Ma si compiace della legge del Signore

“Ecco l’ancella del Signore, avvenga di me secondo la tua parola” (Lc.1,38). Il “sì” di Maria è un atto d’amore ablativo che non ha precedenti nella storia della salvezza. Maria non solo obbedisce, ma si getta nelle braccia di Dio dopo aver appreso il disegno dell’Altissimo su di lei. Ella non chiede protezione ma si affida fiduciosamente e totalmente alle sue decisioni, e alla sua volontà, al suo progetto. A Maria piace piacere a Dio. Tutto ciò che Egli le chiede, fa. Tutto ciò che Egli le invia, accetta, anche quando le dirà, per bocca del profeta Simeone: “A te stessa una spada trapasserà l’anima” (Lc.2,35).

La fede e l’amore di Maria Vergine emergono, soprattutto, in quattro momenti dell’esperienza del figlio Gesù. Il primo, al tempio di Gerusalemme, dove Gesù intrattiene con sapienza i dottori della Legge: “Non sapevate che io devo attendere alle cose del Padre mio?” (Lc.2,49); il secondo, a Cana di Galilea, dove la Vergine raccomanda ai servi: “Fate tutto quello che vi dirà” (Gv.2,4); il terzo, durante la vita pubblica, Gesù, saputo che sua madre voleva vederlo, coglie l’occasione per esaltare la Vergine Maria e porla ad esempio: “Ecco la madre mia e i miei parenti: chiunque fa la volontà di Dio, questi mi è fratello, sorella e madre” (Mc.8,34-35). Chi più di Maria ha compiuto la volontà di Dio? Il quarto, ai piedi della croce Gesù compie il gesto più espressivo della sua vita: “Vedendo sua madre e, vicino a lei, il discepolo che Egli amava, disse alla madre: “Ecco tuo figlio” Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre” (Gv.19,26-27).

Compiacersi della legge del Signore vuol dire far parte del Tu di Dio, importa l’accettazione totale della sua volontà sull’esempio di Maria. Noi cristiani siamo seguaci del Signore Gesù, ma non tutti apparteniamo al Signore. Seguiamo ma non compiamo quella scelta radicale di Gesù che farebbe di noi degli autentici testimoni di Cristo nel nostro mondo.