SS. Maria piena di Grazia: Annuncio

L'Annunciazione di Sandro Botticelli

Maria chiamata al progetto di Dio

Piena di Grazia è un testo di riflessione sulla persona di Maria, Vergine e Madre, diretta a guidare i cristiani, con lo scopo di approfondire le analogie tra la vocazione alla divina Maternità di Maria nel piano della salvezza e la nostra vocazione di figli adottivi di Dio per mezzo di Gesù, morto e risorto.

Due obiettivi al centro delle meditazioni

1) Maria è il prototipo della creatura totalmente e radicalmente di Dio, per Dio, in Dio, in quanto preservata dal peccato originale, concepita immacolata e tale rimane prima, durante, dopo il parto. Ella è “Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, termine fisso d’eterno consiglio”, come afferma Dante Alighieri nel terzo Canto delle Divina Commedia.

Tutto ciò è analizzato seguendo le tappe della vita privata di Gesù. In questo modo è facile individuare la “Piena di Grazia”, durante il cammino del farsi obbedientissima ai voleri di Dio,sacrificando tutta se stessa;

2) anche il cristiano, per mezzo del Battesimo, è rigenerato, dal sangue di Cristo, nuova creatura: “Ciò che Cristo è per natura, il cristiano lo è per grazia” (S:Tommaso d’ Aquino). “Anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per una sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo….Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo di Dio che si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di Lui che ci ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce” (1^Pt.2,5-9).

Sull’esempio di Maria anche il cristiano è chiamato a comunicare Cristo agli uomini d’oggi con la testimonianza della sua vita e del suo amore per Dio e per il prossimo sulle strade del quotidiano.

Un angelo a Nazareth

….per rivelare a Maria una cosa grande: “Esulta, o piena di grazia; il Signore è con te” (Lc.1,28).

Maria, sconcertata, imbastisce un dialogo investigativo per saperne di più. Anche l’angelo, a sua volta, manifesta sorpresa. Lo smarrimento di Maria, infine, si muta nella consapevolezza di essere stata pensata, concepita, voluta, creata da Dio per Dio. Infatti l’angelo la esorta ad aver fiducia e a non temere, “perché hai trovato grazia presso Dio” (Lc.1,30).

Il Creatore predilige le creature. Dio ha bisogno d’incontrare gli uomini dopo la colpa originale. Egli non accetta la sua solitudine divina. Egli non li può lasciare nel peccato, nel rifiuto del suo amore, unico progetto di salvezza. Anche noi, come Maria, siamo interpellati e avvicinati da Dio in Gesù per mezzo dello Spirito Santo. Dio ci vuole incontrare, conoscere, amare e servire. Egli ci insegue, ci chiama per nome, ci richiama, ci attende; cammina con noi, gioisce e soffre con noi, spera ed ama con noi, perché l’amore, ogni amore viene da Lui che è amore per essenza (cfr:Gv.4,8).

Per vivere la nostra esperienza umana, Egli si è fatto uomo in Gesù per essere ancora oggi uomo del nostro tempo, eccetto nel peccare della nostra epoca. Viaggia con noi, osserva, inerme, la signoria del nostro benessere. Egli urla, grida con la voce dei suoi profeti dovunque un uomo cerchi di riscoprire se stesso, il senso del pensare, dell’agire, del vivere nella prospettiva di un fine ultimo.

L’incontro di Maria con l’angelo evidenzia alla coscienza il ruolo e il significato vocazionale della sua esistenza. E’ ciò che Dio, in Gesù, vuol farci capire, ossia che Egli è il senso e la ragione ultima del nostro esistere.

La prima grande evidenza: Maria nella mente di Dio

Dopo l’evidente stupore, Maria sceglie il silenzio e l’ascolto. Ella si convince di dover sentire prima il messaggio dell’Angelo, poi riflettere. Dio non si manifesta direttamente, ma attraverso i suoi ambasciatori: angeli, arcangeli, angeli custodi, oppure attraverso la natura, la Creazione, i Patriarchi, i Profeti, la Legge, infine mediante il Figlio suo, l’Unigenito Gesù Cristo. Ma Egli resta un Dio presente e nello stesso tempo nascosto, un Dio fatto uomo ma velato dall’uomo, in ogni uomo. Anche in te, in me, in noi.

La grandezza inaccessibile di Dio c’impedisce di vederlo come egli è: “Finché abitiamo nel corpo siamo in esilio, lontani dal Signore, camminiamo nella fede e non ancora in visione” (2^ Cor. 5,6-7). Maria è condotta dall’angelo a scoprire Dio-persona.

L’intelligenza divina, palpitante d’immenso e smisurato amore per l’uomo, comunica alla fanciulla di Nazareth ciò che per lei ha stabilito e deciso. Dio, in questo modo, permette alla Vergine Maria di entrare in contatto con il suo futuro, con ciò che ella dovrà divenire secondo la sua volontà.

Maria intuisce che la sua vita futura è nella mente di Dio e che soltanto in Lui ha significato. Inoltre percepisce la gioia di essere totalmente creatura di Dio e, in quest’ottica, intravede anche l’unica via per essere se stessa. “Senza di me non potete far nulla….Rimanete nel mio amore” (Gv.15,5.9).

Dio ci pensa, ci crea dal nulla per amore, ci fa passare dal non essere all’essere, sempre per amore, perché “Egli è amore” (Gv.4,8).

La nostra radice è l’amore di Dio, il quale diventa la chiamata di Dio, la vocazione vera di ogni essere vivente e razionale, di ogni uomo, donna, bambino, fanciullo, giovane, adulto, anziano. Ciò che Dio ha stabilito per ciascuno di noi, proviene dal suo amore e porta sicuramente al possesso del suo amore, se diciamo con Maria:”Avvenga di me secondo la tua parola” (Lc.1,38).

La seconda grande evidenza: Maria nel progetto di Dio

Lo stupore di Maria,davanti all’angelo, è tradotto con queste espressioni: “Maria si turbò, andava pensando tra sè che cosa stesse per significare quel saluto” (Lc.1,29).

A questo punto, il dialogo con Dio muta la psicologia, ne cambia lo stile, soprattutto modifica le relazioni e gli obiettivi esistenziali. L’angelo squaderna alla fanciulla di Nazareth le pagine in cui si contengono le cronache della sua prossima missione e dei futuri avvenimenti che la riguarderanno, i disegni dell’Altissimo, che prevedono, innanzitutto, la sua maternità divina e il suo totale coinvolgimento nell’Incarnazione, Passione, Morte e Resurrezione di Cristo, il Figlio di Dio, “Dio vero da Dio vero, generato non creato, della sostanza del Padre”.

Maria, Madre di Cristo e Madre del genere umano, Madre di tutti gli uomini perché a Gesù: “Il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo Padre, e regnerà sulla casa di Giacobbe nei secoli, e il suo regno non avrà mai fine” (Lc.1,32-33). Maria compie un gesto di portata universale quando, con il suo consenso, accetta di entrare, anzi di farsi donna e madre secondo la volontà di Dio.

Il costo è grande: trascendere e dimenticare se stessi. Infatti Ella si dispone alla rinuncia totale delle sue vedute, delle aspirazioni e delle speranze di un cuore giovanile per lasciarsi rigenerare dalla pienezza della grazia divina in modo conforme ai desideri di Dio.

Maria diventa la volontà di Dio, ossia “la piena di grazia”. In modo simile alla creta in mano al vasaio, Maria si lascia trasformare dalla “potenza dell’Altissimo” (cfr.Lc.1,35).

In modo analogo ciascuno di noi è trasformato, rigenerato col Battesimo in Figlio di Dio per mezzo di Gesù. Abbandonati, o cristiano, come Maria, alla pienezza di grazia che Dio ha stabilito per te.

La terza grande evidenza: sposa dello Spirito Santo

Maria è la creatura preservata dalla colpa originale, unica persona umana da sempre “giardino dell’eden”, la sola a cui Dio, scendendo nel cuore umano, rivolge la parola con successo, perché tutta pura, tutta bella, tutta santa, tutta vera, sincera, umile, obbediente, aperta al dialogo, serva della sua volontà, disposta ad essere ciò che a Dio piace, a volere ciò che Dio vuole, ad amare l’amore di cui è espressione e testimonianza perfetta.

Donna, opera dell’amore di Dio Uno e trino, “termine fisso d’eterno consiglio”, Maria, per la prima volta, si vede con gli occhi di Dio, si coglie come Dio l’ha concepita, comprende di essere tutta di Dio, unicamente di Dio, per cui non può negare a se stessa ciò che è. “Lo Spirito Santo scenderà sopra di te e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà; perciò il Santo che nascerà sarà chiamato Figlio di Dio….perché nulla è impossibile a Dio” (Lc.1,35-37).

Questa terza grande evidenza invade la coscienza di Maria che, dopo le illuminazioni divine scoperte dentro di sè, non esita ad assecondare liberamente la richiesta di Dio. Così il Figlio di Dio diventa uomo per opera dello Spirito Santo nel seno purissimo di Maria Vergine. Al fonte battesimale, nel quale siamo stati rigenerati per mezzo della morte e resurrezione di Cristo col Battesimo, lo Spirito santo, che procede dal padre e dal Figlio ha preso dimora in noi facendoci partecipi del progetto di Dio in Gesù, che ci riempie del suo amore, affinché ciascuno di noi sappia diffondere “il buon odore di Cristo” attraverso le opere della carità, della condivisione, della comunione con il prossimo, spezzando le barriere e le staccionate erette dalla cultura dell’egoismo e del superuomo.

L’anima del cristiano è lo Spirito Santo che è stato riversato nei nostri cuori (cfr.Rm.5,5).

Maria entra a far parte del “Nulla è impossibile a Dio”

Contempliamo Maria, capolavoro della grazia divina, sposa dello Spirito Santo, piena di grazia, perché Ella ha accettato di svuotare se stessa, tutta se stessa, per essere riempita solo di Dio e del suo amore, per cui l’angelo trova spontaneo chiamarla “piena di grazia, il Signore è con te” (cfr.Lc.1,28); anzi il suo essere esulta, gioisce e canta: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore, perché grandi cose ha fatto in me Colui che è potente, e santo è il suo nome” (Lc.1,46-49).

Ciò che vedono gli occhi dello spirito evangelico, nel dialogo con Maria, è l’incertezza umana nel recepire in modo pieno ed esaustivo il messaggio divino. Al suo cuore di donna, pur concepita dall’amore di Dio e destinata all’amore dello Spirito Santo in vista dell’incarnazione del Verbo, Gesù di Nazareth, appare impossibile ciò che l’Altissimo le chiede per bocca del suo messaggero. Maria è sconcertata di fronte al suo destino, al suo futuro e alla sua vocazione. Ella è scossa nel profondo del suo essere creatura limitata, simile ad ogni altra. E nel sentire che in lei scenderà “la potenza dell’Altissimo” (cfr.Lc.1,35), Maria precipita nella convinzione che tutto ciò è impossibile. Ma Dio si rende chiaro ed inequivocabile ai suoi occhi. Infatti Egli non è geloso; anzi apre la sua natura divina a chi ama e, amando, lo eleva a partecipare al suo disegno di salvezza. Quando Maria percepisce tutto ciò in virtù dello Spirito Santo comprende anche di far parte del “nulla è impossibile a Dio”.

L’epilogo è trascritto da San Luca, in modo incisivo, con queste parole: “Ecco l’ancella del Signore; avvenga di me secondo la tua Parola” (Lc.1,38). Tutti i battezzati, per mezzo di Cristo, sono partecipi della natura divina e del disegno di salvezza che Dio ha operato per mezzo del suo Figlio. In modo analogo tu, o cristiano, fai parte, per grazia e per fede, nello Spirito Santo-Amore, della stessa esperienza di Maria, ossia del “nulla è impossibile a Dio”. “A chi crede tutto è possibile” (Mc.9,23).

La decisione di fare esperienza di Dio

Nella scena dell’annuncio, Maria matura da una parte la consapevolezza della propria creaturalità e limitatezza umana, dall’altra la consapevolezza che l’amore l’ha resa strumento di Dio, luogo della Trinità, donna eletta dall’Onnipotente in vista della redenzione.

Dio le domanda così di entrare in comunione totale con Lui. Ad essa è richiesto, come ad ogni cristiano nel giorno del Battesimo, di far parte dell’azione di Dio nell’umanità, di fare esperienza con lui, di predisporre anima, copro, tempo, spazio, energie e ogni risorsa di se stessa, al servizio della volontà di Dio.

Fare esperienza con Dio significa per maria impegnarsi a tempo pieno con Lui, facendo di se stessa un umile e docile strumento dello Spirito Santo, affinché operi, attraverso di lei, impiegando la sua completa disponibilità, donazione, abbandono obbediente e tutto ciò che nel mistero della Provvidenza è stato deciso per il bene dell’umanità e dell’intero genere umano.

La dimensione ontologica dell’uomo creato ad immagine di Dio può superare la visione del Salmo 38 che così recita: “Solo un soffio è ogni uomo che vive, come ombra che passa; solo un soffio che si agita, accumula ricchezze e non sa chi le raccolga. Ora, che attendo, o Signore? In Te la mia speranza….Ogni uomo non è che un soffio” (6,8-12).

Il soffio, di cui si parla nel salmo, è lo stesso soffio di vita col quale Dio crea l’anima vivente a sua immagine e somiglianza. E’ quel divino insopprimibile da cui nasce nel Battesimo per opera dello Spirito santo, un uomo nuovo, un figlio adottivo di Dio un chiamato a far parte dell’esperienza di Dio, sull’esempio di Cristo e di Maria Vergine.

Tra le esperienze possibili all’uomo, durante il suo pellegrinaggio terreno, la più nobile e la più completa è senza dubbio l’esperienza con Dio ad imitazione di Cristo. Essa rende possibile l’attuazione del Vangelo che parla dell’uomo incorporato in Dio come luce del mondo e sale della terra.

Maria si mise in viaggio

“Grandi cose hai fatto Signore per noi, ci hai colmati di gioia” (Sal.126). Maria è di Dio, in Dio, piena di Dio, nella geografia dell’amore del disegno di Dio. Ella respira il clima di Dio. Vive in terra ma il suo essere è trapiantato nella dinamica trinitaria celeste.

Maria è in terra, dentro la storia del suo tempo, figlia dell’Alleanza che Dio ha stabilito col popolo d’Israele; è figlia della stirpe di Davide, è immersa nella cultura religiosa della sinagoga e dell’antica religione ebraica; è figlia di quel popolo d’Israele che è passato attraverso varie vicissitudini, scandite da un rapporto difficile con il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, a causa dell’ostinazione e dell’incredulità che spesso sbocciavano nel cuore di quella gente a contatto con le religioni incontrate nel loro lungo e doloroso pellegrinaggio verso la “terra promessa”. Eppure Dio era la sua guida.

Maria discende da questa tradizione e ne esprime la mentalità e la cultura; ora, però, ella muta la mentalità e la cultura per mettersi in viaggio sulla strada dell’Incarnazione guidata da Dio stesso. Infatti Maria scopre la sua vera identità sotto l’azione dello Spirito Santo. Innanzitutto è scomparsa in lei la mentalità critica, intessuta di “perché” quando ha capito che il dialogo con Dio è fondato sull’amore, sull’abbandono, sulla totale credibilità a Colui che l’assume al proprio fianco, dopo averla creata “umile ed alta più che creatura” (Dante).

Maria non ha più tempo per ascoltare se stessa, ma si dispone all’ascolto di Dio con tutto il suo essere. In questo modo Dio prende dimora in lei per farsi uomo tra gli uomini, e Salvatore, guida, liberatore, giusto giudice, fratello e amore crocifisso per l’intera umanità.

Il coraggio della fede inizia quando diminuisci qualche perché del tuo egoismo. Allora scopri di camminare, anzi Cristo cammina dentro di te fino ad incorporarti in lui. “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal.2,20).

In cammino nel mistero dell’Incarnazione

Con il “si” di Maria inizia la storia di Cristo, Dio da Dio, Figlio unigenito del padre, nella storia umana. Il genere umano è in comunione con il suo Creatore e Signore, attraverso la fanciulla di Nazareth. Ella porta in sè il Creatore del mondo, pur non conoscendo chiaramente i tempi, i luoghi, gli avvenimenti, gli eventi che seguiranno il cammino del Cristo di Dio fatto uomo tra gli uomini, uguale in tutto ai suoi simili, tranne nel peccato (cfr.Eb.4,15).

“Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare coloro che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal.4,4-5).

Questa grandezza si attua in Maria, e in noi battezzati nell’acqua e nello Spirito Santo. Una nascita dall’Alto (cfr,Gv.3,6) che unisce, in Maria, la fisionomia di creatura e di “figlia di suo Figlio”, come canta il poeta Dante. Creata, quindi, ad immagine e somiglianza di Dio e di Cristo, figlio suo e “Figlio dell’Altissimo” (cfr, Lc.1,35), interamente opera di Dio, prediletta della Trinità, del tutto preservata dalla colpa originale e dalla seduzione del maligno.

Il cammino di Maria, nell’incarnazione, produce in lei il possesso della divina maternità e l’intima unione a Cristo redentore, di cui ella sarà la corredentrice e la Madre di tutti gli uomini e del genere umano.

Nessuno può giungere al Padre senza passare per Cristo, il mediatore tra Dio e gli uomini; ma nessuno può giungere a Cristo e alla fede in Lui, senza passare per Maria. Col Battesimo siamo anche noi nel mistero dell’Incarnazione per esser uomini alla maniera di Cristo, sotto la guida dello Spirito santo e di Maria.

La preoccupazione di Maria è quella di lasciarsi occupare e riempire da Dio facendo la sua volontà, anzi domandando di essere in tutto incorporata nel suo disegno-sogno di amore verso l’umanità. Maria ci insegna la strada per abbandonarci a Dio.

La prima tappa del viaggio

“Maria si mise in viaggio in tutta fretta verso la regione montuosa per recarsi in città di Giuda. Appena entrata in casa di Zaccaria salutò Elisabetta” (Lc.1,39-41). La carità è il dono di sè a chi ti rivolge gli occhi e il cuore in attesa di un sorso di amicizia, di solidarietà, di condivisione, di compagnia, per portare a compimento il suo percorso esistenziale, o per indagarlo, riprenderlo, capirlo, amarlo come l’ancora di salvezza. L’anima, mossa dallo Spirito di Dio, spalanca tutta se stessa nella dismisura con cui Dio l’ha dotata.

La donazione o è totale o non lo è affatto. Il calcolo non è nella logica dell’amore di Dio e di coloro che agiscono attraverso l’amore dello spirito. Maria si prodiga per la cugina Elisabetta, ormai prossima al parto. Ella diventa il dono di Dio alla cugina Elisabetta. Benché la scarsità del testo lucano sia evidente, tuttavia non scalfisce la sostanza. L’arrivo di Maria, anch’essa incinta non per intervento d’uomo, ma per “opera dello Spirito Santo”, coincide con la fine della gravidanza di Elisabetta. L’evento è assai importante, come annota San Luca, perché, alla presenza di maria, ella sente il bambino sussultare nel suo seno. Poi “piena di Spirito Santo” esplode nel grido a tutti noto: “Benedetta sei tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno….Davvero tu sei beata, perché hai creduto nell’adempimento di ciò che ti è stato detto dal Signore” (Lc.1,42-45).

Oltre gli aspetti cristologici e profetici dell’incontro, sono da registrare l’esaltazione che compie Elisabetta sulla fede indiscussa di Maria, su quanto le aveva detto Dio, e il riconoscimento dello Spirito Santo che la colloca come la donna preferita da Dio per l’abbandono alla sua divina volontà. Elisabetta, in questo modo, rivela il rapporto unico e indissolubile tra Dio e la Vergine Maria, tra la creatura e il suo Creatore, tra la redenta e il Redentore Cristo Signore. Inoltre traspare evidente il ruolo insostituibile di Maria come mediatrice tra l’umanità e la divinità, tra il cielo e la terra, tra la coscienza di ogni uomo e Dio-Amore.

Anche noi dobbiamo permettere a Maria d’incontrarci per essere in comunione con Lei, piena di Spirito Santo!

L’incontro in cui Maria glorifica Dio

La grandezza del cuore che si è lasciato possedere da Dio, si manifesta nella contemplazione delle sue opere. Recita il salmo 126: “La nostra bocca si aprì al sorriso, la nostra lingua si sciolse in canti di gioia”.

Il cammino di ogni vivente è possibile perché Dio lo vuole. Perciò ringraziare e riconoscere il nostro Creatore quotidiano è un dovere che il salmista esprime. “Il nostro aiuto è nel nome del Signore, che ha fatto cielo e terra” (Sal.124). “Quale gioia quando mi dissero: andremo alla casa del Signore” (Sal.121).

Di questi sentimenti di adorazione e di riconoscenza verso Dio è piena l’anima di Maria Vergine: “Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore; hai ascoltato le parole della mia bocca. A Te voglio cantare davanti agli angeli. Rendo grazie al tuo nome, per la tua fedeltà e misericordia. Il Signore completerà per me l’opera sua. Signore, la tua bontà dura per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani” (Sal.137).

In questo entroterra di vita interiore, matura in Maria il canto più completo e profetico, soteriologico ed escatologico di tutto in Nuovo Testamento, destinato ad illuminare l’identità e la personalità soprannaturale di Maria, Vergine e Madre, davanti a Dio e davanti agli uomini, per opera dello Spirito Santo: “L’anima mia magnifica il Signore; e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, poiché volse lo sguardo alla piccolezza della sua serva. Ecco d’ora innanzi tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose ha fatto in me Colui che è potente e santo è il suo Nome” (Lc.1,46-49).

E il cuore di Maria, mosso dallo Spirito Santo, si trasforma in catechista e scuola di fede quando spiega ed invita ad accogliere l’identità dell’amore di Dio per l’uomo, soprattutto per chi a Lui si affida con una fede incrollabile: “La sua misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono. Egli ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso gli orgogliosi, ha rovesciato i potenti dai loro troni, ha esaltato gli umili”.

Che cosa diventerà mai questo bambino?

Nella casa di Zaccaria accade che la moglie Elisabetta dà alla luce un bambino, al quale, dopo alcune difficoltà per ottenere il nome da parte del padre Zaccaria, che era diventato muto per punizione di Dio, in quanto non aveva creduto alla promessa dell’erede comunicatogli nel tempio durante i riti ebraici, viene imposto il nome di Giovanni.

Ogni nascita sconvolge la casa, sia per il timore sia per la gioia perché è venuto al mondo un uomo e il suo mistero. Tuttavia in questo evento, stupiscono “i segni” con cui il disegno di Dio si è fatto conoscere agli stessi protagonisti.

Una creatura non attesa per svariate e logiche motivazioni, come l’età avanzata, la sterilità, il declino della vita attraverso la vecchiaia, è sempre voluta da Dio, o è segno del suo piano divino. Sicché Qualcuno, dall’Alto decide per Giovanni, non certo Zaccaria ed Elisabetta. Qualcuno che, vedendo la loro sottomissione alla legge di Dio, li sceglie per affidare loro una missione, quella di dare alla luce “il Precursore”, colui che avrebbe presentato Gesù al popolo ebreo sedendo sulle rive del Giordano: ” Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo” (Gv.1,29).

Ma ogni uomo o donna fa parte del disegno di Dio, nessuno escluso. Questa verità biblica è lo stile interiore e missionario di Maria Vergine. Infatti è lei che senza esitare accetta il disegno di Dio su di sè abbandonando ogni altro pensiero o progetto personale. Qui, in questa casa, Dio s’impone dopo che il suo bussare era stato frainteso o rspinto secondo le regole o la mentalità culturale ed umana di quel tempo.

Ma Dio ha fatto sì che tutti dicessero: “La mano del Signore è sopra di lui” (Lc.1,66). Dio conosce il mio mistero ed il mistero di ciascun uomo, perché ci ha pensati e voluti fin dall’eternità. “Se il Signore non fosse il mio aiuto, in breve io abiterei nel regno del silenzio” (Sal.93,17).

Comunicare col silenzio di Dio

All’ombra della casa di Nazareth scaturisce un problema affettivo che coinvolge Giuseppe, il falegname, il promesso sposo di Maria, la fanciulla di Nazareth. Dio si è intromesso. Maria, però, non è divisa dentro di sè tra l’amore alla volontà di Dio e l’amore umano. Giuseppe, al contrario, sì! Infatti il falegname s’accorge che la sua fidanzata è incinta e non per opera sua. Per la delicatezza interiore del promesso sposo e per il buon nome di Maria, egli decide di ripudiarla in segreto. Non abbiamo documenti che provino il chiarimento tra Giuseppe e Maria, se pure c’é stato.

Tutto è avvolto nel silenzio. Maria sa che Dio avrebbe risolto la situazione; perciò lascia fare alla Divina Provvidenza dello Spirito Santo. Sembra quasi ignorare il dramma in cui, purtroppo, si dibatte il fidanzato. Comunicare col silenzio di Dio significa avere tale fede nell’intervento di Dio da considerarlo il proprio ambasciatore o avvocato.

“Tutto è possibile a Dio”. Questa dichiarazione risuona chiaramente nell’anima e nella mente di Maria S:S:, tanto da permetterle la contemplazione permanente, pur restando donna tra le donne, ebrea tra gli ebrei, fidanzata tra i fidanzati, parte reale e viva delle aspirazioni delle donne ebree che desideravano essere scelte a Madre del Messia.

Ella è tutta di Dio e Dio la considera tutta per sé. Eppure non è sclusa dalla cronaca del suo tempo o dalla psicologia del sentire femminile della sua epoca. Tuttavia Maria è e resta la sposa dello Spirito Santo. Ecco che, nel silenzio della notte, Dio interviene presso Giuseppe liberandolo dalla dolorosa e incomprensibile lettura della realtà, dandogli, però, la missione di apdre putativo del figlio suo.

La carità di Dio sostituisce le ragioni umane. Egli dispone i cuori alle soluzioni più lontane dalla logica razionale, perché sa parlare al cuore di chi ascolta: “Non temete”.

Un editto di Cesare

La vita interiore di Maria e di Giuseppe rientra nella norma del costume ebraico. Il falegname sposa Maria ma con un intento preciso, quello che lo unisce anche alla volontà di Dio: “Giuseppe, figlio di Davide, prendi pure con te, senza timore, Maria tua sposa, perché quello che è generato in lei è opera dello Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e lo chiamerai Gesù; egli infatti salverà il suo popolo” (Lc.1,20-21).

Dio cambia e perfeziona la vita delle creature che in Lui attingono la parola di vita, quella parola che ha il potere d’incorporare l’uomo nel piano di Dio, perché il vero credente si caratterizza nel gesto di abbandonare la propria volontà, le proprie vedute o progetti di esistenza per compiere in tutto la volontà di Dio.

Agire secondo i dettami della Provvidenza e della Parola di Dio vuol dire realizzare ciò che più tardi ordinerà Gesù: “Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’é altro comandamento più importante di questi” (Mc.12,28-34).

Giuseppe e Maria, dentro il contesto sociale del loro tempo, introducono il disegno di Dio che resta, per ora, nascosto, come il seme della terra.

Nel contesto della città dell’uomo, Dio pone il suo innesto, prende dimora in Maria e Giuseppe, suo sposo, cammina tra gli uomini secondo la sua volontà, la quale realizza dentro la storia, la salvezza. E fu l’editto di Cesare a condurre Maria e Giuseppe a Betlemme, dove il Cristo doveva nascere.

Il cristiano vive ancora oggi lo stile di Giuseppe e di Maria. Cammina nel suo tempo compiendo interiormente la volontà di Dio.

Letture per il Natale – indice