Nel cenacolo: Da questo conosceranno tutti…

…che siete miei discepoli se avrete amore vicendevole (Gv.13,35).

Con l’Eucaristia, la Chiesa-parrocchia veste l’armatura divina. Essa è la fonte della potenza di Dio, di Dio con noi, “io sono con voi tutti i giorni” (Mt.28,20), nascosta ma operante nello spirito del cristiano e della Chiesa, Corpo Mistico di Cristo.

In essa è presente Gesù Redentore, il Padre Creatore, lo Spirito Santo santificatore, ossia la Trinità di Dio. Gesù nell’Eucaristia annienta se stesso, rivelando un amore “non con, o per, o all’uomo, ma dentro l’uomo, perché gli offre, col Battesimo, prima Pasqua dei cristiani, la porta della salvezza, l’inizio della vita in Cristo, la sorgente della nuova umanità, la dimensione della carità trinitaria rigeneratrice dell’uomo secondo la parola di Gesù: “Non sono venuto ad abolire, ma a perfezionare” (Mt.15,17). Gli apostoli non dimenticano “il progetto dell’amore divino”, enunciato da Cristo nel Cenacolo, anzi ne fanno il programma di una vita risorta e non desistono dall’annunciarlo per l’evangelizzazione delle genti.

L’amore vicendevole genera l’unità della dottrina oggetto di fede, di speranza e d’amore; sviluppa la concordia dei cuori nel rendere grazie a Dio.

Nella stima, nella valutazione e nell’umile ascolto di Dio si manifesta anche la disposizione interiore dell’amore verso i fratelli e le sorelle della stessa fede, ma fa crescere e maturare, soprattutto, la coscienza di essere pietre vive nel corpo mistico di Cristo, in reciproca connessione gli uni con gli altri anche nell’opera missionaria per la salvezza di tutti.

Nel cuore di chi vive l’amore vicendevole sull’esempio di Cristo, s’impone la ricerca di ciò che unisce e non di ciò che divide: “Esaminate ogni cosa e ritenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male, non disprezzate le profezie, non spegnete lo Spirito Santo” (1 Ts.19,22).

Bisogna osservare, con amarezza, che. Oggi, nella Chiesa-parrocchia, è spesso in uso il gioco allo sfascio, o la critica per la critica, allo scopo di abbassare la Chiesa “nella sua azione pastorale”, ad un luogo spento ed infarcito di riti, rispondenti al gusto e alla misura personale, indifferenti alla dottrina e alla morale cristiana, all’autorità della Chiesa, fuori dell’impulso eucaristico e dalla riconciliazione per adattare a se stessi il mistero dell’Amore infinito.

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