Il battesimo nello Spirito

Il Figlio innalzato. Abbiamo detto e ripetuto che il tema dominante, all’interno del quale si svolge il motivo della nuova nascita, è la fede. Ma fede in che cosa? In Gesù Cristo, senza dubbio, cioè in quell’atto di amore rivelato in tutta la sua profondità sulla Croce. Dobbiamo credere nel Figlio innalzato e nell’unigenito dato (vv.14-16). “Qui sta la nostra scelta fondamentale e per tutti gli uomini, la nostra sorte dipende dalla nostra fede o dal nostro rifiuto di fronte all’amore che si è rivelato in Gesù”. Così la nascita è un passaggio dalla radicale incapacità di noi umani di amare (di amare alla maniera di Gesù) a una nuova possibilità di amare. La meraviglia dei cristiani di ogni tempo (meraviglia che si fa gratitudine, imitazione e salvezza) è espressa nei vv.16-17: il loro miglior commento lo troviamo in 1^ Gv.4,7-16.

Il v.14 si riferisce a un episodio riportato in Nm.21,6-9: ” Il popolo venne da Mosè dicendo:Abbiamo peccato. Prega Dio che ci liberi. Mosè pregò per il popolo, e Dio rispose:Fa un serpente e mettilo sopra un palo:chi, dopo essere stato morsicato, lo guarderà, vivrà. Mosè fece un serpente di rame e lo mise sul palo:chi lo guardava, viveva”.

La base del confronto sta nel fatto che in entrambi i casi la salvezza si attua mediante “innalzamento”. Il termine ha un duplice significato, fratelli e sorelle, e allude sia all’innalzamento di Gesù sulla Croce, sia alla sua resurrezione e ascensione al Padre. Questo riferimento all’AT, e soprattutto la visione della Croce come innalzamento (e quindi glorificazione), è molto interessante per capire la concezione della passione (come rivelazione). Ma qui Gesù intende precisare ulteriormente il tema della fede, ne indica il contenuto centrale: non solo credere a Lui sulla Croce come dono, ma credere che la Croce è gloria, è vittoria. Qui sta il punto.

Il giudizio. La terza rivelazione di Gesù (vv.16-21) sviluppa il motivo del dono di Dio e parallelamente il motivo del giudizio. E San Giovanni su questo specifico motivo ha una prospettiva originale e merita tutta la nostra attenzione. Dio ha mandato il Figlio per salvare il mondo, non per giudicarlo. Ma ciò non toglie che la presenza del dono determini una crisi: il dono del Padre può essere accolto o rifiutato.

In questo l’evangelista vede non tanto un evento futuro, rimandato alla fine, quanto una realtà attuale, già presente e operante dentro la storia e nell’uomo (v.18).

E si direbbe che non sia tanto Dio a giudicare, quanto l’uomo stesso col proprio atteggiamento. Con il suo rifiuto o con la sua accettazione dell’amore apparso in Cristo (credere significa riconoscere e accogliere il dono di Dio nella propria vita), l’uomo si costruisce dentro di sé la salvezza o la condanna, si costruisce luce o tenebra. La fede dunque opera un giudizio, e siamo noi stessi che ci giudichiamo.

A questo punto il testo di San Giovanni, riletto con attenzione, offre alcune preziose precisazioni. L’Apostolo definisce gli increduli coloro che amano la tenebra; e non è solo questione di fare il male (questo può accadere anche per debolezza), ma di amarlo e perseverare fino al vizio.

Chi opera il male finisce necessariamente per odiare la luce. Non vuole che le sue opere cattive vengano smascherate. L’agire condiziona il comprendere 8v.20). Libertà interiore, amore alla verità e alla giustizia, retta via sono condizioni indispensabili per “vedere”, in cui il mistero di Dio possa svelarsi nella sua forza di persuasione, in cui sia possibile intuire la verità. L’origine del Cristo e il suo dono di salvezza.

Fratelli e sorelle, abbiamo meditato l’incontro di Nicodemo con Gesù, per meglio comprendere il significato del rinascere dall’alto, cioè in forza dello Spirito Santo. Il battesimo nello Spirito santo, detto anche effusione dello Spirito santo, non è un sacramento, è bene chiarirlo.

Certamente ognuno di noi ha ricevuto il sacramento del battesimo col quale siamo diventati figli di Dio e abbiamo ricevuto in pienezza lo Spirito. Abbiamo poi ricevuto il sacramento della Cresima col quale siamo diventati adulti come cristiani, ma questi sacramenti, se non ne abbiamo sviluppato le grandi potenzialità, sono rimasti latenti in noi. Il battesimo dello Spirito, rendendo operante in noi la presenza dello Spirito del Signore, ci farà capace di vivere in pienezza la nostra vita cristiana, di portare la Parola di Dio ai fratelli con una nuova evangelizzazione nella potenza dello Spirito Santo.

Tale potenza si manifesterà con i doni e i carismi che riceveremo dallo Spirito e che ci permetteranno di contribuire alla edificazione della comunità cristiana Corpo di Cristo, cioè la Chiesa.

Il battesimo nello Spirito è quindi l’inizio della manifestazione dello Spirito Santo nella nostra vita.

Lo Spirito di Dio è Colui che ci guida alla pienezza e ci mostra la verità; saremo spinti a leggere la Scrittura, ci verrà fame e sete della sapienza di Dio.

Lo Spirito è Colui che dà testimonianza, Egli ci renderà testimoni coraggiosi del Cristo Risorto, come lo furono gli apostoli usciti dal cenacolo.

Lo Spirito è il dono che racchiude in sé tutti i doni; anche noi riceveremo i doni di Dio. Avremo pace, amore, gioia, luce, forza e ogni carisma a noi necessario per svolgere la funzione nel Corpo di Cristo, che è la Chiesa.

Lo Spirito è Colui che prega in noi, gusteremo la preghiera “nello Spirito”, ci abbandoneremo alla preghiera di lode, al canto in lingue che ci daranno l’entusiasmo della preghiera e la comunione col Padre.Lo Spirito è Colui che edifica la Chiesa e noi sentiremo sempre più forte il desiderio di servire il Signore e i fratelli per realizzare il Regno di Dio.

Per poter ricevere il battesimo nello Spirito i fratelli della comunità si raccoglieranno intorno a noi, ci circonderanno con la loro fede e faranno per noi, che lo richiediamo, una preghiera. Durante la preghiera chiederanno insieme al Padre che effonda in noi lo Spirito Santo, che lo manifesti alle nostre coscienze, rimuova tutti quegli ostacoli che ci impediscono di scorgerlo in noi.

Lo Spirito è Colui che ci consola, e noi sentiremo la sua consolazione.

Perché tutto ciò possa accadere è necessario però aprirci con fiducia all’azione dello Spirito Santo prendendo coscienza del nostro battesimo e della nostra cresima e abbandonarci quindi all’azione attuale dello Spirito in noi, rinascendo dall’alto.

Lo Spirito santo infatti si unisce intimamente a ognuno di noi per farci vivere la vita di Dio in un trasformazione incessante per configurarci sempre di più all’immagine di Cristo Gesù, tanto da avere gli stessi sentimenti che furono suoi.

Se noi ci abbandoniamo all’azione misteriosa, profonda e potente dello Spirito Santo, ad un certo punto arriveremo a sperimentare in noi, nel nostro intimo, la sua presenza, i suoi doni.

Lo Spirito si manifesterà in noi, si presenterà alla nostra sensibilità interiore, alla nostra coscienza, possiamo anche dire che si effonde in noi, rendendosi in qualche modo palpabile.

Naturalmente, fratelli e sorelle, tutto ciò può avvenire in modi diversi a seconda della nostra preparazione e disponibilità a riceverlo.

Durante il battesimo nello Spirito, mentre i fratelli pregheranno potremmo avvertire una forte emozione, potremmo percepire profondamente la presenza di Dio e il suo amore, potremmo sperimentare sensazioni di caldo, di freddo, di gioia profonda, di commozione, potrebbe essere un momento meraviglioso..oppure potremmo anche non avere”sentito” nulla di tutto questo.Potremmo allora pensare:”Non ho provato nulla, allora non è successo niente”.

Attenzione..perché la presenza dello Spirito Santo non sta nelle sensazioni, queste possono accompagnarlo oppure no. Lo Spirito Santo non viene come forse ce lo aspettiamo o vogliamo..ma Egli viene, viene sempre quando lo invochiamo con tutto il cuore. Non dobbiamo avere dubbi su ciò.

Lo Spirito Santo in quel particolare momento della preghiera scenderà su tutti noi, la fede deve darcene la certezza, la fede nella PAROLA DI DIO: Gesù dice che il padre dà lo Spirito Santo a tutti coloro che glielo chiedono.

Cosa ci aspettiamo dopo l’effusione dello Spirito?

Ricordiamo sempre cosa è successo a Gesù dopo il battesimo al fiume Giordano. Gesù è stato tentato da Satana..questo è ciò che probabilmente capiterà anche a noi.

Non aspettiamoci di vedere coda e corna giungere in un bel manto rosso e nero..ma stiamo certi che il nostro avversario le studierà tutte per scoraggiarci o esaltarci eccessivamente e portarci fuori strada.

Il battesimo nello Spirito Santo non ci ha ottiene un’immunità particolare contro gli errori, le cadute, il peccato. Abbiamo fatto una scelta per il Signore ma questa scelta deve essere mantenuta e rinnovata nel tempo, noi siamo sempre liberi, e chi non vuole vederci camminare su questa strada farà di tutto per fermarci e farci cambiare idea.Le occasioni, i modi, le persone coinvolte potranno essere le più svariate ed isospettabili ma generalmente le tattiche usate saranno due:

– La prima strategia avrà l’intento di convincerci che non è cambiato nulla, siamo sempre gli stessi, le situazioni attorno a noi sono sempre le medesime, e perciò il battesimo non è stato qualcosa di reale ma solo un’illusione, un’autoconvinzione collettiva. Lo scopo è quello di scoraggiarci o di farci sentire inadatti a questo cammino. Gli altri cambiano, gli altri hanno doni e segni, gli altri sono davvero rinnovati..noi no, noi non valiamo niente, noi sbagliamo sempre, noi non cambieremo mai.

– La seconda tattica, al contrario, tenderà a convincerci che siamo “arrivati”,non abbiamo più bisogno di incontri di formazione, di pregare con i fratelli..ora che lo Spirito è in noi, siamo persone speciali, più importanti degli altri, non abbiamo più bisogno di nessuno, non ci servo aiuti e consigli.

In questi termini ci accorgiamo facilmente che questi modi di vedere le cose (anzi non le vediamo per niente come Nicodemo) sono errate e distorte, ma nella pratica ci verranno presentate in forme così sottili e astute che non sempre riconosceremo le tattiche dell’avversario. La cosa migliore da fare, quando qualcosa ci turba, è quella di parlarne il prima possibile con un fratello del cenacolo o della comunità.

Riuscire a parlare dei pensieri che ci confondono è come bucare un palloncino e farlo così sgonfiare. I fratelli che da più tempo hanno iniziato questo cammino hanno già avuto questi problemi, possono così capirci e aiutarci.

Amen,alleluia,amen