Servite Dio con timore

Vivere secondo Maria è vivere alla maniera del Figlio di Dio, Gesù. Nei testi sacri, il credente che partecipa all’esperienza di Dio nella storia dell’umanità e dei singoli, è inquadrato in un verbo assai comune: servire e servo. Il che specifica il senso profondo della dipendenza filiale e solidale tra il padrone e il servo. L’interdipendenza è necessaria soprattutto al servo che si accinge a svolgere il compito di servire il padrone; ma è anche necessaria al padrone che deve accettare il servizio prestatogli dal servo. Si tratta di un’esperienza condivisa. Esperienza che Gesù modifica sostanzialmente elevandola a rapporti tra amici e tra familiari di Dio. Infatti, egli nel Cenacolo, prima della passione e morte, così spiega il suo pensiero:

“Voi siete miei amici, se fate quello che vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quel che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché tutte le cose che udii dal Padre mio ho reso note a voi. Non siete stati voi che avete scelto me, ma io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto rimanga. Allora qualunque cosa chiederete al padre mio nel mio nome, Egli ve la darà. Questo io vi comando: di amarvi gli uni gli altri” (Gv.15,14-17).

L’obbedienza di Maria uguaglia l’obbedienza di Cristo, “il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil.2,6-8). Infatti, Gesù e Maria sostengono il Calvario dopo aver accettato di farsi servi di Dio a servizio dell’umanità peccatrice secondo le divine disposizioni del Padre. Il Golgota è l’opera più eccelsa della storia umana in forza dell’obbedienza e del servizio totale alla causa della salvezza offerta da Gesù e da Maria.
“Tutto è compiuto”.