Chi è per noi

transfigurazione di Gesù

NON E’ FACILE PARLARE DI UNA PERSONA

Parlare di cose o oggetti non è poi tanto difficile. Le cose si possono descrivere: non reclamano e neppure protestano se ci inganniamo sul loro conto.

Parlare di persone è già più difficile: possono protestare se giudicano la descrizione non corrispondente alla realtà. Inoltre, la persona umana con tutto il peso della sua vita, dei suoi sentimenti e dei suoi ideali assume dimensioni smisurate, che le nostre parole non possono contenere. Il cuore dell’uomo è sempre un mistero che nessuno riesce a sondare completamente. Si potrebbe anche pensare di conoscere bene l’altro, ma, quando meno ci si aspetta, questo altro dice e fa cose del tutto impreviste. Quante volte si finisce col dover dire (e questo accade molte volte nella esistenza di una persona):”Mi sono proprio sbagliato riguardo a quel tale!” (e questo sia nel bene e nel male).

Ancora più difficile è parlare di una persona discussa dappertutto, a carico della quale esistono le più svariate opinioni e che, da parte sua, si presenta con esigenze e fa le sue critiche alla vita che conduciamo noi. Parlare di una persona del genere vuol dire compromettersi. In questo caso, non è possibile restare neutrali o esprimere un’opinione personale, senza prendere posizione. Si voglia o no, bisogna per forza fare una scelta, sia a favore che contro. Perciò è difficile parlare di una persona del genere. Si corre sempre il rischio di mescolare le nostre idee con la descrizione che facciamo di lei.

La difficoltà che nasce quando ci accingiamo a parlare di Gesù Cristo

Quando ci mettiamo a parlare di Gesù, succede spesso proprio così. Gesù non può essere contenuto dalle nostre parole e neppure dalle nostre idee. E, meno male! Egli è sempre più grande di tutto quanto possiamo pensare e dire di Lui.

A volte crediamo di sapere per filo e per segno tutto quello che Gesù è e chiede da noi ma, all’improvviso, quando meno ci si aspetta, Egli fa irruzione nella nostra vita, mettendone in rilievo l’uno o l’altro aspetto, l’una o l’altra esigenza, fino a quel momento a noi sconosciuti. Gesù, infatti, non appartiene al passato, non è qualcuno che è stato. Continua ad essere vivo, tutt’oggi. Sta sempre là, a correggere le idee sbagliate e comodiste, che noi ci siamo fabbricate su di Lui.

E, poi, viene con tale esigenza che, volere o no, ci si sente costretti a prendere posizione e a dire sì o no. Non è possibile scuotere le spalle e dire.”Non me ne importa niente”.

La nostra più grande tentazione è quella di inquadrare Gesù negli schemi delle nostre idee, trasformandolo in una specie bestia da soma, per caricarlo di tutti i nostri desideri. Il che sarebbe possibile solo nella nostra fantasia. Gesù sfugge alla nostra sete di possesso. Anzi, lui stesso ha detto un giorno, che nessuno lo conosce se non il Padre e colui al quale il Padre lo vuol rivelare. Per tutte queste ragioni è così difficile parlare di Gesù.

Gesù non è uno capitato qui per caso, e neppure uno che dice cose senza importanza. Si tratta della vita e della morte, della luce e delle tenebre, della verità e della menzogna, della salvezza e della perdizione. Si tratta, come possiamo ben comprendere, del senso della vita umana. Non è possibile trascurare la sua Parola, come se si trattasse di cose senza valore. Esse riguardano argomenti molto seri. Chi vuol davvero prendere sul serio la vita dovrà almeno essere così onesto da conoscere tutto ciò e verificarlo con sincerità.

Da quando Gesù è venuto nel mondo e ha predicato la Buona Novella, qualsiasi tentativo di fare un discorso sul senso della vita, senza tenere conto di quello che la storia ha registrato fino ad oggi, è del tutto superato. Sarebbe come se uno si mettesse a parlare dell’illuminazione della città, senza sapere che cos’è l’energia elettrica; o se si mettesse a parlare della salute della gente, senza sapere che cosa ha scoperto e realizzato la medicina durante gli ultimi anni.