Parole potenti

“Signore, ascolta la mia preghiera, porgi
orecchio alla mia supplica” (Sal.143,1).

Fra Bartolomeo Pala Lucca“La parola uscita dalla mia bocca – dice il Signore – non ritornerà a me vuota, senza avere operato quanto è mio desiderio” (Is.55,11). La parola di Dio è efficace e produce sempre quanto esprime. Così le promesse di Dio si sono tutte avverate attraverso i secoli senza che la malvagità degli uomini abbia potuto far deviare i disegni divini. Le promesse sono diventate storia e questa è veicolo di salvezza per tutti coloro che lo vogliono.

In modo analogo la parola di Dio è seme fecondo che produce frutti di santità in coloro che l’accolgono con cuore ben disposto. Non c’è parola di Dio che vada a vuoto; se purtroppo vi è chi la respinge e quindi si perde, non per questo essa perde la sua efficacia; porterà frutto altrove e comunque la volontà di Dio si realizzerà.

Ben diverse sono le parole degli esseri umani, suoni vani che si disperdono nell’aria senza lasciare Traccia. Eppure anche per gli esseri umani ve ne sono di alcune che possono diventare efficaci, potenti, non per virtù propria, ma per la bontà di Dio che le accoglie come un padre accoglie le richieste dei figli e accondiscende ad esse.

Sono le parole della preghiera che Gesù stesso ha messo sulla bocca dei suoi discepoli: “Padre nostro che sei nei cieli” (Mt.6,9). La preghiera che chiede con sincerità ed amore la gloria di Dio, l’avvento del suo Regno, il compimento della sua volontà è sempre efficace ed è sempre esaudita.

Così come è esaudita la preghiera che chiede con umiltà e fiducia il necessario al sostentamento della vita, purché si verifichi la condizione posta dal Signore: “Cercate prima il Regno e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in sovrappiù”.

Quando la preghiera è espressione genuina dei sentimenti del cuore, e non recita meccanica di formule ripetute più per abitudine che per intima convinzione, è sempre ascoltata ed è sempre efficace, anche se il risultato immediato non è quello che l’essere umano si attende. Lo stile di Dio è diverso da quello degli esseri umani; egli costruisce il suo Regno, attua la sua volontà, provvede al bene delle sue creature per vie spesso oscure e sconosciute alla mente umana. E tuttavia conduce infallibilmente ogni cosa al suo ultimo fine, al vero bene.

Come il pane è necessario alla vita fisica, così il perdono dei peccati è necessario per la vita spirituale. Poiché tutti noi, nessuno escluso, commettiamo molti falli, abbiamo continuamente bisogno della miosericordia di Dio e dobbiamo pregare ogni giorno, senza mai stancarsi.

Alla domanda di perdono Gesù ha unito la condizione della sua efficacia: “E rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori” (Mt.6,12). Il dovere verso Dio – chiedere perdono – è legato a un dovere verso il prossimo – perdonare agli altri -; ed è proprio il secondo che rende valido il compimento del primo. Dio si è fatto Salvatore degli esseri umani e li vuole tutti salvi (1 Tm.2,4) è sempre disposto a concedere il perdono, tuttavia ne saudisce la domanda solo quando l’orante ha già fatto la sua parte al fratello debitore.

La Quaresima richiamando i fedeli a penitenza, li invita a implorare da Dio il perdono dei peccati e perciò li impegna a perdonarsi a vicenda perché possano elevare al Signore Dio la loro preghiera, senza timore di essere respinti. La preghiera che realizza questi requisiti ha un’efficacia assicurata dalla parola stessa del Signore: “Perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato” (Lc.6,37-38).

Così la preghiera attira la misericordia divina ed espia le colpe commesse, soprattutto quyanbdo è legata al sacramento della penitenza, perché allora “viene resa partecipe in modo speciale dell’infinita espiazione di Cristo”.