Nel cenacolo: Non vi lascerò orfani

La Chiesa-parrocchia impedisce a chiunque di pensare al silenzio di Dio. Chi poi nega a Dio la paternità quotidiana dimostra una cecità spirituale imperdonabile. Dio è fedele (cfr.1Cor.10,13). Egli è un Padre non un patrigno. La Chiesa-parrocchia, non solo risponde alle perplessità della fede debole, fragile, incerta dei cristiani (parrocchiani), a causa della potenza e onnipotenza del male, delle ingiustizie, dei crimini contro l’uomo e a favore della generazione dominante “dei Caini”, ma essa tramite l’Eucaristia, la Parola di Dio, la grazie dei sacramenti, i carismi, continua l’opera del buon Pastore, di cui è immagine e realtà: “Chi ascolta voi, ascolta me; e chi respinge voi respinge me; e chi respinge me respinge Colui che mi ha mandato” (Lc.10,16).

L’orfanezza esteriore pesa perché viene meno il calore della casa: la comunità parrocchiale animata dalla fede in Gesù. Quando resti solo, perché molti o tutti i tuoi amici hanno abbandonato la fede, ti sembra di frequentare una casa vuota, un luogo qualsiasi, privo del Padre, dei fratelli e delle sorelle, dove l’amore della famiglia di Dio è spento. “Chi avrà perseverato fino alla fine, questi sarà salvo”.

L’orfanezza interiore, però, nasce dalla fede malata, dalla febbre delle cose, dal possesso e dall’avere. Soprattutto dall’attacco smodato a se stessi a causa della vanità e dell’orgoglio. Credere a se stessi può impedire di credere a Dio. Chi è Dio? Se lo vedessi, se lo sentissi parlare come parla mio figlio, meglio come parlo io a me stesso, oppure come parla mia moglie, gli amici; tutto ciò, invece, non è possibile. Eppure Gesù garantisce che Dio è Padre, e come “Padre nostro” non abbandona nessuno. Inoltre nel Vangelo si afferma che il figliol prodigo, il figlio ribelle, ateo, agnostico, scettico, scapestrato, disobbediente alla legge del Signore, il peccatore dal cuore indurito, il più assassino tra gli uomini, che si è macchiato di delitti orrendi, come quelli contro l’umanità e la dignità della persona umana, è il figlio più amato da Dio Padre, in quanto più bisognoso degli altri di comprensione e di perdono.

Anche noi, cristiani (parrocchiani), dobbiamo sapere, anzi dobbiamo credere che Dio Padre, in prima persona, mediante Cristo crocifisso e risorto, ci segue amorosamente. Purtroppo per mancanza o per debolezza di fede si finisce per non sentire anche Colui che è “Amore Infinito”.

Indice: Spiritualità del Cristiano