Insegnare agli “ignoranti”

Da tanti anni a questa parte, una propaganda di scristianizzazione tendenziosa e ideologicamente orientata alla cultura del consumismo ha voluto fare passare la Chiesa come “oscurantista”. La verità invece è che la Chiesa attraverso i secoli è sempre stata promotrice di cultura e civiltà. Tuttavia, la sciamo da parte questo problema, domandiamoci piuttosto che cosa significa questa opera di misericordia spirituale oggi, come insegnare agli “ignoranti”.

Nei paesi del terzo mondo dove l’analfabetismo è ancora molto diffuso (ma il fenomeno preoccupa anche i paesi industrializzati), quest’opera è esercitata e continua ad esserlo dai missionari, dai volontari e da altri. I bisogni sono immensi e noi possiamo cooperare sostenendo le loro iniziative.

Anche le scuole cattoliche, se ben condotte e gestite, costituiscono un modo caratteristico di esercizio di quest’opera di misericordia. Ma la forma più moderna e più efficace per realizzarla è di fare funzionare bene la scuola di tutti. Ciò significa: per gli insegnanti, preparare bene le lezioni, impegnarsi seriamente nella spiegazione, curare diligentemente la correzione dei compiti, seguire particolarmente i ragazzi meno dotati; per le famiglie, partecipare fattivamente alle attività degli organismi collegiali e non preoccuparsi soltanto della promozione dei loro figli, ma anche della loro formazione globale; per tutti, preoccuparsi soprattutto degli inedempimenti all’obbligo scolastico.

Questa opera di misericordia, inoltre, interessa molto da vicino i catechisti nelle parrocchie e gli insegnanti di religione nelle scuole, sacerdoti e laici. Ma diventa veramente opera di misericordia a due condizioni: se riesce a essere non soltanto trasmissione di notizie, ma di esperienza e di vita. Se riesce, in secondo luogo, a coinvolgere i genitori che sono i primi e principali maestri dei loro figli, anche nella fede.

Amen,alleluia,amen.

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