Seconda settimana di Quaresima: Venerdì

“Lodate il Signore perché è buono:
perché eterna è la sua misericordia.
(Salmo 135,1)
“Odiate il male, voi che amate il
Signore!”

A questo punto è conveniente ricordare la vicenda di una donna, che il Vangelo chiama semplicemente “Samaritana”, perché proviene da Samaria. Per caso incontra Gesù, che non conosce ma sa che non è Samaritano, al pozzo di Giacobbe, dove si è recata ad attingere acqua. Le battute tra i due sono di circostanza. Lo straniero Gesù chiede da bere alla donna. Il cuore dell’uomo è attaccato alla propria identità umana e sociale oltre il lecito e il dovuto. Infatti: “Come mai, tu che sei giudeo chiedi da bere a me che sono samaritana?” E’ facile accampare le differenze; eppure chi arriva al pozzo è quanto meno tormentato dalla stessa sete.

Se fosse possibile riconoscere le somiglianze interiori ed esteriori che uniscono i cuori, le menti, le speranze, le attese, forse la visione dell’uomo sarebbe facilmente trasformabile dall’amore al genere umano nella visione evangelica della fraternità.

“Voi tutti siete una cosa sola in Cristo”, Afferma San Paolo. Gesù è venuto per rivelarci che il suo volto d’uomo è uguale ad ogni altro volto umano, ma informato dallo Spirito che viene dall’alto e non dal basso.

“Dovete nascere dall’alto” (Gv.3,7). Bisogna cessare l’affrancatura che viene dalla terra. Io sono di Samaria, tu sei Giudeo….risponde Gesù:
“Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: dammi da bere, tu stessa l’avresti pregato ed egli ti avrebbe dato un’acqua viva” (Gv.4,10).

Il discorso muta radicalmente angolazione. Anche la samaritana capisce la necessità di invocare l’esperienza dello Spirito, l’esperienza di quella sete di verità e di libertà che ella va cercando in scelte di vita degradanti e contrarie a quella vita dello spirito d’amore tanto ricercato. Dove la vita di Gesù ci costringe per amore a cambiare orientamento spirituale.

Amen, alleluia,amen.

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