa inceppare ed essere messo fuori causa, fuori corso.La rabbia sociale è il tasso più inquinante il sangue umano. L’idea di servizio sociale e di valore morale non ha più senso senza che sia accoppiato al guadagno.

Le virtù sono pagate profumatamente.Se non sono pagate, non servono a nulla.La filantropia e l’umanesimo buono poggiano sullo stimolo mercenario, non più sullo spirito dell’amore verso il prossimo.Tutto è commercio. La famiglia, il matrimonio, l’amicizia, la religione, il divertimento, il sesso, la morte, il dolore, l’amore, la fame, il suicidio, l’omicidio, il terrorismo, la violenza, l’onestà, la disonestà, i partiti, le ideologie, la cultura, la civiltà, la guerra, gli armamenti, lo Stato, la nazione, la scienza, la tecnica, il nascere, l’aborto, il divorzio.

Tutto è commerciabile con trenta denari, anche Cristo.
E’ buono chi ti fa fare buoni guadagni o raggiungere insperate soddisfazioni materiali.Siamo coinvolti in una valanga che, slittando dai principi ontologici, teologici, deontologici ed escatologici, precipita nella valle in cui vi è “pianto e stridore di denti” (Mt 25,30).

Si parla di nuove corruzioni, mai di nuove testimonianze alla vita, alla verità, all’amore, alla fratellanza, ai diritti umani.Di questi ultimi se ne parla ovunque, si chiamano in causa per capire progetti di morte. Da una parte si sostengono per far tacere le voci della verità, dall’altra si costruiscono carri armati, potenziali nucleari ed atomiche, arsenali d’esplosivo ad alto potenziale distruttivo degli esseri viventi con esclusione degli ambienti geografici.

L’emergenza del nuovo non passa per queste strade e da questa disastrosa condizione umana. La grotta di Betlemme è l’abitazione dell’assoluto contro gli assolutismi ideologici, culturali e politici della vicenda umana.Un angolo d’onestà intatta, un’arca nel diluvio universale della corruzione solca le onde della storia in cerca della terra promessa.

La stretta di mano celebra il Natale in modo semplice, ma è la coscienza del nuovo che parte da Cristo e la certezza che la condizione umana è insostenibile senza il “neonato Re dei Giudei” (Mt 2,2).

Fuori delle lotte di classe c’è il Cristo.Egli vi cammina sopra incitando gli uomini a salire nella dimensione dell’uomo nuovo in cui Dio Padre chiama a salvezza tutti.Sotto questo profilo Gesù è la scialuppa dell’amore di Dio fra i marosi della ribellione umana.Qualcuno vi sale.Dalla stretta di mano passa alle coscienze dell’uomo nuovo nelle cui viscere il senso della perfezione stimola alla conversione.

Farsi adulti in Cristo – Indice