Nel cenacolo: Tutti siamo uno

…Come Tu, o Padre, sei in me ed io in Te (Gv.17,21).

Lo sguardo dato da Gesù al posto vuoto di Giuda, si riflette nello sguardo del parroco di fronte ai posti vuoti, alle divisioni interne, quelle delle idee e dei sentimenti; quelle soprattutto che toccano il cuore della comunità di fede, di speranza e di carità, perché compongono “la comunione ecclesiale”.

Gesù vede le divisioni attive e devianti dei suoi apostoli e le corregge proiettando loro gli avvenimenti del futuro con amore smisurato, con pazienza divina.

Queste divisioni hanno il sapore dell’odio, dell’indifferenza, dell’egoismo, ed hanno il potere di lacerare il tessuto dell’unica fede mediante la ribellione, l’arroganza, l’ideologia dei primi, la disobbedienza ai legittimi pastori, alla gerarchia della Chiesa, in nome della libertà di credere e di pensare la fede seguendo, innanzi tutto e prima di tutto, il proprio sentire, volere, i propri interessi, i gusti e le opinioni personali.

Il primato dell’io viene prima del primato di Dio. Si sa che dividere è più facile che unire. Gesù permette alle divisioni della Chiesa di tutti i tempi e di tutte le epoche di farsi presenza in vista di una conversione libera e responsabile.

Egli vede, soffre e paga di persona anche le divisioni del nostro tempo: quelle della nostra Chiesa-parrocchia, promosse dai nostri comportamenti individuali, pur avendo nell’anima la stessa grazia “dell’Unità e Trinità di Dio”. “Voi siete uno in Cristo Gesù. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare” (2 Cor.5,20).

L’unità nella diversità dei doni è frutto dell’amore e dello Spirito Santo. Non bisogna mai scordarlo. Dio manifesta le sue meraviglie spirituali attraverso coloro che ha salvati, santificati e corroborati con i doni dello Spirito Santo.

Lo stupore fiorisce nel ringraziamento a Dio ogni volta che nei fratelli e nelle sorelle della stessa fede si manifestano carismi, mozioni interiori, superiori e diverse dalle nostre. “Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore: vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio che opera tutto in tutti” (1 Cor.12,4-6).

La fede è sentirsi dentro il mistero della volontà divina, che a tutti assegna la grazia della partecipazione alla salvezza propria ed altrui.

Non fermiamoci alle critiche insignificanti di chi frequenta la Chiesa-parrocchia senza l’amore di Dio, e si dispone, purtroppo, a seminare zizzania; asteniamoci anche dalla voglia di vedere il male ovunque, perfino sull’altare, ma lasciamoci permeare dalla Parola che unifica i cuori e le menti dei credenti nella ricerca di ciò che unisce, rifiutando di praticare le vie della maldicenza e della discordia, che, invece, dividono.

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