L’uomo misura soprattutto l’impotenza dei forti e dei primi nella soluzione dei problemi umani

Tutto è grande nel nostro mondo e tutto è destinato a diventare grande. Ciò che cresce nella nostra civiltà, tende alla potenza, allo straordinario, al tecnologico. C’è una parola che si ode spesso sulle labbra. Si dice: non è meraviglioso?

Tante cose oggi meravigliano. Stupisce la struttura tecnologica dell’apparato produttivo, dei servizi. Con poche ore di volo, si passa da Roma, al cuore del continente africano.Il tempo materiale di fare una doccia, prendere un caffè e poi scendere in un altro emisfero della terra.

Non sono solo questi i miracoli del nostro tempo. Si pensi alla mass-media, col sistema di collegamento via satellite, essi sono in grado di trasmettere fatti e notizie contemporaneamente su tutto il globo. La terra è diventata piccola. Diremmo a misura d’uomo. Se passiamo al campo scientifico: medicina, scienze sociali e psicologiche, ai diversi sieri della verità, si rimane sbalorditi.

Non inferiore è lo sgomento che si prova di fronte agli attuali armamenti atomici (anche se si tenta di smantellarli), batteriologici. I quali, oltre ai quattromila miliardi di lire ogni anno spese nel mondo, per il loro sviluppo e mantenimento (cifra veramente da capogiro, se si considera che due miliardi d’esseri umani soffrono la fame), hanno il potere di distruggere l’intero pianeta.

La nostra grandezza terrestre è fatta di mostri, sviluppata da mostri e consumata contro i mostri.La mostruosità sanguinaria è la mappa della violenza in atto e in potenza, è la virtuale intenzione di sopprimere gli altri, prima che gli altri ci uccidano.

Tutto è grande nel nostro mondo.Tutto è destinato a diventare grande, mostruosamente grande quanto “l’inferno in cui da una parte ci sono i demoni, dall’altra i condannati” (Schopenhauer).

Questa è la terra! Più propriamente, strada al vangelo. Questo è il regno degli stolti, degli uomini materiali che ragionano come il ricco signore, che avendo ottenuto dalla propria vigna e dalle proprietà abbondanti raccolti, dopo aver allargato i granai, disse: “Godi in pace anima mia! La notte successiva morì” (Lc 16,19-20).

E di chi saranno i suoi averi? Il regno della tecnica riguarda la materia e non lo spirito; anzi, potrebbe indurre a pensare che lo spirito non sia altro che un epifenomeno (fenomeno accessorio che accompagna i fenomeni corporei, intesi come fondamentali, senza peraltro alterarne o modificarne lo sviluppo) della materia. Tutto è materia.

Ma la grotta di Cristo non poggia soltanto in quest’emisfero. Poggia anche sulla coscienza dei limiti del materiale ed anche sulla consapevolezza crescente ed emergente che non tutto sia riducibile alla materia o da lei prodotto.

Ci sono problemi umani, ad esempio:

Quelli della mente: perché esisto? Dove vado? Chi mi ha dato l’esistenza? Cos’è il male? La morte? Il bene? Il giusto? Il vero? Il dolore? L’amicizia? L’amore? Chi mi fa dire: io esisto?

Quelli del cuore: il contingente che cos’è? Cos’è l’assoluto? Perché ciò che amo scompare? Perché tutto è instabile dentro il cuore?

Quelli della coscienza: cos’è il rimorso? Cos’è il senso di colpa? Cos’è la violenza? Cos’è l’odio? Perché devo sentirmi accusato dalle mie opere? Perché certe idee mi spingono a rubare, a sopprimere, ad impormi sugli altri? Che cosa sono io veramente? Figlio di chi? Dove sta la vera pace? Perché la calunnia? L’invidia? La maldicenza? L’adulterio? Il desiderio? La concupiscenza della carne, degli occhi, della superbia, donde nascono dentro di me?

Che cosa può la meravigliosa e prestigiosa scenografia tecnologica a queste realtà? C’è qualcuno dei grandi della terra, capace di spiegarmi cosa stanno a fare le stelle in cielo? Che cosa significa il dolore, la morte, la violenza, la fame, le malattie e tutto il resto sulla terra? Che cosa possono fare loro per vincerle? Neanche per loro stessi sono in grado di fare qualcosa. I loro artifici di sicurezza, come la chiamano, in realtà temono qualcuno, qualcosa più forte di loro. Ci si arma contro il nemico, non contro l’amico.Dunque un nemico che potrebbe, da un momento all’altro, dichiarare guerra alle superpotenze e distruggerle per sempre.

Capisco allora l’odio d’Erode contro il neonato re dei Giudei! Poiché l’inerme bambino causava tanta impotenza al potente re Erode, devo pensare che ci sono armi che nulla possono contro certi nemici e che ci sono nemici (se così si può dire) che non si vincono con le armi d’acciaio e con gli accorgimenti strepitosi e strabilianti dell’odierna tecnologia avanzata, per la quale ogni anno gli uomini spendono cifre favolose. C’è un essere nell’uomo che non si vede, ma è più forte e temibile del corpo che si vede.La sua forza, poi, non dipende dalla forza fisica del corpo, ma da una realtà superiore al corpo stesso.
Così chi sopprime il corpo per uccidere l’anima in lui operante, s’illude, perché l’anima non si uccide con le armi che sopprimono il corpo.Altre sono le armi che uccidono lo spirito. E’ il male e tutte le sue passioni. E l’uomo forte ha inventato la città di Babilonia per inquinare, avvelenare e uccidere gli spiriti. Anche in questa struttura della corruzione, l’uomo forte ha profuso denari a non finire. Ma non si è mai nella vittoria perché il bene vince a distanza e la verità si afferma con tempi che sono imprevedibili alla cronologia degli uomini.

La conversione è la conquista dello spirito.Nessuno può fermare la luce, l’essere, l’amore che proviene dall’Alto.Perché lo spirito nasce dall’Alto.Cristo e il suo regno provengono dall’Alto.

La grotta materiale nasconde la persona divina di Cristo, come il corpo nasconde l’anima immortale e spirituale d’ogni persona umana.Il regno di Dio è interiore e spirituale, ma, simile a quello umano, si radica nel materiale come “luce del mondo e sale della terra” (Mt 5,13-14). Lo spirito è alla conquista della materia. A questa lotta, dà una mano vincente Cristo: “IO ho vinto il mondo, il peccato, il giudizio” (Gv 16,7-9; 33).

Ed egli sacrifica la sua esistenza materiale per liberare l’uomo dalla straordinarietà caduca del regno materiale, per scegliere l’imperituro regno dello spirito che dà sapore e senso alla terrestrità, fino a trasformarla, grazie alla forza superiore dello Spirito Santo, in nuovi cieli ed in nuove terre.
A Betlemme rinascono i valori dello Spirito: Dio, figliolanza divina, fratellanza umana, amore del prossimo e amore di Dio, pace, verità, donazione all’altro, fedeltà e coerenza a tutta la legge morale; nasce l’uomo nuovo in Cristo armato di non violenza, d’altruismo, di Spirito di Dio, di verità totale.
Chi s’inginocchia a Betlemme davanti alla grotta, comprende l’impotenza dei forti e dei loro regni. Capisce, al contrario, la potenza spirituale degli ultimi, secondo Dio. Ecco cosa vuol dire per gli abitanti della grotta di Betlemme “farsi ultimo sull’esempio di Cristo”.

Farsi adulti in Cristo – Indice