Vangelo di Giovanni – Cap 7,1-24 a 7,37-52


Gesù alla festa delle capanne

Capitolo 7,1-24

*In seguito Gesù continuò ad aggirarsi per la Galilea. Non voleva andare in Giudea perché i giudei cercavano di ucciderlo. *Si avvicinava la festa giudaica delle Capanne. *I suoi parenti gli dissero: Non puoi stare qui, Sali anche tu in Giudea in modo che anche i tuoi discepoli possano vedere le opere che fai. *Non si agisce di nascosto se si vuole apparire. Dato che fai queste cose, manifestati al mondo. *Infatti, neppure i suoi parenti credevano in lui. *Rispose loro Gesù: Il mio tempo non è ancora venuto, il vostro invece va sempre bene. *Il mondo non odia voi, odia me, perché io dichiaro che le sue opere sono cattive. *Salite voi alla festa, io non ci vado, perché il mio tempo non è ancora compiuto. *Così disse e rimase in Galilea. *Tuttavia, quando i suoi parenti furono partiti, egli pure salì alla festa, non apertamente ma di nascosto. *Durante la festa i giudei lo andavano cercando e chiedevano: Dov’è? Fra la gente si faceva un gran discutere su di lui. *Alcuni dicevano: E’ buono. Ma altri: No, inganna il popolo. *Tuttavia nessuno parlava di lui apertamente, per paura dei giudei. *Nel bel mezzo della festa Gesù salì al Tempio e si mise ad insegnare. *I giudei ne erano stupiti e dicevano: Come sa di lettere costui, se non ha studiato? *Gesù rispose: La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. *Se qualcuno vuole fare la volontà di Dio, capirà se questo insegnamento viene da Dio o se io parlo di mia iniziativa. *Chi parla per proprio conto va in cerca di una gloria per sé. Chi invece cerca la gloria di chi l’ha mandato è credibile e in lui non c’è menzogna. *Mosè non vi ha dato la legge? Eppure nessuno la osserva. Perché cercate di uccidermi? *Rispose la folla: Tu sei indemoniato; chi cerca di ucciderti? *Gesù continuò: Io ho compiuto una sola opera, e tutti ne siete sconcertati. *Mosè vi ha prescritto la circoncisione che poi non risale a Mosè ma ai padri e voi circoncidete anche di sabato. *Se dunque si pratica la circoncisione di sabato per osservare la legge di Mosè, perché vi sdegnate contro di me che ho risanato di sabato un uomo intero? *Non giudicate secondo l’apparenza, giudicate secondo il retto giudizio!

La festa delle Capanne, a settembre, ricordava il tempo delle peregrinazioni nel deserto sotto le tende ed era anche ringraziamento per la conclusione del raccolto (vv.1-2). Gesù mancava da Gerusalemme da circa quattro mesi, ossia dalla Pentecoste. Durante questo tempo la sua operosità in Galilea aveva trovato pessima corrispondenza, ed egli aveva deciso di andarsene. Ma dove? La scelta della meta gli fu suggerita dagli zelanti suoi “fratelli” che non credevano in lui. Poiché anche loro lo avrebbero visto con loro grande soddisfazione a capo di una fiumana di popolo bene inquadrata e diretta a Gerusalemme: là bisognava andare per sbalordire quegli insigni dottori con le opere se si volevano risultati decisivi, altro che perdere tempo e sprecare segni fra i montanari della Galilea. Gesù lasciò andare a Gerusalemme i suoi parenti e poi salì lui solo, di nascosto (v.10). Nella città santa Gesù ribadisce la legittimità della guarigione del paralitico compiuta di sabato (“Un’opera sola ho compiuto…” v. 21), paragonandola all’atto della circoncisione che si può eseguire senza violare il sabato (il principio che la circoncisione dovesse essere amministrata all’ottavo giorno anche se ciò comportava la violazione del sabato, era comunemente accettato). Continua l’argomentazione: se l’obbligo della circoncisione, che ha per oggetto solo un membro del corpo, ha la precedenza sulla legge sabbatica, perché dovrebbe essere illecito guarire in tale giorno tutto il corpo?

Non dimentichiamo che la precedente visita di Gesù a Gerusalemme aveva lasciato tracce abbastanza profonde, suscitando consensi e dissensi. Così quando ormai erano trascorsi metà egli otto giorni di festa, si seppe che Gesù si trovava in città, e si era messo ad insegnare nell’atrio del tempio. Accorsero ammiratori e detrattori; e tutti indistintamente riconoscevano l’efficacia del suo parlare. Da dove gli viene? Come si spiega? La dottrina di Gesù non trova la sua spiegazione in una scuola o in uno sforzo d’apprendimento: trova invece la sua spiegazione nel fatto che il Figlio vive nel seno del Padre. Il sapere di Gesù è dunque uno dei segni che rivelano la sua origine divina. Ed è contemporaneamente un segno che testimonia la sua obbedienza al Padre, la sua totale rinuncia ad una parola propria, il rifiuto di una gloria per sé. Ma è una conclusione a cui gli uditori non giungono. Perché? Per andare oltre lo stupore e valutare rettamente la dottrina di Gesù, cogliendone l’origine, occorrono due condizioni: fare la volontà di Dio e non cercare la propria gloria. Soltanto l’uomo rettamente orientato comprende. Per quanto riguarda la guarigione in giorno di sabato, Gesù vuole affermare che la vera interpretazione della legge gli dà ragione. I giudei sono in contraddizione con se stessi. Infatti, anch’essi operano di sabato, la circoncisione. Si tratta di due opere di salvezza, e allora perché accusare Gesù? Giudicare secondo verità, significa, nel contesto, comprendere il vero senso delle Scritture e, più in estensione, la vera volontà di Dio.

L’origine di Gesù e il suo ritorno al Padre

Capitolo 7,25-36

*Dicevano alcuni di Gerusalemme: Non è costui che cercano di uccidere? *Invece parla liberamente e non gli dicono nulla. Che i capi abbiano riconosciuto in lui il Messia? *Ma noi sappiamo di dov’è costui, mentre quando verrà il Messia nessuno saprà donde sia. *Gesù esclamò ad alta voce, insegnando nel tempio: Dunque voi mi conoscete e sapete donde sono! Eppure io non sono venuto da me stesso. Chi mi ha mandato è degno di fede, ma voi non lo conoscete. *Io invece lo conosco, perché vengo da lui ed è lui che mi ha mandato. *Cercarono allora di arrestarlo, me nessuno riuscì a mettergli le mani addosso perché non era ancora giunta la sua ora. *Tra la folla molti cedettero in lui e dicevano: Se venisse il Messia, potrebbe forse fare segni più numerosi di quelli che ha fatto costui? *Questi giudizi della folla giunsero alle orecchie dei farisei. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei mandarono guardie per arrestarlo. *Disse Gesù: Per poco tempo sono ancora con voi, poi ritorno da colui che mi ha mandato. *Voi mi cercherete e non mi troverete, e dove sono io voi non potete venire. *I giudei si dissero l’un l’altro: Dove starà per andare che non possiamo trovarlo? Che voglia raggiungere le comunità disperse nella Grecia per istruirle? * Che cosa avrà voluto dire affermando: Mi cercherete e non mi troverete, e dove sono io voi non potete venire?

I versetti riportano una delle controversie che caratterizzano il capitolo: la controversia sulla messianicità di Gesù. Il problema è “di dove” venga Gesù, ed è tipico del vangelo di Giovanni. Secondo una concezione popolare il messia doveva avere un’origine misteriosa. Gesù dà una risposta solenne: viene dal Padre, che l’ha mandato e che loro non conoscono. La reazione della violenza è immediata, ma non ottiene lo scopo, perché non è giunta la sua ora, l’ora della sua passione e morte. La tensione che si stabilisce nell’uditorio di Gesù a Gerusalemme rivela atteggiamenti diversi. C’è chi si stupisce per la libertà che gli viene concessa, quasi che fosse il Messia. In alcuni circoli giudaici si credeva che il Messia si sarebbe manifestato improvvisamente e senza equivoci, ma prima di tale manifestazione egli sarebbe stato completamente nascosto e sconosciuto. Di Gesù, invece, erano ben note a tutti le sue origini galilaiche: egli pertanto non poteva essere il Messia.

Naturalmente il lettore cristiano sa quale sia la vera origine di Cristo, ribadita da lui stesso, cioè quella di venire da Dio, e siccome Cristo è venuto dal Padre egli è assolutamente l’unico che può rivelare Dio agli uomini. La folla, ora esasperata da questa sua rivendicazione che considerava una bestemmia (v. 29), pensa di catturarlo. Ma c’è anche una parte della gente che rimane conquistata dai “segni” compiuti da Gesù e questa popolarità fa scattare la reazione ostile del mondo ufficiale giudaico, che vorrebbe arrestarlo. Gesù fa apparire all’orizzonte il suo destino ultimo, che non potrà essere controllato dagli uomini: dove egli andrà è al di là dell’orizzonte umano. Gesù si è chiarito con la sua dottrina al tempio, ed è pronto ad assumere le conseguenze fino in fondo. Il pericolo è tutt’altro che ipotetico: l’ostilità degli oppositori, come abbiamo già detto, è tale che lo porterà alla morte. Davanti a questa rivelazione di Gesù tutti gli uomini devono compiere una scelta: riconoscere in lui l’inviato del Padre, sorgente della vita, e accettare i rischi che questa scelta porta con sé; oppure rigettarlo per conservare la propria sicurezza nell’immediato, ma compromettendo il futuro.

Il dono messianico dello Spirito

Capitolo 7,37-52

*Nell’ultimo giorno, il più solenne della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: Chi ha sete venga a me, beva chi crede in me. *Come dice la Scrittura: scorreranno da lui fiumi di acqua viva. *Si riferiva allo Spirito che i credenti avrebbero in seguito ricevuto. Lo Spirito non era ancora venuto, poiché Gesù non era stato ancora glorificato. **Alcuni della folla, sentendo queste parole, dicevano: Costui è veramente il profeta. *Altri aggiungevano: E’ il Messia. Ma altri obiettavano: Il Messia viene forse dalla Galilea? *La Scrittura non dice che il Messia viene dalla stirpe di Davide e dal villaggio di Betlemme, patria di Davide? *Così ci fu dissenso nella folla a suo riguardo. *Alcuni avrebbero voluto arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. *Le guardie tornarono dai capi dei sacerdoti e dai farisei, i quali dissero: Perché non lo avete condotto? *Risposero le guardie: Nessun uomo ha mai parlato come lui! *Replicarono i farisei: Ha forse sedotto anche voi? *Fra i notabili e i farisei ce n’è forse uno solo che abbia creduto in lui? *Quanto a questa folla, non conosce la legge! E’ gente maledetta! *Ma uno dei farisei, Nicodemo, quello che era stato in precedenza da Gesù, intervenne dicendo: *La nostra legge condanna forse un uomo prima di averlo ascoltato e senza sapere che cosa faccia? *Gli risposero: Sei forse Galileo anche tu? Studia , e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta.

Frattanto, nel settimo e ultimo giorno della festa delle Capanne, al momento in cui i sacerdoti attingevano acqua alla fonte di Siloe e la portavano in processione al tempio, proprio in quel momento solenne Gesù, ritto in piedi, proclama la sua rivelazione: non nelle feste d’Israele, ma in lui c’è la salvezza. L’affermazione di Gesù è drastica e assoluta, il suo gesto molto polemico e provocatorio. Gesù grida, ritto in piedi, alla maniera dei profeti. Ma si tratta anche del modo della Sapienza. Il solenne annuncio è il riassunto, o la conclusione, di un discorso che Gesù sta facendo da qualche tempo col giudaismo: la via giudaica alla salvezza è superata, soltanto in Cristo c’è la salvezza. Nella solenne proclamazione pubblica, Egli dichiara d’essere la vera sorgente d’acqua viva a cui possono dissetarsi i credenti, fondando le sue parole su passi biblici non specificati (forse Ezechiele 47, 1-12 o Zaccaria 14,8). L’evangelista aggiunge il suo commento alla luce della glorificazione pasquale e afferma che l’acqua viva effusa da Cristo è lo Spirito Santo.

L’evangelista fa una distinzione tra la folla e i capi. Anche la folla spesso non comprende, e soprattutto non sa decidersi, ma ha una sostanziale disponibilità nei confronti di Gesù. Al contrario dei capi che reagiscono esprimendo invece un rifiuto deciso, senza appello, aprioristico, e qui sta la loro condanna. Pur continuando il dibattito sulla vera identità di Gesù: è il profeta per eccellenza o lo stesso Messia (“Cristo”) annunciato in Deuteronomio 18,15.18? Emerge però, una difficoltà di fondo: Gesù proviene dalla Galilea (in Gv 1,46 si parla del disprezzo per Nazaret) e non da Betlemme, la patria di Davide. Il quarto vangelo – o piuttosto la folla di Gerusalemme – sembra ignorare le origini betlemitiche di Gesù note a Matteo e Luca. Le autorità giudaiche non hanno esitazioni: Gesù è troppo pericoloso e deve essere arrestato. Ma le guardie rimangono anch’esse conquistate dalle parole di Gesù, suscitando un aspro rimprovero da parte dei loro mandanti. Ma ecco entrare di nuovo sulla ribalta Nicodemo, che protesta sul metodo repressivo seguito dai suoi colleghi. Essi gli replicano ritornando sulla questione delle origini del messia, che non può provenire dalla Galilea, come accade a Gesù.

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