Nel cenacolo: Io sono la via, la verità e la vita

La fede in Gesù è un dono e un impegno: un dovere d’amore quando il nostro vivere, o cristiano, lo affidiamo ogni giorno a Lui e con Lui lo trasformiamo in testimonianza fedele e coerente alla volontà di Dio, ossia ciò che quotidianamente il Signore ci domanda affinché possiamo assomigliarli in tutto.

Gioie e croci, successi e umiliazioni, vita e morte, sono momenti carichi di Provvidenza, soprattutto quando nel nostro mistero personale, il mistero in cui crediamo, essi si confrontano, si scontrano, s’impastano con il quotidiano fino a farti ripetere le parole di Gesù in croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

La prova è l’ora della verità. Essi chiedono il distacco e il superamento da se stessi e della propria maniera di vedere e d’intendere, d’interpretare e di condividere le cose umane, per accettare la libertà che libera e spesso domanda rinunce dure, quasi irragionevoli, disumane come quelle riguardanti la vita e la dignità della persona. Pertanto il cuore deve dire no ed accettare il sì della visione di Dio sull’uomo. Nell’affermare: “IO ho vinto il mondo”, Gesù asserisce anche che ha vinto ciò che in noi si chiama egoismo, superbia, orgoglio, concupiscenza della carne. A noi spetta di accettare con fiducia la strada della rinuncia per seguire la volontà di Dio ed essere conquistati dalla sua grazia e dai suoi disegni misteriosi sopra di noi.

Cari cristiani, non possiamo pregare stando nella soggettività delle nostre vedute, rifiutando la verità oggettiva contenuta nella Parola, fondamento della fede, della speranza, della carità (amore).

Gesù è strada nel mistero dell’Incarnazione, nel quale, pur restando Dio, assume la condizione umana per liberare l’uomo dal peccato, dalla morte, dalla sofferenza e dall’ira della giustizia divina. Così dichiara San Paolo in proposito: “Apparso in forma umana, Gesù umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra d’ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Fil.2,4-11).

Bisogna rimanere nella verità di Gesù a costo del martirio. Nel regno della verità di Dio non ci sono scorciatoie. La fede è ascolto e adesione umile e obbediente alla Parola di Verità, annunciata da Cristo-verità.

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