Vangelo di Marco – Cap 2

Quinta controversia.
L’uomo guarito in giorno di sabato 3,1-6

*Gesù entrò di nuovo nella sinagoga, dove si trovava un uomo che aveva una mano inaridita.*E lo spiavano per vedere se lo guarisse di sabato per poterlo accusare. *E disse all’uomo che aveva la mano inaridita: Mettiti qui in mezzo. *Poi chiese loro: Di sabato è lecito fare del bene o del male, salvare una vita o perderla? Ma quelli tacevano. *E gettando tutt’intorno uno sguardo con sdegno, amareggiato per la durezza del loro cuore, disse all’uomo: Stendi la mano. Egli la tese e la sua mano fu risanata. *I farisei, usciti, subito tennero una riunione con gli erodiani contro di lui per farlo morire.

Anche in questi versetti il punto di discussione è ancora l’interpretazione e applicazione della legge del riposo sabbatico. La casistica degli esperti giudaici prevedeva la possibilità di interventi curativi in giorno di sabato solo nel caso di grave necessità o pericolo di vita. Ecco perché il paralitico alla mano rappresenta un test per verificare l’ortodossia di Gesù nei confronti della legge del sabato. La presenza del malato e di quelli che osservano Gesù è una tacita ma chiara domanda. Gesù, conoscendo i loro pensieri e il loro modo di agire, risponde con una controdomanda lineare e acuta. Egli dapprima pone il problema sul piano generale dei valori: è lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male? Come notiamo, non esiste una posizione neutrale.

Infatti, Gesù non esita, proprio di sabato, guarire l’uomo “che aveva una mano secca”. E lo fa nonostante l’atteggiamento malevolo dei farisei per dimostrare loro che non solo è lecito fare il bene in giorno di sabato, ma che le opere buone a sollievo dei fratelli sofferenti devono completare la santificazione del giorno del Signore. I farisei non ragionano più, il loro spirito è come bloccato da un’idea fissa: Gesù deve morire. La ragione? Si tratta di un profeta scomodo, uno che non lascia tranquilli, uno che non dà tregua all’iniquità, alla doppiezza, alla falsità. Quasi nemmeno odono La domanda che Gesù ha posto, con l’intento di farli riflettere. Soprattutto nemmeno si accorgono della tristezza che il loro atteggiamento suscita in Gesù. Dei vangeli sinottici, soltanto Marco accenna allo sdegno di Gesù e al suo sconforto a causa della chiusura e ottusità dei farisei. Tutto ciò prepara la conclusione del v.6 e fa intravedere la fine violenta di Gesù. La decisione di uccidere Gesù da parte dei responsabili religiosi, farisei, politico, erodiani, obbedisce alla logica di un sistema che cerca di autoconservarsi.

La guarigione del malato, in sintesi, è un’evidente provocazione nei confronti del sistema. Un atteggiamento di rottura che condurrà alla croce. Se rileggiamo le cinque controversie, ci accorgiamo di trovarci di fronte ad un mini vangelo, nel quale è concentrato tutto il dramma che matura attorno alla persona di Gesù, colui che ha preteso di prender il posto di Dio nel perdono dei peccati, la presa di posizione di fronte alle stratificazioni socio -religiose, alla pratica del digiuno e all’istituzione del sabato. Gesù non ha proposto una riforma da discutere, ma se stesso. L’ultimo confronto tragico con gli avversari sarà anche l’ultima e definitiva risposta di Gesù e la rivelazione piena della sua identità. Anche oggigiorno ci sono uomini che s’interrogano circa questo o quel punto della fede cristiana. Non riescono ad ammettere, non si sentono di accettare, ma cercano con cuore sincero. La verità, che è Gesù Cristo, si farà certamente trovare, anche se è scritto nei disegni di Dio che la strada debba essere lunga.

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