La vita nuova nello Spirito

Pentecoste cristiana di Tiziano Vecellio“Non allontanatevi da Gerusalemme, ma attendete la promessa del Padre che avete udito da me” (At.1,4).

Obbedendo alla consegna ricevuta, gli Apostoli con Marita SS. Si riunirono in preghiera nel Cenacolo: era la prima novena di Pentecoste.

Fratelli e sorelle, il Padre e il Verbo, per la loro bontà e bellezza infinita, da tutta l’eternità si amano e da questo amore che li stringe l’un l’altro procede lo Spirito Santo.

Come il Verbo viene generato dal Padre per via di conoscenza, così lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio per via di amore. Lo Spirito Santo è il termine, è l’effusione dell’amore scambievole del Padre e del Figlio, effusione talmente sostanziale e perfetta da essere una Persona, la terza Persona della settentr., in cui il Padre e il Figlio, per sublime fecondità del loro amore, trasfondono la loro medesima natura ed essenza senza esserne spogliati. Appunto perché lo Spirito Santo è l’effusione dell’amore divino, viene chiamato “Spirito”, secondo il senso latino della parola che significa alito,respiro,soffio vitale.

Ma per capirne meglio il senso,la natura e lo scopo, dobbiamo considerare la continuazione ininterrotta dell’azione dello Spirito di Dio, lungo tutto l’arco della storia della salvezza.

Questa manifestazione è un evento che comincia col primo capitolo della Genesi fino agli ultimi versetti dell’Apocalisse e continua ininterrottamente nel tempo nella vita di fede.

Ogni pagina della Sacra Scrittura porta l’impronta dello Spirito Santo, non solo come ispiratore di quelle parole, ma anche come protagonista di quei fenomeni prodigiosi.Fin dall’alba della creazione, che è opera dell’amore di Dio, Egli, che è l’amore Eterno, si manifesta già come artefice di ordine e di unità, in mezzo al caos degli elementi primordiali.

“La terra era una massa senza forma e vuota; le tenebre coprivano l’abisso, e sulle acque aleggiava lo Spirito di Dio” (gn.1,2).

“Egli l’alito divino che trasforma il fango della terra nella prima creatura intelligente e libera” (Gn.2,7).

Tuttavia il caos ritorna nel creato, a causa della colpa originale, e Dio Padre annunzia il piano della salvezza, è ancora lo Spirito Santo che s’impegna a prepararlo lungo i millenni, e a curarne l’esecuzione, quando sarà giunta la pienezza dei tempi.

I figli di Adamo e di Caino, diventati carne mortale, vengono inghiottiti dalle acque del diluvio.Ma lo Spirito ha custodito la promessa nell’arca, al sicuro dalla furia delle acque devastatrici, adombrato nella misteriosa colomba, lo Spirito volteggia sulla natura rinata, come portatore di pace, di gioia e di vita.

La promessa è salva, ed Egli la depone nel cuore dei patriarchi perché la trasmettano di generazione in generazione.

Giacobbe la porta in Egitto e, morente, la consegna ai dodici figli che formeranno il popolo della promessa. Un popolo che avrà uno scettro, cioè un regno che durerà fino alla venuta di Colui a cui appartiene, e a Colui i popoli dovranno obbedire(Gn.49,10).

Ma il popolo della promessa diventa un gregge di schiavi del faraone. E da questo momento lo Spirito si manifesta come una forza irresistibile ed invincibile, a fianco del popolo di Dio. Egli riveste di potenza sovrumana un pastore dell’Oreb, Mosè, trasformandolo in condottiero e liberatore del popolo eletto.

Lo Spirito flagella con le dieci piaghe il popolo d’Egitto,e dà al bastone di Mosè la potenza di aprire il mare, e di far scaturire l’acqua dalla roccia.

A distanza di cinquanta giorni dall’uscita dall’Egitto, quel gregge di schiavi, alle falde del Sinai, s’incontra per la prima volta col suo Dio.

Mosè scende dal monte, portando l’annunzio d’una Alleanza che Dio ha stabilito col suo popolo, il quale torna ad essere così il popolo della promessa.

Se ben ci pensiamo, questa è la prima Pentecoste. All’uscita dall’Egitto hanno celebrato la Pasqua, cioè il passaggio dalla schiavitù alla libertà; qui ai piedi del Sinai, celebrano la Pentecoste, cioè la presa di coscienza della propria dignità come popolo di Dio e oggetto delle sue predilezioni.

Ma la terra promessa è ancora lontana. Quel popolo abituato a impastare creta e paglia, si troverà costretto a dover fronteggiare nemici agguerritissimi.

Ma sarà sempre lo Spirito di Dio a renderlo invincibile, ad armare il braccio dei suoi condottieri, ad annientare tutti coloro che contrastano il loro cammino, ad abbattere le mura di Gerico, e a fermare le acque del Giordano.