Nel Getsemani: Ma questa è l’ora vostra

…e l’ora delle tenebre (Lc.22,53).

Gesù distingue due momenti sconvolgenti in rapporto alla situazione che si è creata dopo l’iniziativa di Giuda: il momento dei suoi nemici, il momento del buio soprannaturale, l’oscurità che investe l’onnipotenza di Dio fino a farle provare il senso del vuoto e del nulla. La terra, il cielo e gli inferi, per ragioni diverse, distruggono la sua opera, aggrediscono i suoi seguaci, colpiscono la sua Persona Divina ed umana; e tutto questo perché si attuasse il piano di Dio, nel quale è previsto l’annichilimento del figlio Gesù: Esinanivit semetipsum”.

Non c’è nulla nella vita di Gesù che si possa escludere dall’esperienza della Chiesa, immagine del Cenacolo, e dal cammino del cristiano. Si può affermare che Gesù inquadra anche la situazione di certi cristiani laici o religiosi, con una parola altamente drammatica, per certi versi anche tragica: “E’ l’ora vostra”, ossia l’ora del traditore, di quelli, cioè, che voltano le spalle di fronte ad ogni proposta esistenziale al momento più utile, interessante, rispondente alle proprie vedute personali o culturali, più confacente agli idoli più forti o più corrispondenti al potere politico, economico, scientifico, tecnologico, da cui sperare una manciata di successo, di vita comoda, sicura ed anche sensibile al bene. Poiché chi tradisce lo fa in nome di un bene.

Caro cristiano parrocchiano, so che consideri un bene per te frequentare altre parrocchie e che non giudichi male disertare la tua, quella che ti ha battezzato e educato e formato fino alla maturità con il sacramento della Cresima. Questa è un’illusione. Una comoda illusione per sottrarsi la lavoro interiore sopra se stessi per un dialogo improntato alla verità e carità. Così, invece, di seguire Cristo, si rincorrono altrove le sue apparenze e uno stile farisaico che, accontentando la legge o l’immagine, rifiuta il lavoro dello Spirito Santo nell’anima, in vista della propria santificazione. Ti illudi di sentirti più compreso nella Chiesa che non è la tua parrocchia, perché l’impegno di accettare il Getsemani di Gesù nella tua quotidianità non esclude l’appartenenza alla Chiesa-parrocchia.

Un certo modo di vivere Gesù coincide, di fatto, col volerlo distrutto. Secondo la cultura laicista dominante, il cristianesimo va rivisto perché possa corrispondere all’uomo considerato come essere supremo. Ciò significa sfrattare Dio dalla storia per catalogarlo come reperto archeologico e articolo da museo.
Non è Dio che ci dà fastidio, ma coloro che lo vivono e lo predicano contro corrente, ostacolando la conquista delle libertà individuali, democratiche e libertarie che determinano il progresso dei popoli e dei singoli.

C’è chi pensa che sia opportuno correggere qualche parte del Vangelo, ad esempio quella riguardante la vita umana e la dignità della persona, perché contrario all’aborto, al divorzio, all’eutanasia, al modo d’intendere e praticare il lavoro, alla legge del profitto per il profitto, al controllo delle nascite perché favorisce uno sviluppo demografico destinato a provocare la fame, la miseria e la povertà d’interi popoli. L’oscurità della cultura laicista è scesa nelle nostre menti e nei nostri costumi, caro cristiano parrocchiano. Bisogna uscire da quest’ora in cui l’uomo si condanna al nulla, mentre manda a morte il suo Dio, il Salvatore, nei fratelli più poveri del mondo.

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