Nel Getsemani: Padre, nelle tue mani…

…affido il mio spirito (Lc.23,46).

Gesù scende nella morte e libera chiunque si trovi sotto il suo potere. I segni visibili della sua vittoria invisibile è così descritta dagli evangelisti e dai testimoni oculari: “Il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, e le tombe s’aprirono e molti corpi di santi che erano morti risuscitarono e, entrarono nella Città Santa e apparvero a molti. Il Centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, veduto il terremoto e le cose che accadevano, temettero fortemente e dissero: Veramente questi era Figlio di Dio” (Mt.27,54).

Gesù è vivo. Gesù non può morire perché Dio. Gesù risorge nell’uomo nuovo trascinando con sé l’umanità del passato e del presente che ha creduto, sperato, amato e vissuto seguendo i voleri di Dio, fedele all’Alleanza antica, ora sostituita dalla Nuova Alleanza nel Figlio di Dio, risorto da morte.

Gli occhi in lacrime della Madre di Gesù e delle donne che l’accompagnano, sono luminosi: “Luce da luce”. “La vera luce che illumina ogni uomo stava per venire nel mondo. In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini, e la luce risplende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno accolta” (Gv.1,4-5.9).

La Vergine Maria assiste alla nuova nascita del Figlio Gesù che brilla come la notte di natale, di fronte alle tenebre, alla volontà dei potenti, alle ideologie perverse, al principe del male, alle forze dell’inferno. In questo modo caro cristiano parrocchiano, Gesù associa Maria, sua e nostra Madre, alla nuova avventura destinata a tutto il mondo.

Anche noi partecipiamo, in virtù del battesimo, a quest’avventura con tutto noi stessi per la salvezza dell’umanità del nostro tempo. Maria, Madre del genere umano; Madre della misericordia; Madre della Divina Grazia e Madre della resurrezione. La piccola Chiesa-parrocchia accoglie “Il Vangelo della vita risorta” esclamando : ”Signore mio e Dio mio” (Gv.20,28).

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