Vangelo di Luca – Cap 3,1-20 al 3,23-38

Battesimo di Cristo - Tiziano

Missione e predicazione di Giovanni Battista

Capitolo 3,1-20

*Il quindicesimo anno dell’impero di Tiberio cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, Filippo suo fratello tetrarca del territorio dell’Iturea e della Traconitide, e Litania tetrarca dell’Abilene, *sotto il pontificato di Anna e Caifa, la parola di Dio fu rivolta a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. *Ed egli percorse tutta la regione del Giordano predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, * come sta scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce che grida nel deserto, preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri. *Ogni valle sarà colmata, ogni monte e colle sarà abbassato; le vie tortuose saranno dritte e i luoghi impervi spianati, *e tutti gli uomini vedranno la salvezza di Dio. *Diceva dunque Giovanni alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire al giudizio imminente? *Fate dunque frutti che dimostrino il cambiamento! Non ingannatevi col dire: Abbiamo per padre Abramo! Vi assicuro che Dio può suscitare figli di Abramo anche da queste pietre. *Già la scure è posta alla radice degli alberi; ogni albero che non fa buoni frutti si taglia e si getta nel fuoco. *Le folle lo interrogavano: Che cosa dobbiamo fare? *Ed egli rispondeva: Chi ha due vesti le spartisca con chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto. *Vennero anche gli esattori del fisco a farsi battezzare e gli dissero: Maestro, che cosa dobbiamo fare? *Egli rispose loro: Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato. *Lo interrogarono anche dei soldati.: E noi, che cosa dobbiamo fare? Egli rispose: Non estorcete nulla con violenze false denunce, ma attenetevi alla vostra percentuale. Intanto l’attesa del popolo cresceva mentre tutti si domandavano in cuor loro riguardo a Giovanni: Che non sia lui il Messia? *Giovanni allora disse apertamente: Io vi battezzo con acqua, ma viene colui che è più forte di me, al quale non sono degno di sciogliere il legaccio dei sandali. Egli vi battezzerà nella forza dello Spirito Santo e fuoco. *Egli ha nella sua mano la pala per mondare la sua aia e raccogliere il frumento nel suo granaio; ma la pula la brucerà con un fuoco inestinguibile. *Così con molte altre esortazioni annunciava al popolo la buona notizia. *Ma il tetrarca Erode, accusato da lui pubblicamente a causa d Erodiade, moglie di suo fratello, e di tutte le altre malvagità commesse, *aggiunse a tutto il resto anche questo: fece rinchiudere Giovanni in carcere.

L’inquadratura storica a grande angolatura, con la descrizione geopolitica della Palestina degli anni trenta d.C., non è una moda o vanità letteraria, ma rientra nella prospettiva di Luca: dare una dimensione storica e un significato teologico alla vicenda di Gesù. Il centro della storia, quello che dà valore e significato al processo degli avvenimenti storici, non è il potere politico mondiale, Tiberio Cesare; non è il potere religioso locale, palestinese, i pontefici di Gerusalemme o i vassalli di Roma, ma la parola di Dio che arriva a Giovanni, figlio di Zaccaria e di Elisabetta nel deserto.

La “salvezza di Dio” emerge da una situazione politica concreta di dominio e di potere profano e religioso. L’azione misteriosa di Dio si fa storia e assume i ritmi della storia. Ha un inizio preciso e si svolge fino al suo compimento. Giovanni Battista non inizia un libro e certamente non fa una predica su Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Quello che evidenzia Luca in questa fase del suo scritto, è il primo avvio e il maturarsi storico di un avvenimento decisivo per tutta la vicenda umana.

Il protagonista è uno solo ed ha per punto focale Gesù Cristo. Giovanni Battista è il banditore che prepara la strada per il “Signore”, che si mette alla testa di tutti gli esuli per condurli alla liberazione definitiva. Luca ha dato questo significato profetico e anticipatore alle parole e ai gesti di Giovanni Battista nel deserto della Giudea, nei pressi del fiume Giordano. Si tratta dell’invito ad un cambiamento radicale di vita, espresso pubblicamente mediante un gesto simbolico d’immersione nell’acqua mentre si ricordano le infedeltà tradizionali del popolo d’Israele, delle quali si rendono solidali i penitenti.

Il gesto simbolico di Giovanni Battista è interpretato con una terminologia chiaramente cristiana. Tuttavia dietro a questa rilettura c’è la ferma convinzione che con la predica e l’azione di Giovanni nel “deserto” è iniziato il tempo decisivo della salvezza portata dal “Signore”. Essa richiede un nuovo orientamento di tutta la propria esistenza, con la certezza che Dio può cambiare radicalmente il passato in forza delle sue promesse di perdono e purificazione. Lo stesso Giovanni con la sua foggia del vestire e nello stile di vita rievoca le figure austere degli antichi profeti, suscitando una vasta reazione popolare. L’immagine del “più forte” evoca le antiche fiducie messianiche dell’eroe divino che in maniera efficace e coraggiosa interviene nella storia per liberare gli oppressi. L’eccezionale dignità di “colui che viene dietro” fa saltare completamente lo schema del rapporto maestro-discepolo. Il salto qualitativo tra il compito del profeta e quello del Messia è espresso da una nuova antitesi: battesimo mediante l’acqua, battesimo mediante lo Spirito Santo.

Qualunque sia stato il rapporto storico tra Giovanni Battista e Gesù ( e i loro seguaci), Luca e gli altri scrittori del N.T. si preoccupano di porre Giovanni nell’orbita d’influenza di Gesù, e di subordinarlo a lui. Lungi dal contraddire Gesù, Giovanni predica esattamente le stesse cose: la conversione del cuore, la venuta del regno di Dio e il portare frutto con le buone opere. Lungi dall’entrare in rivalità con Gesù, Giovanni rende comprensibile fin dal principio quanto la persona e il battesimo di Gesù sono superiori a lui e al battesimo che egli propone.

Giovanni Battista emerge come un fedele predicatore “cristiano”! I suoi ammonimenti sono importanti non solo per Farisei, Scribi e Sadducei, ma anche per tutti i cristiani. La carriera di Giovanni termina, come quella dei profeti classici, in modo violento. La carta d’identità del profeta autentico è la sua libertà nei confronti dei potenti. E Giovanni è un profeta genuino, che denuncia con coraggio le malvagità di Erode, proprio nel suo territorio. Mentre il popolo e i peccatori rispondono all’appello del Battista con la conversione, il potente risponde con la violenza repressiva. E’ il tocco finale, dice Luca, che corona le prepotenze del tetrarca di Galilea. Giovanni ha finito la sua corsa in carcere. E’ questa la sua ultima testimonianza prima dell’ingresso di Gesù. Una testimonianza che anticipa il destino dell’ultimo e definitivo “profeta” rifiutato e ucciso, quello che fonda la speranza di tutti i perseguitati dal potere repressivo.

Il battesimo di Gesù

3,21-22

*Quando tutto il popolo fu battezzato, mentre Gesù, ricevuto lui pure il battesimo, stava pregando, il cielo si aprì *e scese lo Spirito Santo sopra di lui in un’apparenza corporea, come una colomba; e venne una voce dal cielo: Tu sei il mio Figlio diletto, in te mi sono compiaciuto.

Si tratta indubbiamente di un fatto storico, Gesù è stato battezzato da Giovanni Battista. Ci sono pochi passi nel vangelo così importanti come il Battesimo di Gesù, perché nel battesimo di Gesù il Padre parla a suo Figlio che sta iniziando il cammino e gli dice queste parole bellissime e terribili: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”..

Giovanni dimostra la sua umiltà, e mostra la sua intuizione profetica rivelando che Gesù è “colui che viene è più forte di me, al quale non sono degno di sciogliere il legaccio dei sandali”.

La richiesta di Gesù di essere battezzato è in accordo con la volontà di Dio; ciò deve essere fatto al fine di adempiere i piani divini “Egli vi battezzerà nella forza dello Spirito Santo e fuoco”. E sarà colui che giudicherà gli uomini alla fine dei temi (pala, aia, frumento, pula, e fuoco inestinguibile). Così Luca ci spiega che Gesù, colui che è senza peccato, aveva potuto ricevere un battesimo di penitenza.

L’uscita dalle acque del Giordano è accompagnata da una serie di fenomeni straordinari, soprannaturali. Infatti, con l’aprirsi del cielo si è aperto un varco anche tra cielo e la terra. La discesa dello Spirito Santo “come una colomba” richiama alla mente l’attività dello Spirito di Dio nella creazione. La voce dal cielo descrive Gesù con espressioni tratte da passi dell’A.T. (Gn.22,1; Sal.2,7; Is. 42,1). Il racconto giunge al suo apice nell’identificazione di Gesù come Figlio di Dio. Quindi tutto ciò che compirà nel corso del suo ministero, sarà molto importante perché è fatto dal Figlio di Dio stesso. Un’era nuova è cominciata sotto il potere di Dio, e in essa tutti i piani di Dio saranno realizzati.

Genealogia di Gesù

Capitolo 3,23-38

*Gesù, quando incominciò (la sua attività) aveva circa trent’anni. Era figlio, come si credeva, di Giuseppe, e questi era figlio di Eli,*figlio di Mattat, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Dannai, figlio di Giuseppe, *figlio di Mattatia, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggai, *figlio di Maat, figlio di Mattatia, figlio di Seméin, figlio di Iosech, figlio di Ioda, *figlio di Ioanan, figlio di Resa, figlio di Zorobabél, figlio di Salatile, figlio di Neri, *figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam,figlio di Elmadam, figlio di Er, *figlio di Gesù, figlio di Eliézer, figlio di Iorim, figlio di Mattat, figlio di Levi, *figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliacim, *figlio di Melea, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natam, figlio di Davide, *figlio di Iesse, figlio di Iobed, figlio di Booz, figlio di Sala, figlio di Naasson, *figlio di Aminadab, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio d Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda, *figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor, *figlio di Seruch, figlio di Ragau, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala, *figlio di Cainam, figlio di Arfaxad, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamech, *figlio di Maturala, figlio di Enoch, figlio di Iared, figlio di Malaleél, figlio di Cainam, *figlio di Enosh, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.

La genealogia di Gesù dà l’impressione di un arido elenco di nomi senza specificare nessun significato religioso. Per comprendere l’intenzione di Luca nel riferire l’elenco dobbiamo tener conto della cornice letteraria e delle sottolineature discrete dell’evangelista. Vale a dire che nel racconto immediatamente precedente, il battesimo di Gesù, sul quale è disceso lo Spirito Santo, egli è stato proclamato da Dio stesso Figlio unico. Nell’elenco Gesù viene presentato come “Figlio di Dio” per mezzo della catena delle generazioni umane. Infatti, l’albero genealogico di Luca risale fino a Adamo, “figlio di Dio”. In altri termini in Gesù è concentrata tutta la storia umana iniziata con Adamo.

Gesù è stato proclamato “figlio di Davide”, dalla predicazione apostolica e da un’antichissima confessione di fede (Rom.1,3) e l’elenco soprascritto dimostra la discendenza davidica di Gesù, fondamento della sua legittimità messianica. Nonostante la nascita verginale di Gesù, Luca presenta la sua genealogia attraverso Giuseppe, perché nell’A.T. le discendenze vengono stabilite solo lungo la linea maschile.

A differenza di Matteo, che mette la genealogia di Gesù all’inizio del suo libro, Luca non vuole indicare la discendenza umana di Gesù che dopo aver riportato la sua filiazione divina (1,35; 3,22). A Luca preme far risalire Gesù a Adamo, e non ad Abramo, per segnalare il suo legame con tutta quanta l’umanità. Egli non cita nessun re tra Davide e Salatiel, ma piuttosto nomi di profeti. Si tratta di un tornante decisivo della storia biblica. Davide è l’unico re della lista di Luca. Per mezzo del padre Giuseppe, Gesù è un discendente nella linea davidica, in cui conservate le promesse messianiche. Per conciliare la discendenza maschile, l’unica giuridicamente valida, con quanto ha narrato Luca circa il concepimento verginale di Gesù, 1,26-38, l’evangelista aggiunge una nota redazionale: Gesù era figlio di Giuseppe, ma solo nell’opinione della gente, 3,23.

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