Vangelo di Matteo

Introduzione

Caravaggio - San Matteo e l'angeloUno dei modi attraverso i quali il Creatore ha continuato, continua e continuerà ad essere presente in mezzo a noi è la sua Parola; una Parola vecchia di secoli, ma sempre nuova perché noi cambiamo sempre, non siamo quelli di anni fa. La nostra esistenza si arricchisce da un anno all’altro di esperienze belle e brutte, esperienze che rifaremo o no. La Parola di Dio, pur rimanendo sempre uguale a se stessa, acquista nella nostra vita una risonanza diversa. Risonanza che passa da un individuo ad individuo, contagia l’umanità. Da oltre venticinque secoli la Parola di Dio illumina l’orizzonte dell’umanità (come non constatare che non c’è proporzione tra i fatti narrati nella Bibbia, avvenuti nel piccolo territorio della Galilea, Samaria, Giudea ecc… e l’eco mondiale che essa ha avuto e continua ad avere). Per il credente, la spiegazione è semplice: si tratta di “Parola di Dio”, una parola che, pur espressa nell’umiltà del linguaggio umano, reca in sé la potenza di Dio, opera ciò che esprime.

Dinanzi a questa Parola, nella quale Gesù Cristo stesso si presenta a noi, dobbiamo prendere posizione, non possiamo assistere da spettatori, ma diventare interpreti della nostra vita.

“Chi non è con me, è contro di me” (Mt.12,30): la nostra esistenza è un continuo scegliere; a ciascuno di noi accade di dover sostenere nella vita la parte di Adamo e di Eva: dire “sì” o “no” al tentatore. La scelta è di un attimo, che può decidere molte cose, ma la Parola, che è segno e sacramento che perpetua la presenza di Cristo in mezzo a noi, ci svela che cosa è la vita e che cosa in essa ha valore. Non bisogna leggere la Bibbia per sapere qualcosa di più, ma per divenire sapienti e il sapiente non è colui che sa tante cose, ma colui che sa cogliere il senso vero e profondo della realtà che lo circonda.

Cosa significa Vangelo?

Nel linguaggio odierno il termine Vangelo sarebbe da tradursi con evangelizzazione, in pratica un annuncio di buona notizia, in altre parole che Gesù è risorto dai morti. I quattro Libri, che noi chiamiamo Vangeli, non si chiamavano così all’inizio; Vangelo è un titolo che si è affermato nel corso del II° secolo, un secolo dopo la genesi dei vangeli. All’inizio si chiamavano “Katà” (secondo Marco, Matteo, Luca e Giovanni). E’, infatti, convinzione comune che i ricordi di Gesù, in pratica le sue parole e i suoi gesti, non sono stati tramandati meccanicamente, ma raccolti, ordinati, in base alle esigenze delle varie comunità cristiane: esigenze pastorali, apologetiche, di culto. Un conto è quindi la prospettiva teologica di Matteo, un conto quella di Marco, un conto quella di Luca e un conto quella di Giovanni; i diversi evangelisti accentuano aspetti diversi, ma tutti concorrono a meglio introdurci nella conoscenza della persona di Gesù e nel mistero di Dio. Il Vangelo, i Vangeli tutti sono quindi raccolte, che cercano il lieto annuncio che Dio Padre ha finalmente inviato nel mondo il Redentore e questo attraverso testimonianze della sua vita, della sua opera, della sua dottrina, della sua Passione, della sua Morte, della sua Resurrezione.

Matteo e la sua opera.

Nel suo racconto Matteo si presenta come un pubblicano (Mt.9,9-10,3 esattore delle imposte o gabelliere) chiamato da Gesù tra i suoi apostoli. Matteo esercita il suo mestiere a Cafarnao, la “via del mare”, di grande importanza per il transito tra l’est e la costa del mediterraneo. Appena chiamato da Gesù, decide di fare una cena con lui e gli amici: un gesto che fa pensare a quello profetico di Eliseo (1 Re 19,21) e a Zaccheo (Lc. 19,1-10).

Il nome Matteo, come Mattatia, significa “Dono di Dio”, ed è quindi l’equivalente di “Teodoro”. L’evangelista ha anche un altro nome presente in Marco 2,14-17 e Luca 5,27-32, dove il pubblicano è chiamato Levi.

Non si conoscono con esattezza le regioni evangelizzate da Matteo dopo la sua partenza dalla Palestina. Rufino, S. Eucherio e Socrate indicano l’Etiopia; S. Ambrogio e S. Paolino da Nola parlano della sua predicazione in Persia, altri indicano il Ponto, la Siria, la Macedonia, l’Irlanda. Vi è incertezza anche sulla sua morte: lo gnostico Eracleone parla di morte naturale, altri di martirio e doversi sono i racconti apocrifi. Incerto è anche il momento dell’arrivo a Paestum delle sue reliquie. Quel che è certo è che nel 954 Salerno custodiva il corpo di S. Matteo, anche se tenuto nascosto; ritrovato nel 1080 fu posto nel tempio custodito appositamente e consacrato da S. Gregorio VII°. Il calendario liturgico celebra la sua festa il 21 settembre. Simbolo del suo Vangelo, secondo la spiegazione di S. Girolamo, è l’uomo e nell’iconografia (assai estesa a motivo del triplice aspetto di apostolo, evangelista e patrono di corporazioni e mestieri) è raffigurato abitualmente in età avanzata, con volto severo e folta barba, un libro ed un Vangelo (simbologia desunta da Ez.1,10; Ap.4,6), talvolta con una borsa di denaro o con un fanciullo in una culla ed una croce (per il suo racconto dell’infanzia e passione di Gesù).

Matteo è il vero autore del vangelo?

Il Vangelo, come del resto gli altri, non è firmato e, allo stato attuale delle ricerche possiamo solo ricostruire un identik dell’autore, che tiene conto sia della tradizione sia degli studi più recenti. La tradizione (Papia, vescovo di Gerusalemme nel II° secolo, Origene nel III° secolo, Tertulliano nel III° secolo) identificano Matteo con l’apostolo Levi-Matteo; gli studi degli esegeti e le scoperte degli ultimi decenni confermano che l’attuale Vangelo di Matteo abbia utilizzato come fonte lo scritto di Marco (primo Vangelo che è la catechesi dell’apostolo Pietro) e la fonte “Q” (Quelle = composta da un elenco di detti, forse trasmessa per via orale, ma che ad un certo punto è stata posta per iscritto.). Il Vangelo è stato scritto in aramaico e inoltre è stato arricchito da mani successive provenienti dal mondo giudaico.

Per chi scrive Matteo?

L’evangelista scrive principalmente per i convertiti dal giudaismo e vuol dimostrare loro che Gesù è uno della loro razza, figlio di Abramo e di Davide, il nuovo Mosè di un nuovo popolo operato a Dio da una Nuova Alleanza, il Messia nel quale si compiono le scritture, il Figlio di Dio Risorto dai morti e costituito Signore. I credenti venuti dal giudaismo sono sì convertiti al cristianesimo, ma sono ancora legati alle loro radici e spesso in tensione con gli ambiti da cui provengono. Il Vangelo di Matteo è un testo risalente attorno all’80 d.C. ( circa una ventina di anni dopo quello di Marco e risponde, infatti, all’attacco sferrato dalle elites giudaiche dei Scribi e dei Farisei che dopo la distruzione di Gerusalemme e del Tempio nell’anno 70, cercano di salvare Israele senza più territorio , senza Tempio, facendo “quadrato” intorno al “Libro” contestando pesantemente i numerosi “nazareni”, i cristiani. Non devono quindi spaventarci i numerosi termini ebraici non tradotti dall’evangelista, le diverse espressioni di lingua semita ( es. Raca e Geenna Mt. 5,22); le espressioni carne e sangue (Mt. 16,17); legare e sciogliere (Mt. 16,19; 18,18); regno dei cieli anziché regno di Dio; città Santa invece di Gerusalemme; gli usi e costumi ebraici (offerta davanti all’altare Mt. 5,23); varie forme di giuramento (Mt. 5,34-35); le abluzioni prima dei pasti (Mt. 5,2); in filatteri (Mt. 23,5-7) che ritenuti noti ai lettori, non sono spiegati ulteriormente dall’evangelista.

Nel Vangelo vi è grande ricchezza di citazioni, allusioni, rimandi all’A.T. e viene dato grande rilievo ai primi cinque Libri biblici (Pentateuco o Torah: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio), che vengono citati con solenne introduzione: “Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che fu detto per mezzo del profeta; ai raggruppamenti numerici: il sette è il numero preferito (sette spiriti, sette pani), altri numeri sono il tre (tre le opere di giustizia: elemosina, preghiera, digiuno), il due (due indemoniati, due ciechi, l’asina e il puledro per l’ingresso in Gerusalemme, due falsi testimoni).

Messaggio del Vangelo di Matteo.

Gesù Cristo e la chiesa costituiscono il nucleo del messaggio del vangelo secondo Matteo.
Gesù è presentato come:

Maestro: di fronte all’insegnamento di Gesù, riassunto in cinque grandi discorsi, gli esseri umani sono chiamati al cambiamento radicale per costruire una esistenza nuova.

Cristo: parola greca che traduce quella ebraica “Messia” e significa: unto, consacrato; il Messia completa l’opera di Mosé, considerato il maestro, il condottiero, la guida, il mediatore, il liberatore d’Israele; ma Gesù parla con autorità superiore a quella di Mosé; mentre Mosé riferisce sempre al popolo la parola del Signore, Gesù afferma: “Fu detto…ma io vi dico”; è venuto a dare compimento a tutta la legge e i profeti (Mt. 5,17).

Servo: colui che volutamente si umilia, ma è adorato come Signore: dai magi, dai malati (Mt. 8,2), da uno dei capi, dalla Cananea, dalla madre degli apostoli Giacomo e Giovanni, dagli apostoli (Mt. 14,28) e dalle pie donne (Mt. 28,9).

Figlio dell’uomo: uomo mandato da Dio per agire in favore degli esseri umani, ma anche colui che, alla sua seconda venuta, sarà il Giudice universale.

Figlio di Dio: poiché concepito per opera dello Spirito Santo (Mt. 1,20-23); Dio Padre è il centro della vita, della predicazione e delle opere del Figlio.

Signore: il Padre con la Risurrezione esalta Gesù e lo costituisce Signore, gli dà la pienezza universale del suo potere.

Giudice universale: Gesù riempie in sé anche il futuro; la sua seconda venuta segnerà il tempo della salvezza e soprattutto del giudizio ultimo.

La Chiesa secondo Matteo.

Il Vangelo di Matteo, che è anche il solo a conoscere il termine Chiesa, è passato alla storia come il Vangelo della Chiesa. Essa è rappresentata come la realtà voluta da Cristo e da lui fondata, “Tu sei Pietro…” (Mt. 16, 18-19); il edificherò annuncia l’azione futura di Gesù, che agirà fondandosi sul ministero di Pietro, ma è prima frutto dell’azione di Dio, poi degli apostoli. La Chiesa è una comunità di fratelli e sorelle, discepoli di Gesù; è il vero popolo di Dio, segno visibile di salvezza per tutti gli uomini (luce del mondo e sale della terra), ma la Chiesa non s’identifica con il Regno, vi è incamminata e ne anticipa parzialmente la realtà salvifica. La Chiesa nasce e sussiste nell’adesione alla persona e alle parole di Gesù; non deve solo ascoltare, ma fare; non deve chiudersi in se stessa, ma ha una precisa missione: portare al mondo, con la parola e la testimonianza di una vita coerente, il lieto annuncio del Regno, già proclamato nei confini ristretti della Palestina: la salvezza passa attraverso l’adesione alla persona di Gesù e all’obbedienza al suo insegnamento (Mt. 28, 18-20). Non deve coltivare false sicurezze, perché alla fine dei tempi il Figlio dell’uomo verrà come Giudice e il suo metro di valutazione sarà l’amore avuto verso i fratelli e le sorelle.

Struttura del Vangelo di Matteo:

-Origine di Gesù e nascita del Messia;
-Manifestazione di Gesù;
-Discorso della montagna: carta della vita cristiana;
-I segni del Regno di Dio: dieci miracoli del Messia;
-Discorso missionario; carta dell’apostolato;
-Gesù è il Messia atteso, ma è oggetto di scandalo e contestazione;
-Discorso in parabole;
-Il cammino di fede in Gesù signore;
-Il discorso ecclesiale: la carta della comunità;
-Gesù istruisce i discepoli e polemizza con i capi;
Discorso escatologico: la storia del nuovo popolo eletto terminerà con il glorioso ritorno di Cristo, che giudicherà definitivamente l’umanità intera.
-Passione, Morte, Risurrezione di Gesù.

Indice Vangelo di Matteo