STORIA DEL POPOLO EBRAICO
|
SECONDA PARTE: DAL POSTESILIO A GESU' CRISTODOMINAZIONE GRECA (332-63 a.C.) cap.2 |
FATTI STORICI SALIENTISullo sfondo della pressione ellenistica, e diversamente a lei collegati, si collocano i seguenti fatti storici, il primo dei quali da porsi probabilmente in apertura del periodo, il secondo invece caratterizzante la sua fine. Lo scisma samaritano Altri, invece lo pensano verificato agli inizi del periodo greco, subito dopo il passaggio d'Alessandro magno in Palestina.
In ogni caso lo scisma costituisce la consumazione di un lungo travaglio i cui inizi sono da ricercarsi lontano nella storia, vale a dire nella tradizionale divisione tra le tribù meridionali e quelle settentrionali. La riforma di Giosia al sud, con la legge dell'unità del culto nel Tempio di Gerusalemme, era certo sminuito l'effetto di quella riforma; tuttavia gli israeliti potevano non simpatizzare con la preminenza accordata a Gerusalemme. Se nemmeno questo è stato colto, il passaggio d'Alessandro Magno e la diversa posizione assunta dagli Ebrei del sud e del nord nei suoi riguardi deve aver costituito l'ultima occasione del nuovo culto in Samaria. Non è che i samaritani abbiano guadagnato molto dal loro scisma. La comunità religiosa di Samaria cercò di sopravvivere attraverso gli alti e bassi della storia...I samaritani hanno condiviso la sorte di tutti coloro che, sebbene richiamatisi forse a tradizioni antiche, si ribellano ad una situazione evolutasi durante un lungo periodo, e cercano di basare la loro vita su condizioni storiche ormai scomparse. Al tempo di Gesù Cristo, però, avevano ben altra vitalità! Rivolta dei Maccabei e dinastia asmonea Più che hai particolari di questa guerra, guarderemo al suo carattere generale. Essa non ha avuto il tratto delle antiche guerre condotte da Israele, non fu cioè una guerra santa o sacra, dove la stimolo all'azione veniva direttamente da Dio, dove questi era il vero combattente, alla quale si doveva partecipare in stato di purità, con fede nella vittoria, nel corso della quale andavano osservate determinate cerimonie (sacrificio iniziale, presenza dell'arca, grido di guerra, kerem o distruzione finale dei nemici). La mentalità era profondamente mutata e non permetteva il ritorno a concezioni simili. Ma non si trattava nemmeno di una semplice guerra profana, come le tante combattute da Israele dal tempo dei primi re. Ora non si trattava di conquistare una città, di eliminare qualche avversario importuno o pericoloso, di difendere qualche territorio periferico. I Maccabei si battevano, almeno inizialmente, per la libertà religiosa contro stranieri pagani che impedivano con la violenza l'osservanza della Legge e contro i fratelli spergiuri colpevoli di abbandono dell'Alleanza. La lotta vedeva sui due fronti gli Ebrei fedeli e quelli infedeli legati agli stranieri che li proteggevano. Anche se esistevano interessi politici, in sostanza si lottava per la religione di Israele, e quindi si portava innanzi a una vera e propria guerra di religione. Il bene messo in palio era la fede jahvista: si doveva ancora una volta decidere tra Jahvé e "gli dei di questo mondo". Dopo la rivolta maccabica (Mattatia, Giuda, Gionata, Simone), non possiamo dimenticare le vicende degli Asmonei, membri della famiglia di Mattatia, nelle cui mani rimase il potere civile e religioso. Sono, infatti, state le condizioni creatisi sotto il loro governo a determinare reazioni particolari in vari settori del popolo ebraico. Dopo l'assassinio di Simone, Gianni Arcano (134-104 a.C.), figlio di Gionata, ottiene dal re di Siria la conferma di una indipendenza pressoché completa. Capo religioso, civile e militare, egli amplia i suoi possedimenti grazie a fruttuose spedizioni. Ma questa rinascita temporale della nazione ebraica si stacca sempre più, per lo spirito, dal fine religioso perseguito dalle guerre maccabiche. Giovanni è un sovrano mondano che vive nel fasto. Il partito aristocratico dei Sadducei lo appoggia, ma egli perde i Farisei. Sotto Alessandro Ianneo (103-76 a.C.) la decadenza si fa più forte. Crudele, svitato, preferendo la vita dei campi al servizio portato dinanzi all'altare , costui prende il titolo di re. Agli occhi dei farisei, rimasti fedeli alla dinastia davidica, dalla quale deve nascere il Messia, tale pretesa costituisce un sacrilego. La loro posizione, però, è infranta da una violenta persecuzione. Alla morte di Alessandro governa sua moglie Alessandra (76-67 a.C.), appoggiandosi proprio sui Farisei. Dopo di lei la Giudea diventa un focolare di intrighi. Il che dà a Roma l'occasione di intervenire. |
<< indietro indice torna su avanti >> |
|
© Dal 2002 in poi Fede Speranza Amore |