Quarta settimana di Quaresima: Giovedì

“Gli empi mi insidiano per rovinarmi,
ma io medito i tuoi insegnamenti. Di
ogni cosa perfetta ho visto il limite,
ma la tua legge non ha confini.
(Salmo 118,95-96).

Quanto costa comunicare con Gesù insieme ai fratelli e alle sorelle della propria comunità cristiana? Gesù lo farebbe? C’è di più. Gesù lo fa! Ecco il suo Tabernacolo. Egli resta nel silenzio di una chiesa quasi sempre vuota, spoglia, senza volto, senza cuore. Eppure resta. Attende. Pazienta. Sopporta tutto. Tutto vede. Tutto accetta. Si lascia spostare da una parte all’altra, e mangiare da bocche non sempre moralmente pulite, da cuori guasti, da menti contorte, distratte, superficiali, irriguardose, da volontà più o meno dubbiose, incerte, mediocri, demotivate, abitudinarie; eppure accetta, soffre, rinnova la sua morte sotto il peso del peccato, del peccare e dei peccatori. I pochi buoni chi sono? Chi può dirlo? Chi può dire: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come tutti gli altri uomini, i quali sono rapaci, ingiusti, adulteri, e nemmeno sono come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana, pago le decime e tutto ciò che acquisto” (Lc.18,11-12).

Il costo del camminare insieme con i fratelli della comunità cristiana parte dalla coscienza di condividere la realtà di peccatori; e sotto questo profilo siamo tutti uguali: sacerdoti, vescovi, laici. Da questa coscienza nasce la forza della verità capace di sbriciolare l’arroganza, l’orgoglio, la superiorità che sprizza veleno nei momenti meno opportuni. Trovarsi insieme come peccatori alla ricerca della comune misericordia di Dio e della conversione del cuore, in umiltà, in libertà, in fraternità, vuole dire aprire il cuore all’amore vicendevole.

Ma ecco la strada indicata da Gesù: “O Dio abbi pietà di me peccatore! Io vi dico che questi tornò perdonato a casa sua e non l’altro; perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato” (Lc.18,13-14).
Signore, quanto è grande il tuo amore per noi!

Amen, alleluia,amen.