Sale della terra

IL FATTO DELLA VITA

Riso e fagioli, tutti i giorni: però non ci si stanca e non viene a noia, perché il condimento li rende sempre differenti. E’ il condimento che dà gusto e sapore. Perfino nei cocktail succede la stessa cosa (quelli a base uguale), sono le aggiunte che li rendono di cento e altri sapori.

Cibo senza sale, motore senza benzina, candela senza stoppino, stanza senza luce, radio senza pile: tutte cose che non vanno bene. Come nella vita. Sono sempre le cose più piccole quelle che fanno funzionare le cose grandi. Un po’ di sale è sufficiente per dare sapore a molti chili di riso e fagioli.

Oggi, come al tempo di Gesù. Da buon osservatore Gesù sapeva approfittare di tutte le cose, trasformandole in mezzo di comunicazione del suo insegnamento sul Regno di Dio.

Nota: Spesso, la nostra vita somiglia al riso e fagioli senza condimento: tutti i giorni sono uguali. Una routine che nessuno sopporta. Non c’è gusto: sempre la stessa cosa, lo stesso lavoro, gli stessi bambini che piangono, la stessa scuola, la stessa strada, la stessa gente, lo stesso autobus. Non succede niente di interessante. Tanta gente ne soffre.

Ascoltiamo cosa ci dice Gesù.

DAL VANGELO DI MATTEO 5,13-16 E LUCA 11,34-36 leggiamo le parabole

Commento

Gesù in questi due brani del Vangelo dice che cosa rappresentano i discepoli per l’umanità. Il confronto dei credenti non si fa più con la rivelazione delle esigenze divine, ma con la propria responsabilità nei confronti del mondo.

L’accento cade sulle buone opere che i discepoli sono chiamati a compiere per essere luce e sale della terra. Questa prospettiva etica permette un certo collegamento con il Discorso della Montagna che abbiamo meditato.

Non solo, il quadro di pensiero che sta dietro sembra essere sapienziale. Infatti il sale era immagine della sapienza e il sale diventato insipido raffigurava una persona diventata stolta e insipiente.

Con ogni probabilità Gesù quando ha rivolto queste parole ai discepoli, in realtà, forse esprimevano la perdita di significato del giudaismo, e rivolte ai capi giudei, intendendo sottolineare la loro grave responsabilità di custodi infedeli della parola del Signore, per cui che essi non commettessero lo stesso errore.

Come possiamo ben comprendere non è difficile scoprire il tema di fondo di questa raccolta redazionale. I discepoli sono responsabili nei confronti di tutta l’umanità. Sena entrare nel merito della missione della Chiesa, bensì al significato che ha nel mondo la sua presenza come testimonianza di vita vissuta. Lo scopo è di portare gli uomini a riconoscere il Padre. Egli si rivela nell’esistenza operativa di coloro che fanno la sua volontà. Le buone opere non sono certo limitate a momenti religiosi e cultuali, ma sono l’espressività concreta propria dei discepoli che, imitando Dio nell’amore verso tutti, anche verso i nemici, si dimostrano figli suoi.

Sale e luce del mondo. Però sussiste il pericolo che si venga meno al grande compito, che si distrugga con le proprie mani la significatività dell’essere cristiani.

Può avvenire che non si mandi più fasci di luce a illuminare gli uomini e che non si insaporisca più l’esistenza. Il rischio, sempre incombente, è che non dica più niente di fecondo e illuminante per tutti, perché non si opera nella linea dell’esistenza propria dei figli di Dio che testimoniano con gesti d’amore disinteressati.

Ecco che Gesù scuote allora come oggi, soprattutto le comunità sparse nel mondo contro la stanchezza e la pigrizia. Le immagini sono molto chiare: il sale che diventa insipido, la luce nascosta, contengono in sé una chiara minaccia. L’abdicazione pratica dei credenti al loro compito di evangelizzare, di amare, di ricercare il “tesoro” con ogni mezzo, priva il mondo del beneficio della testimonianza cristiana, ma ha conseguenze gravissime anche per i credenti, saranno condannati nel giorno ultimo.

Amen,alleluia,amen.