Apocalisse: Lettere alle Sette Chiese


Sette Chiese

*All’angelo della chiesa di Efeso scrivi: Così parla Colui che tiene nella sua destra le sette stelle e cammina fra i sette candelabri d’oro. *Conosco la tua condotta, la tua fatica, la tua costanza. So che non puoi sopportare i malvagi. Infatti hai messo alla prova quelli che si spacciavano per apostoli e non lo sono, e li hai trovati impostori. *Hai costanza e hai sofferto per il mio nome senza venir meno. *Ma debbo rimproverarti che non hai più l’amore di un tempo. *Considera da quale altezza sei caduto e ritorna alla condotta di prima. Altrimenti io verrò a te e se non ti sarai convertito rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto. *Hai questo di buono, che detesti la condotta dei nicolaiti, che anch’io non sopporto.

*Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. Al vittorioso farò mangiare dall’albero della vita che è nel paradiso di Dio.

*All’angelo della chiesa di Smirne scrivi: Così parla il Primo e l’Ultimo, Colui che era morto ed è tornato alla vita. *Conosco la tua tribolazione, la tua povertà – e tuttavia sei ricco – e la calunnia di coloro che si proclamano giudei e non lo sono, e appartengono invece alla sinagoga di satana. *Non temere ciò che stai per soffrire: il diavolo getterà alcuni di voi in carcere per mettervi alla prova e sarete tribolati dieci giorni. Sii fedele sino alla morte e ti darò la corona della vita. *Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. Il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte.

*All’angelo della chiesa di Pergamo scrivi: Così parla Colui che ha la spada affilata a doppio taglio. *So dove abiti, là dove anche satana ha il suo trono. E tuttavia rimani fedele al mio nome e non hai rinnegato le fede neppure al tempo in cui Antipa, il mio testimone fedele, fu ucciso nella vostra città, dimora di satana. *Ho poche cose contro di te: ci sono in mezzo a te alcuni seguaci della dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balak a far cadere i figli d’Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli doli e ad abbandonarsi alla impurità. *Ci sono pure in mezzo a te anche alcuni che seguono la dottrina dei nicolaiti. *Convertiti dunque. Altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca. *Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. Al vincitore darò la manna nascosta e un sassolino bianco sul quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all’infuori di chi lo riceve.

*All’angelo della chiesa di Tiatira scrivi: così parla il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi ardenti come fuoco e i piedi simili a bronzo splendente. *Conosco le tue opere, la tua carità, la tua fede, il servizio e la costanza, e so che le tue ultime opere sono migliori delle prime. *Ma devo rimproverarti che lasci fare a Iezabele, la donna che si spaccia per profetessa e insegna e seduce i miei servi inducendoli ad abbandonarsi alla fornicazione e a mangiare le carni immolate agli idoli. *Le ho dato il tempo per convertirsi, ma non si vuol convertire dalla sua dissolutezza. *E così io la getterò su un letto di sofferenza, e getterò in una grande tribolazione coloro che commettono con lei adulterio, a meno che si convertano dalle opere che ha loro insegnato. *Colpirò a morte i suoi figli, e così tutte le chiese sapranno che io sono Colui che scruta i sentimenti e i pensieri degli uomini. Darò a ciascuno di voi secondo le proprie opere. *C voi rimanenti, che siete in Tiatira e che non seguite questa dottrina, che non avete conosciuto le profondità di satana – come le chiamano – non imporrò altri doveri. *Piuttosto tenete saldo fino al mio ritorno ciò che possedete. *Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere, darò autorità sopra i popoli, *li guiderà con verga di ferro e li frantumerà come vasi di creta: *gli comunicherò la stessa autorità che mi fu donata dal padre e darò a lui la stella del mattino. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

Capitolo 3

*All’angelo della chiesa di Sardi scrivi: Così parla Colui che possiede i sette spiriti di Dio e le sette stelle. Conosco le tue opere. Ti credi vivo e invece sei morto? *Svegliati, rianima ciò che sta per morire. Le tue opere non sono perfette davanti al mio Dio. Ricorda come hai accolto la Parola, osservala e convertiti, perché se non sarai vigilante, verrò come un ladro senza alcun preavviso. *Tuttavia anche a Sardi ci sono alcuni che non hanno macchiato le loro vesti: questi mi accompagneranno in corteo vestiti di bianco, perché ne sono degni. *Il vincitore sarà vestito di bianco, non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. *Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

*All’angelo della chiesa di Filadelfia scrivi: Così parla il Santo, il Fedele, Colui che ha la chiave di Davide, che quando apre nessuno chiude, e quando chiude nessuno apre. *Conosco le tue opere. Ti ho aperto davanti una porta che nessuno può chiudere. Hai poca forza, e ciò nonostante hai conservato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. *Ebbene, alcuni della sinagoga di satana – di quelli che pretendono essere giudei, ma falsamente, perché non lo sono – li farò venire a prostrarsi ai tuoi piedi e così sapranno che io ti ho amato. *Siccome hai osservato con costanza la mia parola, anch’io ti preserverò nell’ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra. *Verrò presto. Tieni saldamente quello che hai, perché nessuno ti rubi la corona.

Il vincitore lo collocherò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più. Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città di Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo, da presso Dio, insieme con il mio nome nuovo. *Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

*All’angelo della chiesa di Laodicea scrivi: Così parla il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio. *Conosco la tua condotta. So che non sei né freddo né caldo. Se tu fossi almeno freddo o caldo! *E invece, poiché sei tiepido, cioè né freddo né caldo, io sto per vomitarti. *Tu dici: sono ricco, e non ho bisogno di nulla. E non ti accorgi che proprio tu sei il più infelice, misero, povero, cieco e nudo. *Ti esorto a comprare da me oro raffinato nel fuoco, con cui arricchirti davvero; di comprarti delle vesti bianche, con cui coprirti e nascondere la tua nudità, e del collirio con cui ungerti gli occhi. *Quelli che amo, li rimprovero e li castigo. Affrettati a convertirti.

*Ecco: io sto alla porta e busso. Se uno, udendo la mia voce, mi aprirà la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me. *Il vittorioso, lo farò sedere con me sul mio0 trono proprio come io ho vinto e mi sono seduto insieme al Padre sul suo trono. *Chi ha orecchi, ascolti quello che lo Spirito dice alle chiese.

Le sette lettere alle sette chiese fanno da introduzione al vero e proprio discorso di rivelazione. Ci fanno conoscere le tensioni e i problemi delle comunità della fine del primo secolo. E ci indicano i destinatari e i motivi che hanno indotto Giovanni a scrivere le sue visioni. L’impressione è di trovarci davanti a comunità reali, normali, alle prese con contraddizioni che sono anche le nostre. E anche gli avvertimenti che vengono dati sono normali; concreti e attuali.

Uno schema comune. Tutte e sette le lettere sono redatte secondo uno schema fisso. L’indirizzo: “All’angelo della chiesa di….scrivi”. Secondo la concezione giudaica gli angeli sono al governo delle nazioni, delle comunità e degli individui, e sono responsabili della loro condotta.

La presentazione di Gesù Cristo, che dà autorità alla parola del profeta: “Così parla Colui che…”.

L’esame di coscienza, cioè la descrizione delle situazioni in cui la comunità si trova, il bene e il male, elogi e rimproveri: “Mi è nota la tua condotta…”. L’invito all’ascolto (Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese): è un ascolto che richiede disponibilità e capacità di penetrare oltre le apparenze. “Chi ha orecchi da intendere” è infatti il ritornello che spesso chiude la parabole evangeliche. Ciò suppone l’esistenza di ascoltatori incapaci di comprendere. Infine la promessa del premio ai fedeli che superano la prova: “Al vittorioso…”. Sono promesse che anticipano la conclusione dell’Apocalisse. Ad esempio la promessa “Al vittorioso farò mangiare dall’albero della vita che è nel paradiso di Dio” (2,7) anticipa la descrizione del c. 22. E la promessa di 3,12 anticipa la descrizione della Gerusalemme celeste (c.21).

Il Signore della comunità. I titoli con cui Gesù Cristo è presentato all’inizio delle singole lettere sono ripresi dalla visione introduttiva. Gesù è colui che tiene nella destra le sette stelle (simboleggianti gli angeli delle sette chiese; angeli che possiamo interpretare come vescovi o responsabili delle comunità) e cammina fra i sette candelabri (sono le sette chiese); il Primo e l’Ultimo, (il padrone della vita e della morte); Colui che morì e risorse ( è il divino Gesù e ricorda la Croce e tiene saldamente nelle sue mani le sette stelle e i sette candelabri, cioè la chiesa); tiene una spada affilata a doppio taglio ( si riferisce alle parole di Gesù che sono a doppio taglio, vale a dire che possono liberare dalla schiavitù o eseguire la sentenza); i suoi occhi sono fiamma ardente e i suoi piedi simili al bronzo lucente; possiede la chiave che apre e nessuno chiude, chiude e nessuno apre; è il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio.

Da tutta questa serie di affermazioni traspare la convinzione che le comunità sono sotto la signoria di Gesù morto e risorto. La comunità cristiana trova la propria identità confrontandosi con la parola di Gesù. E’ in conformità a questo confronto che scaturisce l’esame di coscienza. La parola del Signore è una spada a doppio taglio, penetra nel profondo ed evidenzia le contraddizioni che invece la comunità vorrebbe nascondere. E’ dunque una parola di giudizio, ma è nel contempo anche una parola di consolazione e di promessa. Le comunità trovano nel loro Signore il giudice e il salvatore.

La situazione delle comunità. Le lettere sono indirizzate a chiese particolari, ma il loro messaggio è destinato a tutta la Chiesa. Una cosa degna di nota: eccezion fatta per Smirne e Filadelfia, il pericolo proveniente dall’interno è più grave di quello proveniente dall’esterno. Gesù conosce la forza e la debolezza di ognuna di loro. La descrizione introduttiva ricorda ad ognuna qualche aspetto rilevante della persona e dell’opera del Salvatore.

Chiesa di Efeso era saldamente stabilita e in possesso di un buon discernimento spirituale. La sua dottrina era ortodossa, ma la sua carità, deficiente – sia nei confronti di Cristo che del prossimo – mentre ne era stata la caratteristica al momento della fondazione.

I Nicolaiti, sono menzionati solo in questa Chiesa. Il loro comportamento aberrante era frutto di una falsa dottrina infiltratasi nella Chiesa di Pergamo.

L’interdizione dell’Albero della vita di Genesi 3,22-24, non esiste più per coloro che sono fedeli a Cristo, il quale dona la vita eterna.

Chiesa di Smirne era materialmente povera, ma ricca delle cose veramente importanti. Gesù si limita ad incoraggiarla; egli ha posto un limite preciso alle sofferenze dei suoi membri e riserva loro il dono della vita nell’oltretomba.

Nella sinagoga di satana, gli ebrei tormentano la Chiesa perché non sono più considerati il popolo di Dio.

Chiesa di Pergamo ha resistito bene agli assalti esterni, ma alcuni dei suoi membri hanno abbracciato false dottrine e stanno reintroducendo antiche pratiche pagane.

Trono di satana, definita così perché Pergamo era, nella regione, il centro principale del culto dell’imperatore; inoltre aveva un enorme altare di Zeus, che dominava la città dall’alto dell’acropoli, mentre la gente accorreva a farsi guarire al tempio di Esculapio: l’espressione allude a una di queste cose: Balaam, Balak (Nm.31,16) “Proprio loro, per suggerimento di Balaam, hanno insegnato agli Israeliti l’infedeltà verso il Signore…per cui venne il flagello nella comunità del Signore”; e Nm. 25, Israele si stabilì a Sittim e il popolo cominciò a trescare con le figlie di Moab. Esse invitarono il popolo ai sacrifici offerti ai loro dei; il popolo mangiò e si prostrò davanti ai loro dei. Israele aderì al culto di Baal e l’ira del Signore si accese contro Israele.

Carni immolate agli idoli: quanto poi alle carni immolate agli idoli, sappiamo di averne tutti scienza…Se qualcuno crede di sapere qualche cosa, non ha ancora imparato come bisogna sapere…Quanto dunque al mangiare le carni immolate agli idoli, noi sappiamo che non esiste alcun idolo al mondo, e che non c’è che un Dio solo…un solo Padre, dal quale tutto proviene…e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose.

Chiesa di Tiatira con elementi disparati. Sotto molti aspetti essa gode di buona salute, però nel suo seno c’è anche una donna influente, pronta a scendere a facili compromessi con il mondo pagano immorale e idolatra e circondata da un certo numero di persone che la pensano come lei; così pure vi sono cristiani, che sono sprofondati nel male, forse per dimostrare la loro superiorità morale o forse perché distinguevano in modo errato (come i greci) tra anima e corpo; quanti però sono rimasti fedeli, hanno a loro disposizione la potenza e la presenza di Cristo (la stella del mattino, c.22,6). Iezabele (20) la perversa moglie del re Acab (1 Re 21,25-26).

Chiesa di Sardi, nonostante tutta la sua fama, la comunità è moribonda. Essa non è minacciata dalla persecuzione, ma dall’apatia, dall’indifferenza e dall’autocompiacimento. I cristiani dimostrano la realtà della propria fede con il modo di vivere. Non è certamente un rito fatto di formule a salvarlo.

Chiesa di Filadelfia, questa lettera, così come quella indirizzata a Smirne, non contiene parole di biasimo. A giudicare da esse non sono le Chiese più grandi, più appariscenti o più prestigiose, a godere necessariamente della miglior salute spirituale. Cristo incoraggia l’azione non dei forti, m di coloro che gli sono fedeli.

Chiesa di Laodicea, il caso peggiore è rappresentato da una chiesa così soddisfatta di sé da non rendersi conto della propria condizione reale. Essa è così distante da quel che dovrebbe essere, che Gesù se ne sta al di fuori e bussa per essere ammesso nella vita dei membri di tale chiesa. La lettera è piena d’allusioni alla vita locale. Laodicea doveva la propria prosperità all’attività finanziaria e alla tessitura di stoffe di lana nera (17-18), andava fiera della sua scuola di medicina ed era rinomata per un unguento speciale per la cura degli occhi (18). L’acqua di cui faceva uso sgorgava da sorgenti calde, situate a poca distanza dalla città (16). La Chiesa era simile a tale acqua, era tiepida, una cosa di cui non aveva affatto motivo di gloriarsi.

La lettura delle lettere (ciò che abbiamo chiamato esame di coscienza) evidenzia con chiarezza tre situazioni. Dal punto di vista di Dio sono delle “prove” che hanno lo scopo di purificare la fede.

La prima situazione, più volte ripetuta, è la presenza nelle comunità (Chiese) di concezioni incompatibili con la vera tradizione cristiana. Tali concezioni sono presentate con frasi, e con semplici allusioni, che ci restano in gran parte sconosciute. Leggiamo che ci sono alcuni che si spacciano per apostoli e non lo sono (2, 3); che certuni professano la dottrina di Balaam (2,14), e che una certa donna Jezabele si vanta di essere profetessa (2,20). Due volte si allude espressamente alla dottrina e alle pratiche dei Nicolaiti (2,6; 2,15). Non è importante sapere in che cosa di preciso consistessero queste eresie. E’ più importante notare che la loro individuazione e la loro conseguente denuncia è fatta sulla base di un confronto con la tradizione. Un passo in proposito è assai esplicito: “Molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo! Badate a voi stessi, perché non abbiate a perdere quello che avete conseguito, ma possiate ricevere una ricompensa piena. Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio” (2 Gv. 1,7-9).

Una seconda situazione presente nelle comunità è la persecuzione da parte dei giudei e, più ampiamente, da parte del mondo Si ripete quella stessa opposizione che il Cristo ha incontrato. La luce fu dapprima combattuta nella persona di Gesù (lui è una luce che disturba): ora continua ad essere condannata nella persona dei suoi discepoli. Il fatto è che il mondo riconosce solo ciò che è suo; vale a dire che il mondo ama le tenebre, e rifiuta tutto ciò che lo denuncia. Questa opposizione a Cristo (da parte della sinagoga e da parte degli eretici che provengono dalla stessa comunità cristiana) è la trascrizione storica di una opposizione più profonda e radicale: l’opposizione di satana al disegno di Dio (2,9). Comunque, il modo con cui questa opposizione si manifesta è sempre il medesimo: rifiuto della verità, menzogna e violenza. Dapprima si cerca di demolire la luce con argomenti menzogneri, ma se poi la luce si rivela ostinata allora non resta che toglierla di mezzo.

Infine la terza situazione presente nelle lettere può sembrare meno drammatica, ma è forse ancora più pericolosa. Non viene dall’esterno, ma germoglia all’interno delle stesse comunità: è la modernizzazione, la perdita della fede primitiva, il compromesso con la logica mondana. Le comunità non hanno più l’amore di un tempo (2,4).

La vita cristiana. Alle comunità che si trovano in tali situazioni Giovanni non dà molti avvertimenti, ma pochi ed essenziali: “Ritorna alla condotta di prima”,“sii fedele sino alla morte”, “convertiti”, “tieni saldamente quello che hai”, “svegliati”, “affrettati a convertirti”. Le direttive sono dunque solo tre: rimanere fedeli – nel dilagare delle novità – alla tradizione che risale alle origini; ritornare alla fede e allo slancio di un tempo; sostenere senza paura la prova.

Apocalisse – Indice