Nel Getsemani: Donna, ecco tuo figlio…

…figlio, ecco tua madre.

L’odio del Calvario produce un’irreparabile carneficina. Tuttavia Gesù, vittima sacrificata, continua nell’incessante opera d’amore verso l’umanità. L’amore non si smentisce né in vita né in morte. Perché è cosciente di se stesso. E Gesù è una vittima cosciente, libera e responsabile che obbedisce alla volontà del Padre senza esitazione.

Egli soffre per me, per te, per noi, cosi cristiani parrocchiani, per tutti gli uomini che non sanno leggere o almeno intravedere il suo amore smisurato. Eppure se l’amore non è amato, ma crocifisso come in questo caso, Gesù non smette d’amare, soprattutto coloro che lo rifiutano, lo bestemmiano, lo crocifiggono, lo gettano nella spazzatura.

C’è chi grida in questo scenario: “Non abbiamo altro re che Cesare…Crocifiggilo!”. Con lo stesso sguardo cogliamo il Cristo del Tabernacolo della Chiesa-parrocchia, in cui il ministro agisce “in Persona Christi” in memoria della sua passione, morte e resurrezione.
Ogni mattino Gesù ci offre questa possibilità con la Santa Messa, il memoriale del Calvario, il pane di vita, il paradiso in esilio. Allo stesso modo egli ci offre, gratuitamente il giorno per incontrarci, per conoscerci e per farsi conoscere, per amarci ed essere amato, per servirci, affinché noi impariamo a servirlo nei fratelli come ha fatto lui stesso: “Dopo avere amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv.13,1).

E ogni mattino ci giunge cari cristiani parrocchiani la sua voce che rinnova il gesto del calvario: il gesto che contiene l’eredità più cara del suo cuore. Gesù rivolto a Maria dice: “Donna, ecco tuo figlio”. Poi rivolto a Giovanni dichiara: “Figlio, ecco tua madre”. Nessuno poteva prevedere questa divina carità. La donazione è d’incalcolabile valore.

L’umanità ha una Madre: la Madre del Figlio di Dio. La Madonna è unita a Cristo morente e con lui partecipa, in modo mistico, ma reale, alla vittoria sulla sua e sulla nostra morte.

Ciascuno di noi, cari cristiani parrocchiani, possediamo in Gesù la libertà dei figli di Dio, davanti alla quale la morte è impotente.
In Gesù Amore, la nostra morte partecipa alla morte di Cristo secondo la volontà del Padre. Gesù sa quanto sia necessario, nel proseguimento della nostra vita interiore, la guida, la carità e l’interpretazione di Maria allo scopo di comprendere il mistero della redenzione per evitare la crisi dell’incredulità dopo la morte del maestro. Chiediamo a Maria di rivelarci, in segreto, nell’intimo del cuore, le caratteristiche del tuo amore, o Gesù.

Desideriamo conoscere tutto di te, come uomo e come Dio. Poiché, nella nostra Chiesa-parrocchia, sentiamo profondamente la sete di te. Non ci accontentiamo del sapere chi sei, ma perché sei fra noi; cosa possiamo e dobbiamo fare noi per riceverti secondo i desideri del tuo cuore conforme alla volontà del Padre, che ti ha inviato a noi.

C’è in Maria Vergine una costante: l’amore dato a Gesù ora lo riversa su noi uomini. Maria, madre nostra, non ci abbandona mai e non desiste dal ripeterci: “Fate tutto quello che Egli vi dirà” (Gv.2,5).

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