Vangelo di Matteo – Cap 5,13-16

*Siete voi il sale della terra. Ma se il sale diventa insipido, come ridargli il sapore? Non serve più a nulla: lo si getta via ed è calpestato dalla gente.

*Siete voi la luce del mondo. Non può restare nascosta uan città in cima a un monte.

*Nessuno accende una lucerna e la ,mette sotto il secchio, ma sopra il candelabro per far luce a quanti sono nella casa.

*Così deve brillare la vostra luce agli occhi degli uomini: essi vedranno le vostre opere e riconosceranno il Padre vostro celeste.

Carl Wilhelm Friedrich OesterleyIl ruolo dei seguaci di Gesù viene espresso attraverso le immagini del sale e della luce. Ai tempi di Gesù il sale veniva usato non solo per dare sapore ai cibi, ma anche per conservare carne e pesce. Paragonando i suoi discepoli al sale Gesù intende dire che essi migliorano la qualità dell’esistenza umana e la preservano dalla distruzione. Ai tempi di Gesù le sole lampade disponibili erano dei piccoli oggetti a forma di piatto in cui veniva bruciato l’olio. In confronto alle nostre abitudini, queste lampade non davano certo molta luce, ma in un periodo in cui l’elettricità non esisteva ancora questa luce doveva apparire molto brillante. Chiamando i suoi discepoli luce del mondo, Gesù intende dire che le loro opere devono servire come segnali di luce in un mondo buio. I discepoli sono invitati a far brillare le loro luci come testimonianza della loro fedeltà a Gesù e al Padre celeste..Non solo, il quadro di pensiero che sta dietro sembra essere sapienziale. Infatti il sale era immagine della sapienza e il sale diventato insipido raffigurava una persona diventata stolta e insipiente.

Con ogni probabilità Gesù quando ha rivolto queste parole ai discepoli, in realtà, forse esprimevano la perdita di significato del giudaismo, e rivolte ai capi giudei, intendendo sottolineare la loro grave responsabilità di custodi infedeli della parola del Signore, per cui che essi non commettessero lo stesso errore.

Come possiamo ben comprendere non è difficile scoprire il tema di fondo di questa raccolta redazionale. I discepoli sono responsabili nei confronti di tutta l’umanità. Senza entrare nel merito della missione della Chiesa, bensì al significato che ha nel mondo la sua presenza come testimonianza di vita vissuta. Lo scopo è di portare gli uomini a riconoscere il Padre. Egli si rivela nell’esistenza operativa di coloro che fanno la sua volontà. Le buone opere non sono certo limitate a momenti religiosi e cultuali, ma sono l’espressività concreta propria dei discepoli che, imitando Dio nell’amore verso tutti, anche verso i nemici, si dimostrano figli suoi.

Sale e luce del mondo. Però sussiste il pericolo che si venga meno al grande compito, che si distrugga con le proprie mani la significatività dell’essere cristiani.

Può avvenire che non si mandi più fasci di luce a illuminare gli uomini e che non si insaporisca più l’esistenza. Il rischio, sempre incombente, è che non dica più niente di fecondo e illuminante per tutti, perché non si opera nella linea dell’esistenza propria dei figli di Dio che testimoniano con gesti d’amore disinteressati.

Ecco che Gesù scuote allora come oggi, soprattutto le comunità sparse nel mondo contro la stanchezza e la pigrizia. Le immagini sono molto chiare: il sale che diventa insipido, la luce nascosta, contengono in sé una chiara minaccia. L’abdicazione pratica dei credenti al loro compito di evangelizzare, di amare, di ricercare il “tesoro” con ogni mezzo, priva il mondo del beneficio della testimonianza cristiana, ma ha conseguenze gravissime anche per i credenti, saranno condannati nel giorno ultimo.

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