Salmo 85

San Francesco in meditazione (Caravaggio Cremona)Dio di pietà, compassionevole

Signore, tendi l’orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e infelice.
Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio salva il tuo servo, che in te spera.
Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, innalzo l’anima mia.
Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce della mia supplica.
Nel giorno dell’angoscia alzo a te il mio grido
E tu mi esaudirai.
Fra gli dèi nessuno è come te, Signore,
e non c’è nulla che uguagli le tue opere.
Tutti i popoli che hai creato verranno
E si prostreranno davanti a te, o Signore,
per dare gloria al tuo nome;
grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio.
Mostrami, Signore, la tua via,
perché nella tua verità io cammini;
donami un cuore semplice
che tema il tuo nome.
Ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il cuore
E darò gloria al tuo nome sempre,
perché grande con me è la tua misericordia:
dal profondo degli inferi mi hai strappato.
Mio Dio, mi assalgono gli arroganti,
una schiera di violenti attenta alla mia vita,
non pongono te davanti ai loro occhi.
Ma tu, Signore, Dio di pietà, compassionevole,
lento all’ira e pieno di amore, Dio fedele,
volgiti a me e abbi misericordia:
dona al tuo servo la tua forza
salva il figlio della tua ancella.
Dammi un segno di benevolenza;
vedano e siano confusi i miei nemici,
perché tu, Signore, mi hai soccorso e consolato.

Commento

Particolari sentimenti di fiducia e di pietà religiosa formano le espressioni di questo salmo che è una preghiera quotidiana di ogni pio israelita e di ogni cristiano. Il salmo offre all’anima e allo spirito la possibilità di una preghiera intima e personale in cui si esprime la vera realtà dell’esistenza, intessuta di miseria e di tribolazione, di angoscia e di tentazione, che, però, trova nelle perfezioni di Dio il motivo di una speranza incrollabile.

Se siamo assaliti da tentazioni e da nemici, egli è Dio di bontà e di grazia, che ci risponde e ci libera. Grande è la sua misericordia con noi. In lui troviamo una risposta a ogni domanda che affiora alla nostra problematica e malsicura vita. Il valore della preghiera non dipende né dalle sue parole né dalle sue formule, ma dal potere che ha di trascinare nella sua scia. Infatti, quando preghiamo con i salmi, colloquiamo con Dio stesso. Siamo soli noi e l’Onnipotente, La preghiera del salmo vale molto perché traccia un itinerario spirituale che ci incammina verso Dio. L’orante geme sotto il peso di una grande prova: malattia? Crisi finanziaria? Perdita di lavoro? Rapporti familiari deteriorati? Lutto? Crisi di fede? e quant’altro. Nella sua sofferenza, supplica l’aiuto divino; pieno di fiducia si rivolge a Dio perché sa per esperienza che il Signore è tutto misericordia verso coloro che lo invocano.

Il percorso proposto conduce dall’abisso della disperazione alla più perfetta tranquillità dell’anima e dello spirito. Si tratta di un cammino nettamente tracciato, che ciascuno può riconoscere per averlo sperimentato. Io mi emoziono sempre a leggere il salmo e a meditarlo, poiché l’orante parte dalla propria persona, rivolgendosi a Dio con fede, per essere liberato dal male che affligge il corpo, l’anima e lo spirito. “Signore , tendi l’orecchio, rispondimi”, Dobbiamo comprendere che per attirare l’attenzione di Dio, i migliori titoli da porre davanti non sono i meriti ( vedi sito, sezione parabole: “Il fariseo e il pubblicano”), ma la povertà e l’infelicità, Poi, in un secondo tempo, l’orante fa notare la sua fede e la sua speranza, non tanto per raccomandarsi a Dio, quanto per comunicare la sua attesa.

Proseguendo nella preghiera, l’orante grida tutto il giorno, e al Signore innalza tutto se stesso. La preghiera non cade nell’oblio del nulla, ma incontra la bontà del Signore. Il dialogo si intreccia a un livello più profondo, simile ad un crescendo sinfonico. Certo di essere esaudito, l’orante fa appello all’amore misericordioso. Egli è consapevole del fatto che c’è più gioia nell’essere salvati per amore che nell’esserlo per pietà. Ed è a questo punto che dimentico delle proprie sventure, l’orante ha ormai gli occhi rivolti unicamente a Dio, il suo Creatore. La preghiera raggiunge l’apice dell’estasi, dell’intensità quando l’amore fa perdere di vista ciò che il bisogno domanda. Nel momento in cui l’orante riprende coscienza di se stesso, non chiede più soltanto di essere aiutato: si preoccupa di venire iniziato al timore e alla lode. Quella con tutto il cuore perché il Signore lo guidi nelle vie della verità.

Conclusione
“Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando siedo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. La mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta” (Salmo 139).

Ho usato le parole del Salmo per concludere perché il tema centrale del commento è già tutto racchiuso nelle poche righe citate: la vita dell’uomo è completamente aperta davanti a Dio. Lui solo conosce e scruta le profondità e gli abissi della vita umana e sa di cosa abbiamo bisogno. E dunque solo da Lui l’uomo può ricevere la verità della sua esistenza con tutto ciò che concerne nel bene e nel male. Per capire e apprezzare la propria esistenza l’orante guarda a Dio. Lo ringrazia e lo loda con stupore perché esprime sentimenti che egli prova guardando se stesso alla luce di Dio.

Amen, alleluia, amen!