Centralità di Maria nella carità vissuta


La carità è amare come Dio ci ama. E’ un ideale, perché solo Dio può amare come Dio. Noi possiamo amare Dio come creature, ma con lo stesso amore disinteressato. Dio ci ama e basta. Ci ama perché è amore. Ci ha voluti per amore. Dio non ha secondi fini. L’unico fine è quello di coinvolgere tutti nel suo amore affinché tutti siano “uno”, come uno sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Siamo generati e rigenerati incessantemente dall’amore. E’ vero che tutto ciò che esiste un giorno scomparirà; verranno meno la fede e la speranza, ma la carità no, perché l’amore è tutto: é Dio.

Nell’amore c’é la beatitudine; nell’amore c’é ogni bene senza alcun male, perché gli esseri conseguono la loro pienezza nell’Essere infinito, dove tutto è amore donato e ricevuto gratuitamente senza fine. La carità vissuta c’immette nella contemplazione di Dio. Arricchiti della sua stessa ricchezza, diventiamo nel mondo Parola vivente di Dio, strumenti della sua volontà, della sua presenza, del suo disegno di amore testimoniato con la vita nel cammino quotidiano.

Questa presenza è la più convincente su chi cerca nella vita un senso nuovo che non trova nella storia e nel presente ordine di cose. La carità parla “il linguaggio dell’oltre, dell’eternità, dell’invisibile”, dove il cuore già vive, ma non ancora, in tutta la sua pienezza perché avvolto dal perimetro affascinante della materia, delle passioni umane e dell’edonismo più cieco.

Maria è la creatura più perfetta in quest’ordine di valori; perciò si capisce la sua influenza e fascino sul cuore degli uomini per la loro conversione, essendo Ella un’universale distributrice dell’amore di Dio all’intero genere umano. Giustamente si deve chiamare Maria, Madre di tutti gli uomini.

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