Perché esistiamo?

cielo stellato - Van GoghA mio parere due sono i giorni importanti per un essere umano: “quando nasce e quando si chiede perché”.

Mai come di questi tempi l’essere umano, che pure affoga nei piaceri e nel benessere, avverte dentro di sé un vuoto pauroso che lo riempie di tristezza, di paura, di solitudine. Così si spiegano i suicidi con percentuali da brivido nelle società più benestanti ed industrializzate. Così come la sete avida di piaceri sensuali, la musica orgiastica, le danze sfrenate, la fuga dalla realtà e dalle responsabilità attraverso l’alcool e la droga. Cioè, lo stordirsi ad ogni costo per non pensare, per dimenticare la realtà. Tuttavia, nonostante tutti i tentativi di stordimento, il vuoto diventa sempre più abissale. Così non resta che valicare i confini dell’umano, uscire fuori da questo mondo, tentare di scoprire se realmente esiste qualcosa al di là di questo deserto. Si spiega in questo modo il fenomeno sintomatico ed inquietante che registriamo: il risveglio dell’occultismo, la magia, il satanismo. Addirittura, in alcune nazioni, ci sono delle vere e proprie chiese dedicate a Satana in persona, dove uomini e donne si riuniscono per regolari celebrazioni di riti liturgici in suo onore.

Ed alla luce di questo relativismo si scatenano divorzi, aborti, omosessualità (maschile e femminile) di tutti i generi, genetica, eutanasia assistita…che mostruosità!

Anche la Chiesa vive momenti e tormenti disgreganti. I templi si svuotano. Questa è la realtà che ci circonda. Ma in cosa consiste la realtà? Come ogni cosa, è definita in base agli strumenti usati per valutarla.

Potremmo dire che la realtà che viviamo consiste in ciò che sperimentiamo a livello dei sensi, ossia in ciò che vediamo, percepiamo, sentiamo, godiamo, tocchiamo o addirittura annusiamo. E’ ovvio che questa definizione non è esatta, infatti ignora il nostro intelletto e le emozioni. Allora la realtà è definibile in base alle nostre capacità di pensare e di provare sentimenti in aggiunta alle nostre capacità sensorie? Ma dobbiamo tenere in considerazione anche il subconscio, che è inaccessibile sia a livello cognitivo sia emotivo.

E allora se non siamo in grado di percepire la realtà nella sua totalità, come possiamo avere una percezione dell’Io Sono?

E’ a questo punto che mi chiedo e cerco di rispondere al “Perché esistiamo?”.

Rammento che quando ero a scuola ponevo ai miei colleghi sacerdoti ( anche per provocarli, poiché a quel tempo ero molto lontano) che insegnavano religione la domanda del perché esistiamo. Mai nessuno è riuscito ad essere esauriente.

Come ho già detto nella meditazione “Io Sono”, il creatore è preesistente. Quindi Lui è realtà assoluta, e permette all’essere umano di giungere ad un’intuizione stupefacente: “Non c’è nessun altro”. A questo punto riconosciuto il Creatore come realtà assoluta, dobbiamo interrogarci sull’esistenza umana. Se tutta la nostra esistenza non avesse mai avuto luogo, la realtà assoluta del Creatore non ne sarebbe rimasta scalfita. Ribadisco che Dio è la realtà assoluta. Non solo, noi tutti sappiamo di esistere perché Dio ce l’ha comunicato attraverso la Sacra Scrittura, ma sappiamo anche che nulla ci dice che dobbiamo esistere. Sono convinto che se uno di noi non fosse mai nato, probabilmente l’universo dell’Eterno non avrebbe cessato di esistere. Anzi, la creazione di noi tutti è il modo in cui Dio esprime la sua scelta in favore della nostra esistenza.

Cari fratelli e sorelle, nessuno di noi è al mondo per caso; siamo viventi perché il Creatore desidera la nostra esistenza. Qui siamo al nocciolo della questione: ma perché? Lui ha creato il mondo, la natura e tutti gli esseri umani. Ed è nostro dovere sfruttare ogni risorsa allo scopo di rifinire e perfezionare il mondo materiale, costruendo una dimora degna del Creatore (“Laudato sì mi Signore”). Questo è lo scopo della vita umana.

Per realizzare ciò il Creatore a creato il mondo “inferiore”, il nostro che è il più basso, dal momento che al di sotto nulla esiste. Si tratta di un mondo in cui inizialmente la realtà preesistente del Creatore è offuscata, mentre la realtà degli esseri viventi (l’umanità intera) è considerata primaria. Il Creatore ha scelto di nascondere la sua paternità per far sì che l’essere umano esista veramente, e perché eserciti la sua facoltà di scelta libera perché ci sentissimo indipendenti. Se così non fosse, la nostra esistenza sarebbe priva di significato; saremmo come marionette manovrate da fili.

Dio ha creato un mondo “agnostico”, in cui la Sua realtà non è visibile. Ha celato la sua presenza così efficacemente che l’essere umano percepisce se stesso come se fosse la sola oggettività. Il fatto è che pur essendo consci del concreto cospetto di Dio, ne percepiamo l’esistenza come qualcosa di estraneo e di esterno, una sorta di realtà sovrapposta. Dio è la sola realtà mentre la nostra esistenza si colloca all’esterno. Parrebbe che Dio, in una sorta di gioco, si diverta a nascondersi all’occhio umano. Al contrario si tratta di un dono, di un’opportunità che ci è stata donata con lo scopo di familiarizzarci con Lui.

Facciamo un esempio. Da bambini abbiamo imparato a camminare a piccoli passi, poi a parlare con monosillabi e infine con le parole fino a formare delle frasi complete. Così tutti noi, prima di giungere a comprendere la luce risplendente della realtà Divina dobbiamo abituare i nostri occhi alla luce naturale che ci circonda.

Tuttavia, Dio che è indefinibile e indescrivibile, ha scelto di creare l’essere umano e di inserirlo in un mondo fisico definito e descrivibile.

Ha scelto di manifestarsi (nei secoli) per mezzo di leggi della logica che Lui stesso ha creato, tramite il prodigioso piano della natura e di ogni creatura ( Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè….i profeti fino a raggiungere la piena dimostrazione di sé stesso in Gesù Cristo) con l’ausilio della Divina Provvidenza. Tutti noi abbiamo. la possibilità di accedere all’esperienza degli attributi divini (carismi), in modo di cominciare a comprendere il Creatore per stabilire una relazione personale con Lui.

E comunque non è dato dall’intelligenza umana comprendere come L’Eterno celi la sua presenza permettendoci, al tempo stesso, un’esistenza autonoma, ma questo mistero non deve diventare un alibi, ma invece uno stimolo vivificante, poiché dimostra una volta di più la lontananza di Dio dal nostro quotidiano, inducendo un ulteriore timore nei suoi confronti unito al desiderio di avvicinarsi sempre di più a Lui per integrare la Sua realtà nella nostra vita.

Per quanto ne siamo capaci dobbiamo usare al massimo mente, cuore, spirito per quanto ne siamo capaci, senza scordare che la nostra mente umana non può andare al di là della nostra percezione e comprensione.

Questa la bellezza della fede!