L’uomo della croce

Dio c’insegna veramente a contare i nostri giorni mediante l’Incarnazione di Gesù, Figlio suo e della stessa sostanza. “E’ lo Spirito che vivifica; la carne non giova a nulla. Le parole che io vi dico sono Spirito e vita” (Gv.6,63). L’uomo dell’Incarnazione è una risposta completa per tutti coloro che lo accolgono, come dichiara San Giovanni nel suo prologo: “Ma a quanti l’accolsero diede il potere di diventare figli di Dio” (Gv.1,12).

Il Battesimo, liberandoci “dall’uomo del peccato”, ci ha incorporati in Cristo, uomo e Dio, morto e risorto, donandoci la grazia d’essere e di partecipare “all’uomo dell’Incarnazione”, mediante la nostra fedele testimonianza, seguendo il suo esempio e la sua maniera di farsi uomo nel quotidiano. E’ importante contare i giorni insieme con Gesù. Infatti, prosegue l’evangelista Giovanni: “E dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia” (1,16).

Diventando “uomini dell’Incarnazione”, i nostri giorni si contano nella prospettiva del fine ultimo, ossia in vista del giorno in cui giungeremo alla vita eterna, sciolti dal presente e dal corpo con l’intervento della morte, per entrare in possesso di quella beatitudine eterna, di cui il nostro cuore nuovo, rinnovato dalla grazia, ora brama, come afferma San Paolo: “Desidero morire per essere con Cristo”. Per attuare in noi la speranza dell’incontro con Cristo risorto, asceso al cielo e che siede alla destra del Padre, occorre convertirsi alla grandezza dello Spirito creato ad immagine di Dio e di Cristo Redentore.

E’ necessario scegliere Cristo come realtà del quotidiano e centro del cosmo e della storia; ma soprattutto centro della mente, del cuore, della volontà e della coscienza umana, preoccupati di compiere sempre la volontà di Dio, intenzionati a mantenere fede agli impegni battesimali ed evangelici della carità verso Dio e verso il prossimo, consapevoli di ciò che afferma San Paolo: “Ho trovato gioia nel Signore…Ho imparato a bastare a me stesso in ogni occasione; ho imparato ad essere povero ed ho imparato ad essere ricco; sono iniziato a tutto, in ogni maniera; alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà forza” (Fil.4,10.11-13).

Agire perciò in unione a Cristo conviene anche per essere incorporati in lui, nel modo descritto da San Paolo: “Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che quale ricompensa riceverete dal Signore l’eredità. Servite a Cristo Signore” (Fil.3,23-24). Più ancora: “Mortificate quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quell’avarizia insaziabile che è l’idolatria….Rivestitevi di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà….perdonandovi scambievolmente….La Parola di Dio dimori tra voi abbondantemente. Badate che nessuno vi inquini con la sua filosofia” (Col.3,8).

L’Incarnazione è la strada dell’uomo-Dio ed è anche la strada dell’uomo in cammino verso Dio.

Gesù, insegnaci a vegliare e ad aspettare il nostro giorno

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