Discorso della montagna

Perché un progetto nuovo?

Questa è la domanda principale. In breve possiamo rispondere così: Gesù è venuto a portare questo progetto nuovo, perché la casa della vita in cui abitava e abita l’umanità, vale a dire una casa costruita sul fariseismo, non si accordava e non si accorda più col progetto di Dio, che è l’architetto capo. E poiché la differenza di allora e dei giorni nostri ci deriva solo dal fatto della diversità tecnologica, analizziamo i fatti. I farisei avevano troppo alterato i dati del progetto di Dio. Avevano trasformato tutto. Credevano di costruire la casa dell’umanità secondo il piano di Dio. In realtà, stavano facendo esattamente il contrario.

Fin dai tempi dei tempi, Dio aveva già elaborato il progetto per la costruzione del mondo. Erano, e sono ancora i Dieci Comandamenti, sulla base dei quali Dio voleva rendere possibile l’edificazione di un mondo, in cui, l’uomo potesse abitare in pace e vivere felice.

Successe però che i farisei presero le istruzioni di Dio e cominciarono a studiarle e a esaminarle con tanta severità e pignoleria che, alla fine, giudicarono le pareti della casa più importanti delle persone che ci dovevano abitare.

Ossia, giudicavano la legge più importante della gente, la quale doveva essere educata e liberata dalla legge. Giudicavano il sabato più importante dell’uomo. (Mc.2,27).

Spiegarono in modo tale la legge di Dio che gli abitanti della casa non potevano far altro che preoccuparsi dei muri, dei mobili, dei pavimenti, dei parquets, delle finestre, delle pentole ecc..ecc..in altre parole, la vita era diventata insopportabile, ingombra di mille piccole leggi e norme, che tormentavano il popolo a colpi di spilli da ogni parte.

E i farisei avevano pure il coraggio di dire che quella era la volontà di Dio.

Ma ve lo immaginate? Star sempre a lavare le finestre, senza mai potercisi affacciare, senza mai sentirsi felici per la bellezza del panorama della vita che da essa si gode. Star sempre a lucidare sedie e poltrone senza mai avere il tempo di sedersi su quelle sedie per chiacchierare un poco, senza mai avere il tempo di sdraiarsi su quelle poltrone e riposare. Star sempre a cambiare le tegole fino al punto da non avere mai il tetto coperto nei giorni di pioggia, tanto che piove sempre in casa. Eh sì, la vita diventa insopportabile. Lavorare sempre in cucina, senza potere mai sedersi a tavola per gustare il cibo conversando e ridendo. Star sempre a pulirsi le scarpe per entrare in casa, senza mai entrarvi davvero. Fare sempre la parte del servo in casa propria, senza mai arrivare a sentirsi tra quelle come figlio del Padre. Vivere sempre come un mercenario, che diffida di tutti, e che crede solo nel proprio sforzo e nel salario che riceve, senza mai arrivare a capire che il padre non è un padrone, senza mai raggiungere la condizione di figlio che non riceve più lo stipendio, perché non ne ha bisogno, dal momento che egli pure è padrone e proprietario insieme al Padre.

Ecco, vedete, questa immagine ci fa comprendere come davvero i farisei avevano travisato ogni cosa. Dio aveva donato i Dieci Comandamenti, per mezzo dei quali gli uomini tutti potessero costruire una casa bella, gradevole, accogliente dove vivere in pace. Il fatto è che purtroppo i farisei presero sul serio solo le loro idee su Dio e sulla sua legge. Non si preoccuparono mai di chiedersi se camminavano per la strada giusta, osservando e interpretando la Legge di Dio a quel modo. Non cercarono mai di sapere se era proprio questo ciò che voleva Dio da loro. Invece di adattare il loro modo di vedere Dio, adattarono Dio al loro modo di vedere le cose. Potevano, almeno qualche volta, dubitare di se stessi! Possibile che Dio che è amore, pace, felicità vuole complicare la vita dell’uomo fino a questo punto? Perciò la gente, incapace di capire e di osservare le interminabili norme (632 se non sbaglio) dei farisei, era emarginata, restava fuori, senza voce e senza alcuna opportunità di farsi sentire.Solo i farisei erano quelli che si trovavano in condizione di entrare e vivere dentro la casa. Al contrario, il popolo cencioso, come lo definivano, era maledetto perché non conosceva la Legge. (Gv.7,49).

Ma quando i farisei parlavano della Legge di Dio non pensavano più tanto ai Dieci Comandamenti. Si riferivano piuttosto alla miriade di regole inventate da loro che niente avevano a che fare e vedere con Dio. Le imponevano alla gente, e basta. (Mc.7,8).

Ma allora la gente? La gente si creò un complesso di ignoranza credendo che solo i farisei fossero i depositari della conoscenza. Solo i farisei erano capaci. Solo i farisei erano santi. Solo i farisei sapevano capire Dio. Così a poco a poco i farisei diventarono oppressori, e la gente oppressa. Ma il dramma è che entrambi si trovarono d’accordo, avevano le stesse idee e credevano di dover camminare a quel modo. (Mt.15,14).

E’ in questa situazione che Dio padre, amando talmente tanto l’uomo, che per toglierlo dal buio di quella vita non vita, per aprire una finestra e far sì che si accorgesse cosa vuol dire il sole della verità che inviò il suo stesso Figlio, Gesù Cristo.

Gesù venne a vivere l’ideale di Dio e così ha mostrato dove stava lo sbaglio. Perché quando Dio dette i Dieci Comandamenti, non voleva proprio che l’osservarli portasse come conseguenza quell’orribile situazione. Invece di essere figli che si sentivano a loro agio, vivevano tutti come schiavi, senza libertà, sempre con la paura di trasgredire una di quelle centinaia di norme che loro stessi avevano inventato. Dio non voleva questo. Dio voleva l’attualizzarsi della Legge che desse pace e tranquillità alla coscienza degli uomini e che li portasse a convivere tutti nella fraternità e nell’amore nella stessa casa che è il mondo. (Gv.13,34-35).

Ma non c’era verso di far comprendere ai farisei le intenzioni di Dio, ed erano loro a comandare sulla,gente. Avevano sul popolo una grande influenza. Per cui loro stessi non entravano nel Regno di Dio e non vi facevano entrare neppure il popolo. Per avere un’idea di come vivevano e agivano i farisei, leggiamo il Vangelo. (Mt.23,1-36).

Ecco perché era necessario un progetto nuovo, un progetto che rivelasse le vere intenzioni di Dio Padre sugli uomini; un progetto che non si limitasse solo alla spiegazione e alla discussione dei Comandamenti, ma che desse ai Comandamenti il vero senso dato loro da Dio per la vita degli uomini, un progetto che non si perdesse a discutere sulla malattia dei rami, ma che aggredisse la causa del male alla radice dell’albero della vita; che si impegnasse alla ristrutturazione non solo di uno o un altro punto della casa già eretta dai farisei, ma che la ristrutturasse radicalmente.

Ecco perché Dio si è incarnato inviando suo Figlio Gesù Cristo. Dio stesso ha voluto nascere come un uomo, vivere come un uomo e morire come un uomo, in tutto eguale a noi, fuorché nel peccato. (Ebrei 4.15).

Vivendo la vita, ci ha rivelato il senso della vita. Questa è la Buona Novella per gli uomini che vivevano nell’oppressione imposta dai farisei, in nome di Dio.

Per far sì che la Legge di Dio fosse esattamente osservata, Gesù dovette potare l’albero e tagliare molti rami parassiti, che i farisei tenevano in piedi e irrigavano abbondantemente. Gesù ha lottato, ha predicato, ha criticato, ha insegnato tutto il tempo. Ma, soprattutto, Gesù è stato il primo a vivere nella sua persona quello che insegnava sulle autentiche intenzioni di Dio rispetto alla vita umana. Lui stesso ha costruito la casa, ha messo in opera la pianta, ha realizzato il progetto, ha fatto il “plastico” perché chiunque comprendesse.

Nella vita di Gesù abbiamo visto l’amore, un amore così grande che è arrivato a dare la vita per gli altri. (Gv.10,15; 15,13).

Nella vita di Gesù, attraverso tutto quello che Egli fece e disse, apparve e sfolgorò il sole della libertà. (Gv.10,17-18).

Per cui lui stesso è la Buona Notizia, cioè, il Vangelo di Dio per gli uomini, che è tutto riassunto nel Discorso della Montagna. E, proprio per questo, il popolo, quando ascoltò il Discorso, si scosse dall’intorpidimento della schiavitù e si accorse della novità del messaggio di Gesù. (Mt.7,28-29).

Fratelli e sorelle, il Discorso della Montagna sbocciò da questa situazione della gente, che Gesù affrontò, con coraggio e con libertà. E’ come la luce abbagliante di un riflettore che ci fa sfregare gli occhi. E’ come uno scoppio improvviso che si genera nella coscienza degli uomini e che ci strappa dal sonno. Ci fa cogliere il senso della vita e ci fa accorgere dove Dio vuole che arriviamo, quando abbiamo il coraggio di credere in Gesù e nel Vangelo.

E oggi, fratelli e sorelle? Oggi qual è la situazione concreta della gente? Si trova in condizione di sentirsi come un figlio in casa sua, o si sente solo un servo? Che cosa impedisce alla gente di vivere una vita serena, una vita come vuole Dio? La casa della vita in cui abita la gente, è in armonia col piano di Dio? Realizza quello che Dio aveva progettato per noi? Oppure, anche noi abbiamo bisogno di un progetto nuovo? Abbiamo anche noi bisogno di ascoltare il Discorso della Montagna, che ci aiuta ad individuare lo sbaglio?

Le domande sono molto serie. E non è per nulla facile rispondere. Allora dobbiamo chiederci: sono rinati con volti nuovi i farisei?

Nel Discorso della Montagna Gesù denuncia il comportamento di chi pone la Legge al di sopra dell’uomo. Denuncia la mentalità farisaica che usa la Legge di Dio per difendere se stessi e per proteggersi contro Dio, con questa mentalità (molto radicata nell’oggi) che dice così: “Ho fatto tutto quello che Dio mi ha chiesto. Adesso, Lui è obbligato a darmi la ricompensa!”.

Questa è la mentalità distorta di chi non crede all’amore e non si appoggia sull’amore; non sa neppure cosa sia. Crede solo nel suo sforzo e si preoccupa solo della sua sicurezza.

Gesù, al contrario, ci fa sapere che la vera sicurezza, quella che dà la pace, non nasce dalla stretta osservanza di certe leggi, ma piuttosto dal rapporto di amore, di fiducia e di amicizia.

L’approfondimento del Discorso della Montagna e soprattutto chi cerca di osservarlo, comprenderà fino a che punto ci rimescola la coscienza. Si accorgerà, a poco a poco, che dentro ciascuno di noi vive un fariseo mascherato che dorme e opprime qualcun altro, che si lascia opprimere. E’ chiaro che noi, ciascuno di noi deve scacciare dal proprio cuore questo modo di essere.

Qualcuno potrebbe obiettare affermando che i farisei sono morti. E’ vero! Ma..quelli di ieri! Nondimeno nella società do oggi, vive il fariseo nascosto che deve essere smascherato e dorme un popolo che deve essere svegliato. E’ vero che delle leggi inventate dai farisei non ce ne importa nulla. Ma è anche vero che esistono leggi e norme che i farisei di oggi inventano e impongono a noi stessi e agli altri, per cui, di conseguenza, la gente si mette a dormire.

Facciamo degli esempi: qual è la legge che domina la nostra vita, causando la nostra rovina? Qual è la legge in forza della quale noi dominiamo gli altri, impedendo loro di essere uomini? E’ la legge del denaro? E’ il lucro? E’ la legge di essere maschio? E’ la legge della competizione che schiaccia, senza curarsi del male che si fa? E’ la moda? E’ il mito? E’ il prestigio sociale? E’ l’automobile che deve essere dell’ultimo tipo, più bella del vicino? E’ la comodità? E’ la paura di dire la verità? E’ la sicurezza? E’ il sesso? E’ il liberismo? E’ il consumismo? E ce ne sono tante altre di leggi e norme di questo tipo che non sono mai state scritte, ma di cui è pregna l’aria che si respira, anche senza saperlo, inquinano e rendono la vita impossibile per molta gente.

Proviamo a riflettere un istante e vediamo in tutta sincerità se possiamo dichiararci liberi dentro e fuori, senza farci opprimere da tante “norme” e “convinzioni” che noi uomini abbiamo inventato e siamo soliti inventare ancora.

L’esistenza è piena di queste cose terrene. Andiamo dicendo che sono state inventate e create per il bene e per la crescita dell’umanità. Anche i farisei dicevano lo stesso. Ma, in realtà, queste cose sono la ragione per cui tanta gente non riesce neppure a respirare liberamente. Non riesce a essere libera e a vivere felice.

Noi, per esempio, siamo liberi di fronte alla propaganda o accettiamo tutto quello che si dice, e finiamo col pensare come la televisione e i giornali? Siamo capaci di capire perché nelle grandi città costruite dagli stessi uomini apposta per gli uomini, l’emarginato è sempre l’uomo povero? Siamo capaci di capire come mai in una città, dove c’è tanta gente che vive insieme, molte persone non hanno con chi parlare e muoiono di tristezza e solitudine? Ci siamo mai chiesti perché ci sono tante baracche e perché il numero di accattoni aumenta sempre più? Ci siamo mai chiesti perché tanta gente chiede l’elemosina, oppure anche noi ci limitiamo semplicemente a dare la nostra elemosina (nel migliore dei casi), senza porci questi interrogativi scomodi? Ci siamo mai chiesti come è possibile che in tanta opulenza esistono persone senza il denaro sufficiente per acquistare un pezzo di pane? Accettiamo questo stato di cose come se si trattasse di ordinaria amministrazione? Ci siamo mai chiesti come possano certe fabbriche continuare tranquillamente a inquinare l’aria, l’acqua e la terra, fino al punto da causare malattie alle persone, accettando tutto questo senza battere ciglio, come frutto inevitabile del progresso umano? Ci siamo mai chiesti perché accadono con sempre maggiore intensità le violenze sui bambini e non solo sessuali? Ci siamo mai chiesto il motivo della violenza carnale perpetrata alle donne, sotto ogni punto di vista; Ci siamo mai chiesto perché tanta gente perde la fede e non trova più senso nella vita, fino a far crescere di molto il numero dei suicidi, oppure pensiamo che ognuno ha la vita che si merita? Ci siamo mai chiesto perché tante gente muore (soprattutto giovani) negli incidenti di fine settimana, oppure crediamo che il problema interessi solo la polizia? Ci siamo mai chiesto come mai, anche quando l’economia va bene, perché tanta gente povera è sempre più povera?

Fratelli e sorelle, quanto sopra descritto, è solo una piccola parte di una pura coincidenza, frutto del caso, o bisogna dare la colpa alle norme, alle leggi e alle convenzioni, che noi stessi abbiamo fatto e che non vanno d’accordo col progetto di Dio?

Se abbiamo cercato e trovato, in tutta sincerità, una risposta soddisfacente a queste e altre domande che la vita ci pone, e se, ciò nonostante, sentiamo di potere vivere con la coscienza tranquilla e felice, di fronte a noi stessi, agli altri e a Dio, allora noi non abbiamo più bisogno né di leggere né di meditare il Discorso della Montagna. Non ne abbiamo più bisogno, o perché abbiamo già raggiunto la perfezione desiderata da Gesù, o perché ci siamo fatti una scorza così grossa attorno alla coscienza che neppure il Discorso della Montagna riesce a spezzarla.

Comunque sia non possiamo tralasciare di leggere e approfondire il Discorso della Montagna, perché questa riflessione introduttiva, piuttosto lunga, ha ancora molte cose da dirci su noi stessi, sulla nostra vita e sopra le strutture della nostra convivenza sociale di cristiani.

Il Discorso della Montagna non ci offre nessuna ricetta già pronta, ma ci pone in condizione di discernere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato nella casa della vita in cui abitiamo. Ci sveglia dal sonno perché ci mettiamo a ricercare com’unitariamente una risposta stimolante, impegnativa, d’amore e carità con la nostra riposta fede in Gesù Cristo e il suo Vangelo.