La conversione – 5

San Pio da Pietrelcina e il profumo

Padre PioAlla parete della mia camera tra i vari santini vi era appeso quello di San Pio da Pietralcina, allora era ancora il beato padre Pio, non lo conoscevo, ma avevo da tempo quel santino, che in quel momento interruppe il mio grido di dolore e cadde sul letto. Cominciai a recitare la preghiera che vi era nel retro e mi addormentai esausta. Verso la mezzanotte fui svegliata da un intensissimo profumo di fiori, di gelsomino precisamente, lo conoscevo quel profumo perché mia zia possiede dei gelsomini, era intenso forte e invadeva tutta la stanza. Mi chiedevo da dove provenisse, non c’erano fiori nella mia camera, né candele profumate, non c’era niente di profumato.

Mi alzai e cominciai ad annusare tutto per comprendere da dove provenisse, ma niente, lo sentivo, ma non proveniva da niente che fosse in quella stanza, forse da quel santino….che dimorava ancora nel mio petto, perché mi ero addormentata così. L’indomani non ero molto conscia di ciò che mi stava capitando, vivevo tutto inconsapevolmente, senza farmi troppe domande, pensai di essermelo sognato, ma sapevo che non era così. Il personaggio Padre Pio aveva catturato la mia attenzione e volevo capire chi era, anche perché cominciai ad avvertire una leggerissima pressione verso tutto ciò che riguardava la sua figura. Non tardai l’attesa, quando attraverso un libro di una amica, cominciai a capire chi fosse Padre Pio. Proprio attraverso la lettura di quelle pagine avevo compreso che quel profumo era indice della sua vicinanza spirituale, del suo incitamento alla preghiera, poiché vi era in riserbo l’aiuto divino, la concessione e l’opportunità della guarigione che avevo tanto disperatamente chiesto. Ma allora non avevo compreso che quell’aiuto comprendeva anche la mia “guarigione”, non fisica ma dell’anima. Dio opera nelle guarigioni fisiche ma anche e soprattutto opera nel guarire le ferite dell’anima. Per ognuno di noi vi è un disegno, un progetto, un percorso diverso, che spesso non riconosciamo, non lo vediamo, siamo cechi, ma anche la vista è un dono di Dio, tutto è un dono di Dio.

San Giovanni Rotondo

Nei giorni seguenti cominciava dentro di me ad agitarsi un richiamo verso la terra del Padre, San Giovanni Rotondo. La sua figura si faceva sempre più intensa, la percezione di quell’entità d’amore diveniva dentro di me sempre più consapevole. Si stavano avvicinando le vacanze estive e il mio pensiero era rivolto verso San Giovanni Rotondo, oltretutto la casa nativa di mio padre, dove trascorrevo le vacanze estive distanziava un’ora da lì.

Quando arrivai in Molise al confine con la Puglia la sua presenza si fece molto assidua. Capivo che ciò che sentivo apparteneva ad una dimensione spirituale diversa da quella terrena, sentivo un leggero sollevamento da terra, mi sentivo forte, protetta come se nessuno potesse farmi alcun male, invincibile. Portavo sempre con me il santino del Santo da dove era iniziato il tutto. Avevo una grande gioia dentro ed ero molto serena come non lo ero stata mai o almeno poche volte nella mia vita. Aspettavo di incontrarlo, non vedevo l’ora di vederlo, di arrivare da lui. In seguito ci furono alcune circostanze negative che mi spinsero a tornare indietro, ero combattuta perché il mio amore stava male, ma non tornai indietro, ero turbata, pallida ma io dovevo andare li, il richiamo era sempre più forte e intenso, dovevo solo lasciarmi trasportare da quello spirito d’amore. Tanto che accade un episodio particolare che io lessi come ulteriore segnale per non deviare il mio cammino. Nel pomeriggio andai a riposare e misi la foto del santino sotto il cuscino, ero molto stanca e stavo pensando di ritornare indietro, ero confusa e provata. Quando mi svegliai ritrovai il santino dentro il cuscino rivoltato con le clips chiuse, li capii veramente che dovevo andare, che niente doveva fermarmi.

La conversione – 6

Indice: Il Dono Più Grande (di Maria Cristina)