Sergio e Elena

Parte nona – La preghiera notturna

Finalmente in quel periodo trovammo un padre spirituale per la nostra comunità di preghiera: don Lino. Ma soprattutto quello fu anche il periodo in cui comprendemmo che benché chiamati alla preghiera comunitaria, dovevamo anche, seguendo un impulso strano, nonché misterioso, alzarci di notte e pregare Dio Padre in segreto (questo periodo durò tre anni circa, che poi si è protratto fino ai giorni nostri in maniera alternata). Avevamo la necessità di assimilare nel silenzio e nella riflessione, in quell’intimo a tu per tu con Dio che è l’orazione mentale chiamata comunemente meditazione. Dovevamo meditare la Legge del Signore, la sua Parola, i suoi insegnamenti, i suoi misteri per approfondire il significato e tradurlo nella concretezza quotidiana comunicandolo agli altri confratelli (è in questo periodo che è nato www.adonaj.it.(fede speranza amore).

Avevamo compreso che senza questo approfondimento interiore, la Parola di Dio non penetra nello spirito, rimane in superficie e non può tradursi in vita. Non era sufficiente ascoltare con l’udito esteriore, poiché si trattava del primo passo; occorreva l’ascolto interiore del cuore che, lasciandosi permeare dalla Parola divina, acquista quelle convinzioni profonde che si tramutano in buon terreno per il seme. Il fatto è che quando si prega si parla col Signore Creatore, quindi la parola diventa allora viva perché Dio stesso la illumina facendoci intendere il senso e le applicazioni pratiche alla vita quotidiana modificandosi in adesione, accettazione, abbandono, slancio di amore verso Lui stesso, rinnovato fervore per il suo servizio, proposito di bene e di ringraziamento.

Come nella parabola del seminatore, se diventiamo fertile terreno tutti gli uomini vengono chiamati all’ascolto di Dio.

Per ognuno di noi Dio stesso ha detto indicando Gesù: “Questi è il mio Figlio diletto, ascoltatelo!” (Mt.17,5).

Ecco che ascoltando Gesù, si ascolta il Verbo eterno, la Parola che rivela il Padre e si entra in comunione con lui conoscendolo. Così questa conoscenza di Dio, raggiunta attraverso l’assimilazione della Sacra Scrittura, l’insegnamento della Chiesa, e più ancora mediante l’ascolto interiore, attraverso la meditazione della voce intima di Dio, Lui si manifesta a coloro che lo amano e lo cercano con vivo desiderio, sincero, costante. Allora una luce e un amore prima sconosciuto, veramente frutto dei doni dello Spirito Santo, vengono progressivamente infusi nei fedeli, mediante i quali essi conoscono Dio in un modo nuovo, divenendone suoi strumenti.

Questo senso profondo della divinità, questa beatitudine, questo modo di conoscere e amare Dio è come acqua viva che disseta lo Spirito che è in noi, ed è il grado iniziale della contemplazione, dono prezioso e gratuito del Signore. Fu così che iniziammo a percepire, nelle veglie notturne, attorno a noi o in ciò che toccavamo, un intenso profumo di rosa ( il medesimo del giorno 11 giugno 2012, quando Elena fu portata in cielo, che aveva inondato la stanza numero 9), oppure volti, o visioni premonitrici.