Salmo 4

Madonna del Divino Amore, Raffaello Sanzio 1516-1518Preghiera del giusto

Quando ti invoco, rispondimi, Dio, mia giustizia:
dalle angosce mi hai liberato;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.
Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore?
Perché amate cose vane e cercate la menzogna?
Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele:
il Signore mi ascolta quando lo invoco.
Tremate e non peccate,
sul vostro giaciglio riflettete e placatevi.
Offrite sacrifici di giustizia e confidate nel Signore.
Molti dicono: “Chi ci farà vedere il bene?”
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
Hai messo più gioia nel mio cuore
Di quando abbondano vino e frumento.
In pace mi corico e subito mi addormento:
tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare.

Commento

Il salmo esprime la fiducia in Dio che tranquillizza lo spirito, l’anima e il corpo dell’uomo. E’ così suddiviso:

  • Versetto 2 : La fiducia presente è basata sulla preghiera esaudita nel passato;
  • Versetti 3-6 : Reprimenda seguita da un comando:
  • Versetti 7-9 : Descrivono la gioia e la pace che nulla può scuotere.

Questa preghiera sfugge ad una classificazione precisa per il suo carattere particolarmente personale e spontaneo: tuttavia il suo tema principale è quello della confidenza con Dio il quale va incontro a chi lo cerca con fede e ascolta la supplica dei suoi fedeli.

Il salmo è meraviglioso e si rivolge a quanti sono demoralizzati, delusi. Depressi, disperati, impauriti, insoddisfatti a causa della difficile situazione sociale e nazionale. L’orante raggiunge la vera pace dell’anima, dello spirito e la tranquillità del corpo grazie alla sua incrollabile fiducia in Dio.

Come gli Ebrei dell’Esodo avevano imparato e capito di elevare suppliche a Dio affinché li salvasse, anche Davide, insidiato dal figlio Assalonne, scongiura Dio di vendicare il suo giusto diritto. Già confortato dal Signore, lo prega di essere esaudito. Il ricorrere a Dio per ottenere giustizia è gradito a Dio. Infatti, Egli non vuole che ci facciamo giustizia da noi stessi.

Pregato e supplicato Dio, Davide si rivolge ai principi e ai potenti che, invece di parteggiare per la giustizia, si sono schierati dalla parte del ribelle Assalonne. Davide inveisce mettendoli in guardia. Devono stare attenti poiché Dio, come nel passato, correrà in sua difesa. Quindi evitino di macchiarsi di qualsiasi delitto. Al contrario meditino giorno e notte sulla giustizia di Dio, e offrano sacrifici d’espiazione. Soltanto in quel modo potranno sperare nella divina misericordia.
Il comportamento degli Ebrei dell’Esodo e di Davide, fortifica la nostra fede e ci permette oggi, nei momenti di crisi, d’aridità, di nutrire la più completa fiducia in Dio, certi di un esito giusto.

Il salmo inizia con un’accorata invocazione a Dio come Redentore, come colui che ha manifestato la sua profonda giustizia attraverso il suo progetto di salvezza. I malvagi, i perversi, tutte le invenzioni dell’uomo tendenti a cancellare dalla memoria l’esistenza del divino, non conoscono le meraviglie che Dio compie per i suoi figli, specialmente per quelli che gli sono fedeli. Nulla sanno della gioia e della pace del cuore, e neppure della pienezza di una vita ricca di frutto e d’amore. Ignorano l’intima comunione con Dio, in Cristo Gesù, e della felicità di ottenere risposta alle proprie preghiere.
La maggior parte dell’umanità è ignara del fatto che Dio padre desidera instaurare un’intimità amorevole con ogni essere umano. La prima fase di questa unione consiste nel temere Dio (=rispetto di Dio) e di allontanarsi dalle situazioni di peccato con tutta la volontà che ci è propria (vedere “Le tentazioni” e “La salvezza”, dalla sezione meditazioni, per approfondimento).

Qualcuno potrà obiettare: “Com’è possibile, per esempio, non arrabbiarsi?” E’ giusto sentirsi arrabbiati o disturbati per qualcosa, ma ciò non ci autorizza usare questo sentimento come pretesto per ferire verbalmente o fisicamente un’altra persona. La violenza verbale, non scordiamolo mai, può danneggiare quanto al violenza fisica ( vedere da meditazioni “La maldicenza”, per approfondimento)

La fase successiva si compie in momenti di serena meditazione e in preghiera, nella solitudine, lontano dagli altri. Se uniamo queste due fasi alla lettura riflessiva della Sacra Scrittura, Dio ci rivela una prospettiva d’esistenza totalmente nuova e affascinante. E’ così che ci accorgiamo quanto siano chimeriche e vane le cose che trattengono l’uomo lontano da Dio, e quanto sia insignificante ciò che impedisce ai servitori di Dio di raggiungere la vera grandezza.

A mano a mano che nel nostro rapporto personale col Signore ci avviciniamo ,maggiormente a lui, notiamo che le parole del salmo 4 acquistano vigore, un significato più profondo; iniziamo a chiedere a gran voce la liberazione del più grande di tutti i nemici (=ego) che si nasconde nel nostro cuore.
Certo, lo so, costa sacrificio, ma viene ricambiato con una gioia traboccante che nessuno può toglierci. Questa è anche la via che i figli di Dio devono indicare agli uomini i loro fratelli.

La serenità della coscienza è ordinariamente caparra di sicuro successo. Del resto, anche se questo venisse meno, non ci mancherà il premio eterno. Perciò Gesù ci ammonisce di non temere coloro che possono danneggiare il corpo, ma soltanto Dio.
San Paolo ha sviluppato questo concetto ricordandoci:

“Chi ci separerà dall’amore di Cristo? La tribolazione o l’angoscia, la fame o la nudità, il pericolo o la persecuzione, o la spada?…Ma in tutte queste cose siamo più che vincitori per opera di Colui che ci ha amato. Poiché io son persuaso che né morte, né vita, né Angeli, né Principati, né Virtù, né cose attuali, né future, né potestà, né altezza, né profondità, né alcuna altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù, Signore Nostro (Rom.8,35-39).

Preghiera
Signore, a noi, che mettiamo nelle tue mani la cura della nostra difesa, concedi di superare tutte le avversità della vita e di godere le pacificanti gioie dello spirito, che soltanto da Te, fonte d’eterno gaudio, ci possono venire. Amen.

Amen, alleluia, amen!