Nel cenacolo: Prendete e mangiate, questo è il mio corpo

…bevetene tutti perché questo è il calice del mio sangue. Fate questo in memoria di me (Lc.22,19; Mt.26,26-28).

L’Eucaristia è il cuore di Dio Vivente nella Chiesa-parrocchia. Gesù è vicino all’uomo d’oggi e all’anima del cristiano; anzi, veramente, realmente, sostanzialmente presente. Egli sceglie di abitare tra le case degli uomini e di percorrere le strade del parrocchiano e dell’uomo del nostro tempo, nelle vesti del “Buon Samaritano”. Egli si fa Parola vivente per offrire alla mente e all’intelligenza tutta la verità; si tramuta in cibo e in nutrimento alla libera volontà e a tutte le facoltà dell’anima e del corpo: “Io sono il pane disceso dal cielo” (Gv.6,41).

In esso, il cristiano incontra la partecipazione alla grazia elevante, efficace, efficiente, salvifica, ossia la stessa potenza di Dio in grado di trasformare “i cuori di pietra in cuori di carne, in volti di Dio, in pietre vive della sua Chiesa, in testimoni autentici, forti, profetici, segni dei tempi dello Spirito Santo, edificio del Dio con noi, figli dello stesso Padre”.

Il cristiano-parrocchiano, dal giorno della prima comunione, dovrebbe stabilire un rapporto permanente con la Santa Eucaristia, “il pane della vita” (Gv.6,48), perché, afferma categoricamente Gesù: “Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non ne bevete il sangue, non avrete la vita in voi” (Gv.6,53).

La vita di Dio nella nostra anima promuove “quella vita interiore con lo Spirito Santo che ci permette di partecipare all’onnipotenza divina di Gesù, della Santissima Trinità, e di coinvolgere la nostra vita con quella di Dio. Gesù scrive con noi la sua e la nostra storia di redenti e di figli di Dio nel quotidiano: “Io sono sempre con voi tutti i giorni…rimanete nel mio amore…rimanete in me ed io in voi e porterete molti frutti” (Gv.15,1-13). In questa prospettiva cristologia il cristiano costruisce il giorno e ogni attimo nella volontà di Dio: “Fate questo in memoria di me” (Lc.22,19).