Il Natale


Raffaello - Madonna ConnestabileIl Natale è vero è sempre stato spesso associato al significato commerciale-consumistico che al vero messaggio che invece si deve attribuire in quel giorno, il giorno dell’avvento.

Nei giorni che lo precedono tutti noi siamo concentrati all’acquisto dei regali, degli alberi natalizi, degli addobbi e siamo ipnotizzati dai mille colori e dalle luci che circondano l’atmosfera natalizia. Un tempo durante la mia infanzia, percepivo sempre tanta malinconia in quel giorno, non era da me particolarmente amato, non ne comprendevo il vero significato, invece di rendermi allegra, mi intristiva, mi rendeva nostalgica e malinconica.

In realtà quel “vuoto” è la mancanza di un amore che ti riempie, che ti dia un significato di vita, il bisogno di dover dare un valore all’esistenza che si sta vivendo. Si cerca allora di riempirsi della materialità degli oggetti, delle cose che ci facciano sentire appagati, pieni, e non ci rendiamo conto che l’amore non si trova nella rappresentazione di quegli articoli colorati, ma solo quando riconosciamo il vero valore e il vero significato che ha invece il Natale come il riconoscimento della nascita del nostro Salvatore, solo allora tutto diventa magnifico e magico, acquistano valore anche quegli oggetti natalizi, ci soffermiamo di più sulla tradizione, sul profondo significato, si dà spazio alla bontà verso il prossimo, privilegiando i bambini, e tutto ci riporta al sostegno e aiuto dei più deboli entrando in un clima di solidarietà e amicizia.

L’atmosfera acquisisce così un sapore di dolcezza e di rinnovamento, e quando la natura contribuisce con il suo manto bianco di neve tutto diventa un incanto. Mi sono chiesta perché molte persone in questo periodo invece soffrono di depressione, la cosiddetta “malattia del secolo”. Questo malessere è da me identificato come la sofferenza dell’anima, è la nostra coscienza che lancia il campanello di allarme, comunicandoci che c’è qualcosa che non va, non stiamo percorrendo la strada verso noi stessi, non ci stiamo ascoltando, non sappiamo darci un significato di esistenza, è il richiamo della nostra essenza.

Non basta più riempirci di oggetti alla moda, di beni materiali, ma occorre alimentare la nostra creatività, la nostra interiorità, i nostri talenti, si perché Dio ha dato a tutti noi dei “talenti” dobbiamo solo farli emergere così da partecipare al suo disegno di creare un’umanità dove emerga l’amore sotto ogni sua forma e rappresenti la sua vera opera. Lui è il nostro Creatore e come possono i figli essere felici se non riconoscono colui che li ha creati, lo spirito d’amore. Gesù nel vangelo disse “rimanete in me, senza di me non potete fare nulla”.

Queste parole risuonano nella mia persona, quando lo Spirito Santo agisce e mi fa riconoscere come sua creatura comprendo come veramente l’uomo non possa fare niente senza di lui, tutti i doni, tutte le virtù, tutti i talenti, tutto è frutto della sua luce, non ce ne rendiamo conto perché siamo avvolti in questa terrenità e non percepiamo non riusciamo a vedere, siamo ciechi ma Dio bussa, bussa alle porte di ognuno di noi e si serve delle preghiere, delle persone, dei Santi, di chi intercede per raggiungerci.

So che non è semplice, siamo sordi al suo richiamo, ma se noi diventassimo dei piccoli esploratori alla ricerca, non ci accontentassimo della sterilità terrena, ma seguissimo il seme di richiamo al Creatore che c’è in ognuno di noi e aprissimo il nostro cuore, noi lo troveremmo li, in quell’apertura del cuore, perché lui è dentro di noi da quando ci creò. Abbandonarci come un bambino nelle sue braccia, confidando in lui.

Perché Dio spesso si raggiunge tramite la sofferenza? non è la suggestione di chi deve credere in qualcosa, ma accade qualcosa di ben diverso.

Come capitò a me, in prima persona, quando arrivi a toccare il fondo, quando riconosci l’impotenza dell’uomo, quando la sofferenza raggiunge i limiti della disperazione più totale, e lancia il suo grido d’aiuto, allora il tuo cuore debole e fragile si apre ed è più incline ad accogliere colui che è la nostra speranza Dio e il suo figlio Gesù.

Non dobbiamo temere, quando lui si manifesta siamo pervasi da una grandissima serenità, da una gioia del cuore, è come se “rinascessimo” la rinascita “dell’uomo nuovo” che è arricchito della sua pace pronto a testimoniare e a condividere questa sua “scoperta” con i fratelli “ la sua gioia di risorto” .

Indice: Il Dono Più Grande (di Maria Cristina)