Le domande che dobbiamo porci

Gesù nel brano relativo alla pianta del fico, non parla a tutto il popolo ma ai suoi discepoli. Quindi ciò che dice è per i discepoli. Possiamo affermare di essere suoi discepoli? Seguiamo il nostro Maestro? Lo imitiamo? Viviamo con Cristo, per Cristo e in Cristo?

Gesù è il Figlio Unigenito di Dio Padre e Dio è l’espressione autentica dell’amore totale. Viviamo nella condizione di amore? Abbiamo tolto dal nostro cuore ogni sentimento di odio, di ribellione, di risentimento e perdonato tutte le offese ricevute, proprio come ha fatto Gesù sulla croce quando poco prima di morire, in un ultimo anelito, disse: “Padre, perdona loro, perché non sanno quel che si fanno”?.

Avere fede significa non credere che Dio esiste e che Gesù è suo Figlio, dal momento che queste cose le crede anche Satana. Avere fede significa nutrire cieca fiducia nel Padre Celeste, incarnato nel suo Unigenito. Ecco perché Gesù ha detto che se crediamo; ciò che chiediamo accadrà. Perché Dio ascolterà la nostra preghiera. La fede è vero che è dono di Dio, ma è anche ricerca instancabile, è anche desiderio di appartenere a Cristo, è scoprire il tesoro e vendere tutto per possederlo. Non solo, sempre Gesù ci dice che il Padre donerà i frutti dello Spirito Santo a tutti quelli che glielo chiederanno.

Dopo avere chiesto, non bisogna più nutrire alcun dubbio interiore su ciò che dovrà accadere, perché il tentatore ci suggerirà che non è vero nulla di quello che ha detto Gesù. Oppure, più sottilmente, ci dirà che non ne siamo degni ecc…ecc…Ad ogni modo il Padre ci ascolta sempre, al di là di esserne degni o meno, poiché Lui è immensamente buono e misericordioso. Se il Signore ascoltasse solo le persone degne di Lui, non ascolterebbe nessuno dal momento che nessuno è degno di Dio, tuttavia il fatto per noi consolante è che Egli viene sempre a noi. Rammentiamo a questo proposito la parabola del figliol prodigo. Il fatto è che dobbiamo abbandonare la strada vecchia e non crucciarci se siamo degni o no di imboccare la nuova strada. Ricordiamo che il Signore ci ama e vuole incontrarci, non dobbiamo avere paura e varcare le soglie della speranza.

La nostra fede deve essere limpida contro ogni apparenza. Può darsi infatti che dopo avere pregato e chiesto al Signore la nostra guarigione o un intervento nella nostra vita, noi si continui a sentire i sintomi dei disturbi per un certo tempo o a credere che la grazia che avevamo chiesto non si avveri. Ebbene, questo non ci deve far dubitare. Dio agisce sulle cause del nostro male fisico o spirituale, agisce sulle cause della nostra situazione particolare ed opera primariamente nello spirito e solo in un secondo tempo la realtà dello Spirito si calerà e si trasmetterà nella materia, eliminando i sintomi della malattia e risolvendo il problema.

Non dobbiamo ricusare l’aiuto del medico e della medicina quando ci ammaliamo. La Scrittura dice che è sempre Dio che dona al medico la capacità di curare e dona alle medicine la possibilità di aiutarci in una certa situazione. Ma dobbiamo collocare l’intervento del medico e delle medicine in subordine a quello di Dio. Prima di tutto rivolgiamo la nostra preghiera al padre affidandoci a Lui. Mettiamoci nelle sue mani e infine rechiamoci dal medico. Nel Libro del Siracide 38,9-15 si dice:

“Figlio mio, se ti ammali non scoraggiarti, prega il Signore, ti guarirà. Evita il male e agisci in modo giusto, libera il tuo cuore da ogni peccato. Offri a Dio profumi e fiori di farina perché si ricordi di te e fa un’offerta generosa secondo le tue possibilità. Poi chiama il medico, perché è un dono del Signore, tienilo vicino finché hai bisogno di lui, in certi casi la tua guarigione è nelle mani dei medici, anch’essi pregheranno il Signore che li aiuti ad alleviare il dolore e le sofferenze e a salvarti la vita”.

Alla fine se persevereremo, la nostra fede ci salverà e ci ritroveremo guariti. Allora dovremo testimoniare con coraggio ciò che Dio ha fatto per noi, perché il mondo creda che Gesù Cristo è vivo e si converta a Lui. Senza la testimonianza, la guarigione è in pericolo, perché Dio desidera aiutare non solo noi, ma tanti altri fratelli e sorelle che come noi hanno necessità del suo amore, e non lo potrà fare se noi non gliene diamo la possibilità attraverso la testimonianza diretta.