Seconda settimana di Quaresima: Sabato

“Chi confida nel Signore è come
il monte Sinai: non vacilla, è
stabile per sempre”.
(Salmo 124).

Dal pozzo scaturiscono le acque della vita che zampillano la vita eterna.

“Chi ha sete venga a me e beva”, afferma Gesù. Il fatto nuovo, che nasce al pozzo di Giacobbe tra la samaritana e Gesù, è assai importante per potere valorizzare oggi, da parte dei cristiani, il rapporto vitale con i sacramenti; soprattutto con i sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia. Gesù riesce a superare, anzi a sgretolare la barriera sociale, psicologica, eretta dal modo di ragionare della samaritana, la quale tenta di trattare Gesù come un estraneo. Il Maestro avverte l’iniziativa e ne soffre; ma attraverso un dialogo paziente fa scoppiare in lei il desiderio e la curiosità di conoscere “l’acqua viva”, di cui lo sconosciuto parla, e chi è colui che ne parla.

Gesù lascia cadere ogni provocazione proveniente dall’acidosità della donna, e le risponde: “Chiunque beve di quest’acqua avrà sete di nuovo, ma chi berrà l’acqua che io gli darò diventerà in lui fonte d’acqua zampillante in vita eterna” (Gv.4,13-14).

Gesù ha qualcosa da dare e chi, rompendo la fascia d’estraneità, lo accoglie come Maestro di vita interiore ed esteriore.

“Ecco sto alla porta e busso. Se qualcuno ode la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (At.3,20).

Il male più difficile da vincere oggi, per chi si dichiara cristiano, è la mediocrità; il male più pericoloso allo spirito, ma nascosto è la tiepidezza; il male meno guardato oggi è la sottomissione e l’arrendevolezza alla visione mondana dell’uomo, delle cose, del fine ultimo, perché induce a vivere come se Dio non ci fosse e come se Cristo fosse scomparso dall’itinerario quotidiano e dall’incarnazione con l’uomo di oggi.
Tutto è bello anche senza Dio, anzi, per qualcuno è liberante non sentirsi amati dal Dio di Gesù.

Amen, alleluia,amen.

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