Nel cenacolo: Guai a quell’uomo…

…per il quale il figlio dell’uomo è tradito (Mt.14,21).

Nella Chiesa –parrocchia c’è il prolungamento del cenacolo. Tutta l’azione parrocchiale si svolge intorno al Tabernacolo, allo stesso modo che tutti nel cenacolo erano intorno a Cristo, protagonista del Cenacolo. Vi è, soprattutto, una somiglianza interiore, tale da accomunare il parroco e i parrocchiani agli apostoli intorno alla mensa con Gesù, ma tanto diversi dai suoi stati d’animo, dai suoi sentimenti, prospettive per il futuro, interessi immediati.

Chiamati dal Maestro e da lui invitati a celebrare la Pasqua, essi preferiscono trastullarsi nel perimetro delle vanità personali e del proprio mondo. Non sanno leggere, purtroppo, nelle parole e nel cuore del maestro, mentre Egli parla con loro degli avvenimenti che stanno per accadere e nei quali essi stessi saranno coinvolti.

Più fedeli a se stessi che al maestro, più chiusi nel loro sentire che aperti alla rivelazione degli avvenimenti prossimi, essi vanno incontro alla prova più dura, quella cioè di essere costretti a schierarsi o con Cristo o contro Cristo. La loro superficialità è imperdonabile! Anche la mia e la nostra superficialità nel vivere in questa Chiesa, in un’ora decisionale per le sfide che essa deve affrontare, è imperdonabile!

Ed ecco il cristiano che ragiona come Pietro: “Signore, tu lavi i piedi a me?” (Gv.13,6). La presunzione di essere un buon cristiano o un buon apostolo, qualche volta frutto più dell’abitudine che della convinzione di fede vissuta, conduce a non ascoltare la Parola veritativa di Gesù: “!Tu non puoi comprendere, ora, quello che faccio; lo comprenderai dopo”. Nel cenacolo matura e si realizza il tradimento. “Non tutti siete puri! Ben sapeva chi l’avrebbe tradito” (Gv.13,11).

Nella parrocchia c’è chi pensa di non essere capace di tradimento ed osa esclamare: “Io non sono come Giuda! Io non sono come Pietro e gli altri apostoli!” Eppure non ci si accorge che l’attacco alle cose e a se stessi è più radicale dell’attacco a Gesù. Tutto ciò non è forse contro Gesù? Dio lo si allontana facilmente per altri idoli considerati, in concreto, più importanti al momento, nella situazione in cui si vive.

Non si vuol considerare tradimento il compromesso, il tatticismo, il mescolare il Vangelo con la cultura liberale, laicista. Essa rifiuta ogni riferimento a Dio (vedasi, per esempio, la Costituzione Europea); esplicitamente esclude la morale naturale e cattolica per una morale soggettiva, privata, propria e calzante con i diritti e le libertà individuali.

Non ci capita, forse, di frequentare la Chiesa con l’anima fuori del Vangelo e dallo sguardo di Gesù, il quale ci ammonisce con le stesse parole rivolte a Giuda: “Ciò che fai, fallo presto…Giuda preso il boccone, subito uscì” (Gv.13,27-30).

Guai a chi tradisce il suo Battesimo, il Vangelo, la Chiesa, i fratelli e le sorelle nella fede per passare dalla parte di coloro che rifiutano la salvezza cristiana! Eppure Gesù, nonostante ciò, ci considera e ci chiama suoi amici. Ci ama di più.

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