L’aborto

Per creare una nuova coscienza

Tra i cristiani e nella chiesa è urgente oggi diffondere che l’aborto, come molte altre forme errate di comportamento, non è un problema di ordine sessuale ma di ordine psicologico e sociale, anche se ha degli sviluppi nella sfera sessuale. Rammentiamo che il cristiano “non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva” (Ez.33,11), non può affermare di fronte ad un aborto: “O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini” (Lc.18,11). Come Cristo, il Signore, il cristiano non è venuto per giudicare ma per salvare: “Ciò che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me…Ciò che non avete fatto a uno di questi, i più piccoli, neppure a me l’avete fatto” (Mt.25,40-45).

L’aborto è per l’essere umano un male di una portata incalcolabile. Non solo come atto in se stesso (l’omicidio di un innocente) ma anche per le conseguenze che esso arreca alla madre che ha abortito in termini di pesanti danni a livello psichico (come da testimonianza iniziale). Lo stesso Giovanni Paolo II° nell’enciclica Evangelium Vitae, rivolgendosi alle donne che avevano abortito, diceva: “Probabilmente la ferita nel vostro animo non è ancora rimarginata”.

Ciò che non dobbiamo mai scordare è che dal momento del concepimento, la vita di ogni essere umano va rispettata in modo assoluto, perché l’uomo è sulla terra l’unica creatura che Dio padre ha “voluto per se stesso”, e l’anima spirituale di ciascun uomo è “immediatamente creata” da Dio Padre; tutto il suo essere porta l’immagine del Creatore. La vita umana è sacra perché fin dal suo inizio comporta “l’azione creatrice di Dio” e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente.

La procreazione umana richiede una collaborazione responsabile degli sposi con l’amore fecondo di Dio Padre, il dono della vita umana deve realizzarsi nel matrimonio mediante gli atti specifici ed esclusivi degli sposi, secondo leggi inscritte nelle loro persone e nella loro unione.
Fratelli e sorelle, non disumanizziamo il mondo, ma al contrario facciamoci carico delle pene di tutte quelle donne che hanno abortito o che stanno per farlo.

Conclusione

Come abbiamo visto, la diffusione dell’aborto legalizzato ha sollevato gravissimi problemi morali (un’escalation che dall’eutanasia alla clonazione umana attraverso anche con interventi sulla procreazione tecnologica umana, ha prodotto una superbia dell’uomo ergendosi a Dio) in relazione al rispetto dovuto all’essere umano partendo dal suo concepimento e alla dignità della persona stessa, della sua sessualità e della trasmissione della vita.

In famiglia, nella società necessita un influsso positivo riguardo il rispetto alla vita e all’amore: siamo tutti responsabili della formazione delle coscienze poiché siamo opinione pubblica, cultori della scienza, professionisti della medicina, giuristi, politici, semplici lavoratori…ognuno si deve fare carico della questione e auspicare che ogni essere umano comprenda l’incompatibilità che sussiste tra il riconoscimento della dignità della persona umana e il disprezzo della vita e dell’amore, tra la fede nel Dio vivente e la pretesa di voler decidere arbitrariamente dell’origine e della vita di un essere umano.

Se difendiamo l’uomo contro gli eccessi del suo stesso potere, potremo assicurare all’umanità di donarsi la possibilità di vivere e amare in quella dignità e libertà che derivano dal rispetto della verità. E cioè la verità sul dono della vita umana e dei principi morali che ne conseguono, ciascuno è invitato ad agire, nell’ambito della responsabilità che gli è propria, come il buon samaritano e a riconoscere anche il più piccolo tra i figli degli uomini come suo prossimo.