Il Giorno del Signore: la Santa Messa – 4

Letture dalla scrittura

Nel momento in cui il messaggio del Vangelo viene rivelato e spiegato all’assemblea, c’è spesso un pensiero, un’ispirazione o una provocazione che aiuterà l’ascoltatore ad aprirsi maggiormente all’amore che risana del Signore.

Nell’ascoltare l’officiante, molte volte la Parola della Scrittura sentita poco prima diventa “rhema”: giungiamo, cioè, a comprendere con chiarezza che il Signore ci sta dando personalmente un’indicazione e una direzione da eseguire. Attraverso la liturgia della Parola il Signore parla veramente al suo popolo, chiamando ciascuno di noi a diventare più consapevole della sua presenza e del suo amore.

L’omelia ha la gran facoltà di aprire il nostro cuore. Come accadde ai discepoli sulla via di Emmaus (vedi sezione parabole il brano meditato), i nostri occhi si aprono al vedere la presenza sonante di Gesù nella Scrittura… “In quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversando di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo…E iniziando da Mosé e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui… Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Ed ecco si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava la Scrittura?”

La potenza che scorre attraverso noi fino agli altri proviene dalla nostra intimità con Gesù molto più che da qualsiasi abilità appresa in un corso d’oratoria. Infatti, l’omelia, pare sempre più (purtroppo) una lezione mancante d’entusiasmo, mentre i fedeli avrebbero necessità di provarlo, di emozionarsi quando si proclama la Buona Novella di Gesù Cristo.

Quante volte ho sentito dire che i sacerdoti non collocano al loro stesso livello e non prendono in considerazione le necessità reali dei fedeli. Ecco perché prima dell’omelia dobbiamo dire al Signore: “Io credo che mi parlerai, attraverso il sacerdote…che le parole che ascolterò penetreranno nella mia mente e metteranno radici nel mio cuore. Sono certo che mi aiuteranno a sviluppare nuovi atteggiamenti giusti per ottenere guarigione e liberazione”.

Il Signore Gesù è interessato a parlare con noi, ed è talmente vero che potremmo persino sentire cose che durante l’omelia non sono state dette.

Il Signore fa sentire ai suoi fedeli quello che può essere utile per noi in quel momento della nostra esistenza.

Nell’ascoltare l’omelia, poniamoci queste domande: “Che cosa mi sta dicendo Dio in questo momento? Che cosa ho io bisogno di ascoltare fa Lui? Chi è Gesù per noi?, perdono, fede, preghiera, accettazione di sé, amore?”

Ogni risposta che cattura la nostra attenzione durante la Messa, scriviamola e collochiamola in un luogo visibile e permettiamo al Signore di rivelare il suo significato nei giorni successivi. Le Parole della Sacra Scrittura donano la vita “Io sono venuto perché abbiano la vita e la abbiano in abbondanza” (Gv.10,10). E ancora: “Così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza avere operato ciò che desidero e senza avere compiuto ciò per cui l’ho mandata” (Is.55,11).

Il Giorno del Signore: la Santa Messa – Indice