STORIA DEL POPOLO EBRAICO
ATTRAVERSO LA BIBBIA

PRIMA PARTE: DALLA PREISTORIA ALL'ESILIO

GEOGRAFIA DEL MEDIO ORIENTE E DELLA PALESTINA

Il mondo antico: topografia

Premessa

Non sembri strano che, tra le fonti di conoscenza della storia ebraica, metta la geografia. Lo sviluppo culturale e le vicende storiche di un popolo o insieme di popoli è, infatti, condizionato in gran parte dall'habitat o ambiente in cui vive.
Ha scritto un grande studioso:

"La storia degli uomini è per molti versi legata alla geografia. Le strutture fisiche attirano o scoraggiano l'installarsi degli uomini, impongono o sconsigliano certe frontiere politiche agli stati, favoriscono o minacciano l'unità e la stabilità delle loro istituzioni. Le risorse naturali comandano le attività produttrici e, di conseguenza, tutto il commercio interno ed estero.
Il clima non controlla solo l'economia produttiva, influisce sul genere di vita e sul comportamento stesso degli abitanti. La congiunzione di questi elementi determina il variare della densità della popolazione nonché i suoi caratteri sociologici.
La posizione geografica del paese in un insieme più vasto e in parte differente da lui, oltre che regolare i rapporti pacifici ed ostili che un popolo ha coi suoi vicini, facilita o limita gli scambi culturali, sia si tratti dei progressi dell'industria, sia delle realizzazioni artistiche o delle opere dello spirito. Questo non significa che la geografia naturale spieghi la storia umana. Quest'ultima è modellata dalle decisioni libere o dagli atti irriflessi degli uomini, ed è per tale ragione che vi troveremo molti imprevisti, è pure diretta, sempre, ma specialmente nel caso del "popolo eletto" da Dio, Signore della terra e degli uomini, ed ecco perché v'incontreremo tanto mistero.
Ma le volontà e i capricci umani debbono alla fine sottomettersi agli imperativi della natura, e Dio stesso li mette a servizio dei disegni propri. Così, per comprendere la storia del popolo veterotestamentario, è necessario studiare il paese in cui questo popolo si è installato ed ha vissuto."

Osservando l'area geografica che c'interessa, un tempo essa era posta dagli studiosi tra la vallata del Nilo da una parte e il gran tavoliere alluvionale del Tigri e dell'Eufrate dall'altra. Questi due paesi, oltreché i limiti estremi, ne costituivano anche gli unici due poli di maggior sviluppo.
Oggi, allargatesi le nozioni sulle civiltà antiche, dobbiamo allargare tali confini e includervi ad Ovest una grande porzione dell'Asia Minore e ad Est il limite orientale oltre l'Iran, fino a raggiungere la valle dell'Indo. Si ha così un vastissimo territorio che si estende dal bacino orientale del Mediterraneo fino al golfo Persico, prendendo pressappoco la forma di una mezza luna avente sotto di sé il deserto arabico. Si tratta della "fertile mezzaluna" di cui parlano gli studiosi.
A noi, però, basta prestare attenzione alla fascia di terra che dal Nilo si estende fino ai due fiumi della Mesopotamia. In questa vasta zona vediamo che le civiltà maggiori si sono sviluppate in territori che avevano un qualche elemento d'unione e di ricchezza (per es. i fiumi), mentre gli altri territori, o per la loro esiguità o per la loro stessa conformazione, non hanno mai offerto la possibilità di uno sviluppo particolare.

 

Egitto

Posto all'estremità meridionale e occidentale della "fertile mezzaluna", deve la sua formazione geografica, la sua vita economica e anche politica al suo grande fiume: il Nilo.
Quest'ultimo, lungo 6400 chilometri, esce dal lago Vittoria in Africa, attraversa l'Uganda, nel Sudan riceve le acque del Bar el Gazzal prendendo il nome di Nilo Bianco; dopo Kartum prende il nome di Nilo Azzurro. Attraversata poi la Nubia superiore ed inferiore, presso Elefantina con la prima cateratta entra definitivamente nell'Egitto propriamente detto. Dopo un percorso di 9oo chilometri si riversa, attraverso il delta, nel Mediterraneo.
Ogni anno, ingrossato dalle piogge dei tropici, il Nilo invade le terre che attraversa, depositandovi un limo straordinariamente fertile. L'inondazione, dopo un periodo di 100 giorni (da giugno ad ottobre), si ritira lentamente. Tale inondazione, per riuscire benefica, deve essere dominata, regolata. Costringe quindi gli abitanti delle rive ad organizzarsi per coordinare i loro sforzi, a sottoporsi ad una disciplina che sarà tanto più efficace per il bene comune quanto più sarà concentrata. Cosicché il Nilo, oltre ad offrire la ricchezza del suolo, determina l'unirsi della popolazione delle sue rive dando ben presto ad essa il carattere di "popolo" e non di semplice aggregato urbano.
L'Egitto si divide in due parti: l'Alto Egitto incassato fra rocce che lasciano poco spazio alla terra arabile, e gode di un'estate perpetua col calore secco proprio del deserto arabico; il Basso Egitto (regione del delta), vasta zona triangolare lunga 100 chilometri e di 600 chilometri di perimetro attraversati in tutti i sensi da canali. La terra è disseminata di lagune e acquitrini, esuberante di vegetazione, con acque straordinariamente pescose e con folti boschi ricchi di selvaggina e svariatissima.
L'Egitto gode inoltre di una posizione singolare: attraverso la Nubia è in comunicazione con l'Africa; le piste che solcano il deserto a destra del Nilo e punteggiate di sorgenti lo pongono a contatto col Mar Rosso; l'istmo di Suez, interrotto dai laghi Amari, comunica con la penisola sinaitica; il Mediterraneo, di facile cabotaggio, apre la strada al mondo greco e ai porti fenici, nonché al vicino Oriente.
Tutto questo spiega il fiorire della grande civiltà egiziana, che, con la sua trentina di dinastie faraoniche, copre quasi tre millenni di storia, determinando in gran parte le vicende politico-militari del Medio Oriente.

Dati essenziali.

- fino al 3200 a.C. = preistoria;

- dal 3200 al 2800 = impero tinita, capitale Tinis (Alto Egitto)        2          dinastie;

- dal 2800 al 2200 = impero di Menfi, capitale Menfi (delte)             3 –10  dinastie;

- dal 2200 al 1680 = medio impero tebano, capitale Tebe (Alto Egitto)     11-13 dinastie;

- dal 1680 al 1580 = occupazione degli Icsos              14-16 dinastie;

- dal 1580 al 665 = nuovo impero tebano, capitale Tebe          15-25 dinastie;

- dal 665 = invasione degli Assiri: Assurbanipal conquista Tebe;

- dal 663   al 525 = impero sinaitico (Psammetico I), capitale Sais (Basso Egitto).

 

Mesopotamia

Se l'Egitto può chiamarsi "dono del Nilo", la Mesopoptamia deve a sua volta considerarsi dono dei due fiumi Tigri ed Eufrate, che, con le loro alluvioni, hanno formato questa terra e non cessano di nutrirla. Tigri ed Eufrate hanno così la stessa funzione unificatrice, poiché i popoli che vivono sulle loro rive debbono collegare i loro sforzi allo scopo di sfruttare le loro inondazioni periodiche. I due fiumi sorgono dai monti dell'Armenia e poi, attraverso un corso differenziato che dapprima li allontana, poi li avvicina, e di nuovo li allontana e li riavvicina formando tra loro una zona di terra a forma di 8 (otto), infine si gettano nel golfo Persico.
Come la terra d'Egitto, la pianura dei due fiumi si divide in due parti che si distinguono per il clima: nella parte superiore si ha la Mesopotamia propriamente detta (El Gezireh), territorio dell'Assiria; in quella inferiore si ha invece il territorio dei Sumeri e degli Accadi.
Le risorse del suolo sono molto scarse, specialmente di materiale da costruzione; i metalli devono essere importati da altri paesi. Unica ricchezza caratteristica è l'asfalto, sia allo stato semisolido (bitume, atto alle costruzioni, Genesi 6,14) sia allo stato liquido (nafta, che serviva per alimentare le lampade al posto dell'olio).
In complesso la popolazione tenuta insieme dai due fiumi, aveva bisogno di sbocchi commerciali per svilupparsi.
Ancora come l'Egitto, tale paese non era isolato ma comunicava a sud, via mare, con l'Arabia; ad est con l'Elam, ad ovest raggiungeva l'Asia Minore attraverso una grande strada, mentre attraverso l'Harran e poi la Siria comunicava con l'Egitto.
Si comprende così l'importanza che per Egitto e Mesopotamia veniva ad assumere la regione intermedia, cioè la Siria-Palestina, e perché le due grandi potenze del Medio Oriente nel corso dei secoli abbiano tentato di assicurarsene il possesso o almeno la sudditanza, determinando così gran parte delle vicende degli Ebrei.

Dati essenziali.

- dal 3200 al 1950 = Sumeri (al sud) e Accadi (al nord);

- dal 1950 al 1651 = Antico impero babilonese; capitale Babel, al sud;

- dal 1651 al 1112 = Periodo intermedio: invasioni di Ittiti e Cassiti;

- dal 1112 al   612 = Impero Assiro; capitale Assur, al nord;

- dal    612 al  539 = Nuovo impero babilonese;

- dal    539 al  332 = Persiani.

 

Palestina

Tra Egitto e Mesopotamia, quale proverbiale coccio di creta tra due vasi di ferro, è situata la terra chiamata "Palestina". Per la verità il nome non è di derivazione biblica, poiché nel libro sacro essa è chiamata "Terra d'Israele" (17 volte in Ezechiele), "Paese di Canaan" (in Genesi, Numeri e Giosué), "Paese che Jahvé ha giurato di dare ai padri (in Deuteronomio).
Il termine Palestina è mutuato dal linguaggio amministrativo degli imperi romano e bizantino: si ha dal 135 d.C. e deriva da quello di "Filistei", il cui paese era chiamato "Palastu" ( o forme simili) nei documenti assiri dall'800 a.C. e "Paleshet" nella Bibbia ebraica.
La Palestina è una terra che non permette lo sviluppo di una grande civiltà. Anzitutto per l'esiguità della sua estensione: un paese un poco più grande del Belgio e un poco più piccolo della Svizzera, con una larghezza di 150 chilometri circa, una lunghezza cha da Dan (estremità settentrionale) a Bersabea (estremità meridionale) è di 250 chilometri circa, copre un'area di 34000 chilometri quadrati.
Poi, in particolare, per la sua costituzione interna la Palestina è una striscia di terra che solo in apparenza ha una struttura unitaria, mentre nel suo orientamento da Nord a Sud offre quattro zone parallele ben distinte:

  1. Il litorale mediterraneo, segnante una linea pressoché diritta ( con la pianura di Saron a nord, e quella della Shefela a sud di Giaffa);
  2. Una catena sub-costiera in cui si succedono le montagne di Galilea, Samaria e Giudea, digradanti dal nord al sud;
  3. Una linea di depressione mediana, che dalle fonti del Giordano (al monte Hermon) scende verso il lago di Tiberiade e arriva al Mar Morto;
  4. Una nuova barriera montagnosa che domina questa fossa dal lato orientale.

Manca un elemento comune che coordini le attività umane, che unifichi le popolazioni sotto i vari punti di vista. Potremmo pensare al Giordano con funzione parallela a quella del Nilo per l'Egitto e di Tigri ed Eufrate per la Mesopotamia, ma non è così: il Giordano, chiuso da ambedue le parti dalla duplice catena di monti appena citata non può alimentare con le sue acque tutto il territorio (se non attraverso grandiose opere di ingegneria quali quelle realizzate dagli ebrei moderni, ma inconcepibili anticamente).
La stesse frontiere non sono ben delimitate, salvo ad Occidente dove la Palestina si affaccia sul Mediterraneo (elemento, questo, che sarebbe stato favorevole se nel retroterra si fosse insediato un popolo di navigatori, ciò che non è stato). Ad Est e a Sud c'è il deserto, che offriva alle popolazioni nomadi o seminomadi la possibilità di inserirsi pacificamente o no tra gli indigeni, così come avevano fatto gli ebrei agli inizi del loro insediamento.

La Palestina dà l'impressione di una casa priva di porte. Specie al Nord e al Sud, dove le frontiere non sono ben definite: dai testi di Numeri 34,2-12; Ezechiele 47,15-20 e Giosué 13,19 non si capisce dove gli ebrei si siano realmente insediati.

Le differenze del suolo determinano un clima e un regime di piogge assai vari. La natura del suolo, dal canto suo, non offre altre ricchezze se non quella dei prodotti pastorali e agricoli (bestiame, grano, orzo, olivo, vite), così che la popolazione non poteva essere molto numerosa.

"E' difficile proporre cifre, che d'altra parte sono mutate nei tempi. Nella prima metà del secolo VIII a.C., in un'epoca di prosperità economica e di stabilità politica, si può valutare la popolazione del regno di Israele sugli 800.000 abitanti e quella del regno di giuda sui 300.000.
Non possediamo informazioni utilizzabili per i regni di Ammon, Moab e Edom in transgiordania, ma la popolazione vi era certamente meno densa. L'insieme dei territori non ha mai avuto molto più di un milione di abitanti.
Per fare un confronto con due paesi moderni che hanno pressappoco la stessa superficie del Paese della Bibbia, ma che hanno strutture ed economie diverse, il Belgio ha poco più di nove milioni di abitanti, mentre la Svizzera ne ha quasi sei.
Le città dell'A.T. erano straordinariamente piccole e poco popolate: qualche ettaro di terra e qualche migliaio di abitanti per le "città" importanti, meno di un ettaro e meno di un migliaio di abitanti per le altre; insomma erano dei villaggi. Le due capitali, Gerusalemme e Samaria, facevano eccezione, ma le loro popolazioni non sorpassavano sicuramente i 30.000 abitanti. La densità della popolazione nelle varie regioni è difficilmente valutabile".

Le strade di comunicazione non servivano a togliere la popolazione dall'isolamento cui era costretta dalle condizioni geografiche. Tre di esse si snodavano dal Sud al Nord:

  1. Una prima congiungeva l'Egitto a Damasco, seguendo dapprima la costa e poi entrando nella piana di Esdrelon;
  2. La seconda, partendo da Hebron, andava a Samaria passando per Betlemme, Gerusalemme, Rama, Mispha, Silo e Sichem;
  3. La terza andava dal Mar Rosso a Bashan.

Le altre quattro vie erano trasversali:

  1. Dalla baia di Acri a Baisan;
  2. Dal litorale a Samaria e Sichem per poi sfociare nella Valle del Giordano;
  3. Da Giaffa a Lidda e Ayyalon e poi, attraverso Bethoren e Gabaon, fino a Betel;
  4. Gaza al Mar Rosso, attraverso Bersabea e l'Arabia.

Eserciti e commercianti transitavano alle estremità orientale ed occidentale, non disturbando la vita delle popolazioni poste nelle zone centrali.

 

Considerazioni finali

il Paese della Bibbia è un paese povero e piccolo. Le condizioni geografiche non lo preparavano a svolgere un ruolo importante nella storia politica del mondo…Il contrasto ultimo, e non il più piccolo, offerto dal paese è la sproporzione tra la mediocrità delle sue attitudini naturali e la grandezza del suo destino spirituale. Questo è il mistero di Dio.
Ma la povertà stessa del paese lo preparava alla sua vocazione. Non si poteva diventare molto ricchi, ma il suolo, con un lavoro moderato, forniva tutto quanto era necessario per i bisogni quotidiani. Questa esistenza priva di lusso nel quadro della famiglia favoriva lo sviluppo di una vita più personale e il riconoscimento dei valori veramente umani. Questa vita semplice non era resa sicura dal lavoro dell'uomo. Dipendeva dalla pioggia, che fa crescere i raccolti e rende verde i pascoli. Ora la pioggia è sempre incerta, occorre chiedere a Dio che la faccia cadere a tempo debito e in misura sufficiente. Così il paese portava naturalmente al soprannaturale, e la Bibbia, che vi è stata scritta, predica la spiritualità della povertà che è una ricchezza. Questa spiritualità era preservata dall'isolamento. Il cuore del paese biblico, la regione montagnosa del centro, era fuori dalle grandi vie commerciali e non era desiderato dalle grandi potenze che lottavano per la supremazia ed erano interessate solo al controllo della strada strategica lungo la costa.
Il popolo della Bibbia poteva vivere in pace, rivolto verso il suo Dio, se non si mescolava alle beghe dei suoi ricchi vicini; i Profeti, opponendosi alla politica umana dei loro re, difendevano non solo la religione del popolo ma la sua esistenza stessa. L'insignificanza del paese, con la sua povertà, lo preparavano a ricevere e conservare il messaggio di Dio.
In compenso, questo messaggio l'ha trasformato. Non si può visitarlo o vivervi senza che le sue campagne e vallate, la pianura o i deserti suoi evochino i ricordi della Bibbia: Elia al Carmelo, Abramo e Lot al Mar Morto, Abramo e Sara a Mambre e a Hebron, Davide e Salomone a Gerusalemme, Acab e Gezabele a Samaria, Gesù a Betlemme, Nazareth e sulle rive del lago di Galilea.
Camminando per le sue strade si cammina sulle orme dei patriarchi, dei profeti e di Gesù. Il paese è impregnato dalla preghiera dei fedeli di questi tempi antichi e di quella dei pellegrini di tutte le epoche, di tutti coloro che credono nel Dio unico della Bibbia. Aiuta a comprendere la Bibbia che ne è scaturita, ma anche la Bibbia gli dà il suo senso e lo fa amare. Esso è, sotto ogni aspetto, il "Paese della Bibbia".

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