Chi dimorerà sul tuo santo monte?

Maria Vergine è talmente di casa con il Signore che l’angelo Gabriele afferma: “Il Signore è con te, o piena di grazia!”. Maria dimora in Dio. Dio dimora in Maria in virtù dell’onnipotenza divina: “La potenza dell’Altissimo ti adombrerà”.

Così descrive Dante la grandezza di Dio in Maria: “Donna se’ tanto grande e tanto vali / che qual vuol grazia e a te non ricorre / sua distanza vuol volare sanz’ali”. Ma al divino poeta sembrano insufficienti queste espressioni per esaltare la grandezza di Maria in Dio, e allora prosegue: “In te misericordia, in te pietate / in te magnificenza, in te s’aduna / quantunque in creatura è di bontate”.

D’altra parte non è possibile concepire la grandezza di Maria escludendola dalla natura umana. Ella appartiene al genere umano, alla stessa maniera di ciascuno di noi e d’ogni uomo, benché preservata dal peccato originale per singolare privilegio della volontà misteriosa di Dio. Pertanto a Maria si devono innalzare, a pieno titolo, questi versi danteschi: “Tu se’ colei che l’umana natura / nobilitasti sì che il suo fattore / non disdegnò di farsi fattura”.

Per noi cristiani la dimora in Dio, o per dimorare in lui, è paragonata al Santo Monte, immagine della perfezione: “Siate perfetti dunque come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt.6,48). Gesù spiega con chiarezza l’itinerario della mente, del cuore e della coscienza verso e in Dio, con l’immagine del pellegrino sulla strada di Emmaus, oppure l’immagine “della strada” con cui egli si presenta nell’Incarnazione, per tracciare il percorso del farsi uomini alla sua maniera.

Gesù si fa pane eucaristico per sostenere il viandante; diventa misericordia e perdono per rigenerare il peccatore alla grazia divina; si fa parola perché l’uomo possa conoscere e ascoltarlo come maestro, come vittima, come risorto, come guida, come meta, come traguardo di “chi cammina dietro di me non cammina nelle tenebre, perché io sono la luce del mondo”.

Preghiera del Salmo 14,2-3.

Colui che cammina senza colpa,
agisce con giustizia e parla lealmente,
chi non dice calunnia con la sua lingua,
non fa danno al suo prossimo
e non lascia insulto al suo vicino.