Il Giorno del Signore: la Santa Messa – 2

Riporto dal testo conciliare:

“Secondo la tradizione apostolica, che trae origine dal giorno stesso della resurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente giorno del Signore, o Domenica. In questo giorno, infatti, i fedeli si riuniscono in assemblea perché, ascoltando la parola di Dio e partecipando all’Eucaristia, facciano memoria della passione, della resurrezione e della gloria del Signore Gesù, e rendano grazie a Dio che li ha rigenerati nella speranza viva per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti. Per questo la Domenica è il giorno di festa primordiale che deve essere proposto e continuamente offerto alla pietà dei fedeli, in modo che divenga anche giorno di gioia e d’astensione dal lavoro” (Sacrosanctum Concilium, nr. 106).

Riti di introduzione

Nel momento in cui entriamo in Chiesa, consideriamo la grazia di Dio che ci ha condotto a quel momento. Rammentiamo la prima volta che abbiamo detto: “Signore, sei tu il Signore della mia vita?” Alcuni impiegano molto tempo, forse anni, per scoprire il Signore e la sua pienezza, la gioia, la pace, l’amore. Potremmo anche sentirci in colpa per questo. Non scordiamoci di San Pietro. Camminava accanto a Gesù ed era la pietra sulla quale il Signore aveva scelto di edificare la sua Chiesa. Nonostante ciò, fu sorpreso quando vide la tomba vuota. Gesù è infinitamente paziente con la nostra lenta capacità di apprendere e continua ad attirarci a sé.

Quando entriamo in Chiesa, ci segniamo con l’acqua benedetta nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo per guarirci e scacciare i demoni. Molti santi, tra cui Santa Teresa d’Avila, consigliano di usare l’acqua benedetta da porre sulle parti malate e di benedire la propria casa. Il fatto è che quando ci facciamo il segno della croce con quest’acqua dobbiamo attenderci un’abbondante benedizione dal Signore. Infatti, si benedice l’acqua per la guarigione e liberazione da tutto ciò che è nocivo, pericoloso e non appartenente al regno di Dio.

La preghiera per la benedizione dell’acqua dice:
“Sii benedetto, Dio Onnipotente, origine e fonte della vita; stendi la tua mano su di noi e su quest’acqua a sollievo del corpo e dell’anima; nella tua misericordia fa scaturire in noi l’acqua viva della salvezza, perché possiamo accostarci a te con cuore puro. Per Cristo nostro Signore. Amen.”
Dopo il segno della croce inizia la liturgia. L’officiante dice:
“La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunicazione dello Spirito Santo siano con tutti voi” (2 Cor.13,13).

Qual è il significato?
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo.. La grazia è un favore gratuito e immeritato. Il catechismo della Chiesa cattolica afferma: “La grazia è il favore, il soccorso gratuito che Dio ci dà perché rispondiamo al suo invito: diventare figli di Dio, figli adottivi, partecipi della natura divina, della vita eterna. La grazia è una partecipazione alla vita di Dio; c’introduce nell’intimità della vita trinitaria. Mediante il Battesimo i cristiani partecipano alla grazia di Cristo, Capo del suo Corpo. Come figli adottivi ora possiamo chiamare Dio “Padre”, in unione con il Figlio Unigenito. Riceviamo la vita dello Spirito Santo che infonde la carità e forma il popolo di Dio.

L’amore di Dio Padre.. Abbiamo un’idea chiara di Dio come Padre che ci ama? Come Padre che guarisce? Devo confessare pubblicamente che, dopo tanti anni, fino al momento in cui fui toccato dallo Spirito Santo consideravo Dio esclusivamente come un giudice. Ma, da allora in poi, ho iniziato a conoscere Dio sotto l’aspetto di un Padre buono. Allora prendiamo in considerazione il nostro rapporto personale e intimo con Dio nel rito d’introduzione della Messa.

Forse durante questa brevissima parte della celebrazione eucaristica, dovremmo chiedere la guarigione d’ogni nostro atteggiamento negativo nei confronti di Dio Padre, atteggiamento che potrebbe essersi formato nel corso degli anni e che potrebbe manifestarsi ancora oggi con pensieri quali: “Dio è responsabile della malattia”, oppure “E’ Dio che vuole che io abbia il tal problema”. Forse ci rechiamo a Messa con qualche dolore fisico o emotivo. Il nostro Padre celeste è un Padre che guarisce, benedice e desidera farlo in mille modi. Quando parlo di guarigione, intendo la persona nella sua totalità: corpo, anima e spirito.

Dio Padre è amorevole e vuole guarire le nostre ferite, i sensi di colpa, le paure, l’odio, la tendenza al suicidio, le ossessioni, i vizi, il cuore lacerato, ecc. Il fatto è che noi temiamo Dio e pensiamo che amandolo come Padre e avvicinandoci a Lui, dobbiamo soffrire di più. E’ chiaro che tali pensieri sono incompatibili con l’idea di un Padre che ci ama. Queste paure inconsce provengono, prima di tutto, da un’educazione religiosa che ci ha insegnato una teologia della sofferenza, perciò abbiamo ancora paura di Dio e associamo la religione al dolore. Invece, ed è bene metterselo in mente, Dio ci vuole gioiosi, sani e felici.

E la comunicazione dello Spirito Santo siano con tutti voi.. Il Catechismo spiega che la missione di Gesù e dello Spirito Santo si compie nella Chiesa, Corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo. Tale missione congiunta associa i seguaci di Cristo alla sua comunione con il Padre nello Spirito Santo: lo Spirito prepara gli uomini, li previene con la sua grazia per attirarli a Cristo. Manifesta loro il Signore Risorto, ricorda loro la sua parola, apre il loro spirito all’intelligenza della sua Morte e risurrezione. Rende loro presente il mistero di Cristo, soprattutto nell’Eucaristia, al fine di riconciliarli e di metterli in comunione con Dio perché portino “molto frutto”.

In questo modo la missione della Chiesa non si aggiunge a quella di Cristo e dello Spirito Santo, ma ne è il sacramento: con tutto il suo essere e in tutte le sue membra essa è inviata ad annunciare e testimoniare, attualizzare e diffondere il mistero della comunione della Santa Trinità.

Con lo Spirito Santo abbiamo accesso a Gesù che ci porta al Padre. Se ci affidiamo al ministero dello Spirito Santo, permettendo al suo amore di penetrare fino alle radici più profonde del nostro essere, scopriamo un profondo risanamento nella relazione con Dio, con noi stessi e con la famiglia.

E con il tuo spirito. Dio ci chiama a rispondere al suo amore. Proviamo a ricordare la Messa più bella alla quale abbiamo partecipato. Che cosa ci ha colpito? In quale modo la grazia di Dio ci ha toccato in quegli istanti? Chiediamo al Signore di ridonarci un poco di quella gioia, così che possiamo in futuro partecipare alla Messa con maggiore apertura dell’animo.

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