Venne e abitò tra noi

Di recente mi è capitato di aver fatto l’esperienza di un nuovo inquilino venuto ad abitare proprio sopra l’appartamento dove risiedo. Anche se non ho ancora avuto occasione di incontrarlo, osservando bene gli uomini della ditta dei traslochi mentre portano i mobili, mi sono già fatto un’idea nei suoi confronti. Ho notato l’attrezzatura necessaria per strumenti musicali di percussione, perciò ho dedotto che qualcuno in famiglia ama la musica. Ho notato casse di libri, un computer e ho dedotto che qualcuno ama lo studio, la lettura e navigare in internet. Ho inoltre notato una splendida bicicletta da corsa, deducendone la passione sportiva delle due ruote. Se avessi visto un fucile da caccia, penserei che qualcuno collezione armi o pratica lo sport venatorio, ecc…

Una volta insediatosi nella sua abitazione, ho potuto sapere se il mio vicino è persona educata, perché non provoca rumore e non batte sui muri per appendere quadri dopo di una certa ora di sera. In molti modi ed in varia maniera possiamo sapere qualcosa del nuovo inquilino e della sua famiglia, senza averlo mai incontrato personalmente.
Ho dedotto la sua professione, dall’orario in cui esce da casa o rientra. Ho saputo che tipo di musica preferisce ascoltando qualche volta la sua radio o i suoi CD…
Qualche giorno più tardi, dopo aver sistemato l’arredo nell’appartamento, il mio vicino esce da casa, suona il campanello e si presenta personalmente. Naturalmente io e mia moglie ricambiamo i saluti e la stretta di mano, invitandolo ad accomodarsi e offrendogli un caffè o una bibita.

Dopo i convenevoli parliamo di tutto un po’. Soltanto a fine incontro sono in condizione di affermare di avere fatto conoscenza col mio vicino di casa, una conoscenza diretta, personale.

La stessa cosa è avvenuta con Dio Creatore. Egli, mosso da indulgenza ed amore, notando gli uomini trascorrere i loro anni nelle banalità, nell’ignoranza, nell’infedeltà, nel peccato e nelle superstizioni, ha avuto compassione per lo stato dell’umanità ed ha rivelato se stesso nella storia millenaria attraverso i Patriarchi, i Profeti, persone giuste ed ispirate.

Dio Padre non sarebbe stato un Dio d’amore, né sarebbe stato degno d’adorazione se avesse abbandonato gli uomini al loro destino. Quindi il Dio della gloria, il Dio potente, il Dio dell’amore ha avuto pietà delle sue creature, ha voluto condividere le stesse sofferenze dei suoi figli e si è mosso con tenerezza e chiarezza per far conoscere se stesso, la sua Parola incarnata, all’umanità in maniera del tutto nuova e irripetibile. Anche perché tutti i tentativi dell’uomo per conoscere Dio sono serviti solo ad avere di Lui qualche notizia, qualche dettaglio astratto ed impersonale, a volte anche sbagliato.

E proprio come il vicino di casa di cui ho narrato, similmente Dio Padre, “quando venne la pienezza del tempo, mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge…perché ricevessimo l’adozione a figli (Gal.4,4-5). Per questo motivo, “nella pienezza del tempo”, nella persona di Gesù, Dio esce da casa (per usare gli stessi termini dell’esempio) e suona il campanello della porta del nostro cuore.

Quando lo invitiamo ad entrare, quando lo accogliamo e gli diciamo di restare con noi. Egli parla come “portavoce di Dio in persona”. Infatti, egli dice: “Io sono venuto nel nome del Padre mio” (Gv.5,43); “Chi ha visto me, ha visto il Padre mio” (Gv.14,9); “La parola che udite non è mia ma del Padre che mi ha mandato” (Gv.14,24).
Ecco il senso della celebrazione del Natale di nostro Signore, ecco il senso della Santa Messa, con loro perpetuiamo la conoscenza diretta di Dio non più attraverso la natura, la storia, i Profeti ecc…o con la nostra coscienza, con indizi, ma perché incontriamo Dio padre nella persona viva di Gesù Cristo.

Ed è in virtù di questa rivelazione che siamo in grado di comprendere che Dio ci ama e di conseguenza possiamo chiamarlo “Padre nostro” perché Gesù “essendo l’irradiazione della sua gloria e l’impronta sella sua sostanza” (Eb.1,3), ci ha fatto conoscere il Creatore.
Ora possiamo affermare che lo conosciamo veramente poiché abbiamo di Lui una conoscenza diretta e personale, mentre prima si conosceva di Lui soltanto qualche manifestazione.

La straordinaria bellezza di questa rivelazione consiste nel fatto che Egli dimostra di essere veramente un Dio d’amore, poiché ha cura della sue creature. Egli, infatti, ci guida, ci sorregge, ci stima (come siamo, senza distinzioni) ed allo stesso tempo provvede ad ogni nostra necessità, mentre camminiamo su questa terra. Egli è un Dio che capisce i nostri dubbi, le nostre miserie e debolezze, i nostri peccati perdonandoci giacché non può fare a meno di amarci, in maniera unica.

Buon Natale!

Amen, alleluia, amen.