Il Giorno del Signore: la Santa Messa – 5

Credo e preghiera dei fedeli

“Credo in un solo Dio,
Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili ed invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito
Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli:
Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero,
generato, non creato, della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui tutte le cose sono state create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo,
e per opera dello Spirito Santo si incarnato nel seno
della Vergine Maria e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,
morì e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture,
è salito al cielo, siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi
E i morti, e il suo regno non avrà fine.
Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita,
e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre
e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato
per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa,
una, santa, cattolica e apostolica.
Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti e la vita
Del mondo che verrà. Amen.

Nell’istante in cui ci alziamo in piedi e proclamiamo il Credo, ci alziamo per testimoniare la nostra decisione per Gesù Cristo nella nostra vita. Allo stesso modo in cui, in varie denominazioni cristiane, le persone sono incoraggiate a prendere la decisione personale di accettare Gesù Cristo nella loro vita, noi cattolici, recitando il Credo nella Santa Messa, rinnoviamo ogni volta la nostra professione di fede. In altre parole proclamiamo pubblicamente che accettiamo Gesù Cristo come Signore. Occorre che noi cattolici siamo consapevoli di quello che diciamo. Quando recitiamo il Credo, stiamo esercitando il dono inestimabile del libero arbitrio. Dio ci ama tanto che ci fornisce uno dei doni più grandi, il dono della libertà. Certo, noi possiamo dirgli di no. Tutti noi probabilmente continuiamo a dirgli “no” in certe aree della nostra esistenza. Tuttavia quando siamo pronti a dirgli di “sì” e ad aprirgli la porta del nostro cuore, il nostro amorevole Padre celeste ci riempie col suo amore. Quando diciamo “sì, Signore”, scende su di noi lo Spirito Santo e si muove in noi e per mezzo di noi in modo potente. Quando recitiamo il Credo, chiediamo al Padre la grazia di lasciarci possedere e usare da Lui.

“Signore, ti chiedo oggi di dirti di “sì”. Signore, ho peccato, ma mi pento dei miei peccati. Tu mi hai perdonato. Ti chiedo oggi la grazia di perdonare me stesso. Ti chiedo, Signore, di riempirmi col tuo Santo Spirito e di riempirmi d’amore. Riempimi di guarigione, riempimi di pace, riempimi di gioia. Grazie, Signore, perché credo che se ti apro la porta del mio cuore, Tu entrerai meglio. Io ti chiedo di essere il Signore e il Salvatore della mia vita, della mia famiglia, di tutti i miei affari. Grazie, Padre celeste. Grazie Gesù. Grazie Spirito Santo”.

Quando recitiamo il Credo, chiediamo la grazia di continuare a dire “sì” ad un livello sempre più profondo e intimo. Ogni giorno dobbiamo dire “sì” a nostro Padre. Ogni giorno dobbiamo dire: “Vieni, Spirito Santo, riempi il mio cuore, accendi in me il fuoco del tuo amore. Fondimi, plasmami, riempimi, usami. Vieni, Spirito Santo”.

Quando diciamo il Credo, noi stiamo dicendo con l’apostolo Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal.2,20).

Quando professiamo la nostra fede per mezzo del Credo, diamo il nostro contributo per compensare gli insegnamenti pagani e ateistici nella nostra società.

Preghiera dei fedeli

In questo preciso momento il Signore sta dicendo alla Chiesa: “Io ho cercato fra loro un uomo che costruisse un muro e si ergesse sulla breccia di fronte a me, per difendere il paese perché io non lo devastassi, ma non l’ho trovato” (Ez.22,30).

In Galati 6,2, Paolo ci dice: “Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo”.

Portare significa sollevare nel senso di rimuovere. Poiché intercessori, stiamo dando il nostro consenso ad aiutare a portare i pesi degli altri finché non ne saranno liberati. L’intercessione è una santa chiamata nel Corpo di Cristo. Infatti, Gesù ci chiama a pregare per il mondo in crisi; ad intercedere per i capi delle nazioni perché promulghino leggi di giustizia, per le autorità civili ed ecclesiastiche.

Ci dice di implorare la conversione delle persone che dirigono cliniche dove si pratica l’aborto e l’eutanasia. Ci chiama a pregare per i mezzi di comunicazione, perché i loro responsabili presentino film e spettacoli edificanti. Ci chiama a pregare per coloro che hanno subito violenze sessuali, fisiche o verbali; perché non agiscano sulla base delle loro frustrazioni, del loro dolore e della rabbia nei confronti degli altri; perché siano guariti. Ci chiama a pregare per tutte le persone ammalate e bisognose.

Ci chiama a pregare per la riconciliazione nelle famiglie, per i mariti, perché siano veri mariti per le loro mogli, senza atteggiamenti di superiorità, ma accettandosi come creature di Dio. Ci chiama a pregare per le mogli, perché siano donne di Dio, mogli fedeli, ispiratrici, amorevoli. Ci chiama a pregare per i genitori, perché sostengano i loro figli, insegnando con il loro stile di vita. Ci chiama a pregare per i figli, perché siano pieni dell’amore di Gesù e non corrotti o sedotti dal male del mondo. Ci chiama a pregare perché i nostri figli incontrino Gesù come Signore e Salvatore. Ci chiama a pregare per i sacerdoti, perché diventino sempre più uomini di profonda preghiera. Ci chiama a pregare per i consacrati, gli abbandonati, per i soli, perché tutti abbiano a trovare il conforto, la comprensione, la solidarietà degli uomini in Cristo Gesù.

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